Cultura, società  -  Redazione P&D  -  12/10/2022

Omicidio Macchi, Stefano Binda risarcito co oltre 300mila euro

A STABILIRLO LA CORTE D'APPELLO DI MILANO. IL DELITTO NEL 1987

Verrà risarcito con 303mila euro Stefano Binda, 53 anni, assolto a gennaio 2021 dall'accusa di aver ucciso la giovane Lidia Macchi nel 1987. A stabilirlo la quinta corte d'Appello di Milano, accogliendo l'istanza di riparazione per ingista detenzione, presentata dai difensori dell'uomo.

Binda, accusato di omicidio, è rimasto in carcere per tre anni e mezzo, dal 2016 al 2019. Dopo l'assoluzione, lo scorso maggio in aula aveva chiesto un 'indennizzo' di oltre 350mila euro.

Era il 5 gennaio 1987 quando la studentessa Lidia Macchi, 21 anni, sparì dopo aver fatto visita a un'amica in ospedale. Due giorni dopo il suo corpo senza vita venne trovato nei boschi di Cittiglio, nel Varesotto. L'autopsia stabilì che era stata prima violentata e poi uccisa a coltellate. L'autore del delitto non è mai stato individuato.

Il giorno dei funerali, la famiglia della ragazza, che faceva parte del gruppo Comunione e liberazione, ricevette una lettera anonima intitolata 'In morte di un'amica', con alcuni riferimenti all'omicidio. Binda, ex compagno di classe della vittima, finì sotto indagine proprio perché sospettato di essere l'autore del testo, cosa che lui ha sempre negato. Dopo essere stato condannato all'ergastolo in primo grado, a gennaio 2021 la corte d'assise d'Appello lo ha assolto dall'accusa di omicidio. L'assoluzione è stata poi confermata anche dalla Cassazione.

 




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