Diritto, procedura, esecuzione penale  -  Redazione P&D  -  21/08/2023

Palermo, stupro di gruppo, l’ex minorenne confessa: “C’ero anch’io”. Il gip lo scarcera, la procura fa ricorso

Un video dimostrerebbe che è stato tra i più violenti. Oggi gli interrogatori

Ha ammesso lo stupro uno dei sette ragazzi arrestati per la violenza sessuale di gruppo della ragazza di 19 anni avvenuta lo scorso 7 luglio a Palermo. Il ragazzo, diventato maggiorenne pochi giorni dopo la violenza, nel corso dell'interrogatorio davanti al gip del Tribunale dei Minori, ha ammesso le sue colpe. Ad inchiodarlo ci sono anche i video raccolti dagli investigatori oltre a una foto in chat con gli amici. Al termine dell'interrogatorio di garanzia la gip Alessandra Puglisi ha scarcerato il ragazzo e ha deciso il trasferimento in comunità. La Procuratrice dei minori Claudia Caramanna ha fatto ricorso contro la decisione della gip per chiedere che il ragazzo torni in cella. Oggi saranno sentiti gli altri indagati, tutti maggiorenni.

Nel corso di una conversazione captata in caserma dai carabinieri due dei ragazzi arrestati, S ed E, parlavano della necessità di nascondere i telefoni, uno dei quali sarebbe stato sistemato sotto terra. «Poi me lo scrivi su WhatsApp dove lo hai messo», diceva L ad A. E lui di rimando: «Cosa, il telefono? Neanche in una pianta è... era in un magazzino pure in un punto sotto terra. Lo sappiamo soltanto io e F. Te l'ho detto, devi sempre avere qualcosa nascosta».

Sono stati avviati oggi gli interrogatori del gip di tre dei sette giovani palermitani arrestati venerdì scorso con l'accusa di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza di 19 anni. Davanti al gip i giovani dovranno spiegare quanto accaduto la notte del 7 luglio al Foro Italico quando, secondo l'accusa, avrebbero violentato a turno la presunta vittima dopo averla fatta ubriacare. A incastrare i sette, oltre alla denuncia della ragazza e ai referti dei medici dell'ospedale, ci sono anche le immagini di alcune telecamere di sorveglianza che hanno ripreso il tragitto dalla Vucciria, nella zona della movida dove avevano trascorso la serata, fino al cantiere abbandonato del collettore fognario. Lì sarebbe avvenuto lo «stupro di massa», come avrebbe detto uno degli indagati.

A incastrare i membri della banda, oltre alla denuncia della ragazza e ai referti medici dell'ospedale, ci sono anche le riprese di alcune telecamere di sorveglianza che hanno documentato il percorso dalla zona della Vucciria, dove avevano trascorso la serata, fino al cantiere abbandonato di un collettore fognario. È lì che si sarebbe consumato lo «stupro di massa», confermato dallo stesso titolo inequivocabile del video girato da AF che con il cellulare ha immortalato la violenza perpetrata contro la vittima indifesa. E proprio sui telefoni cellulari degli indagati si concentra l'attenzione degli investigatori.




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