FERMATO A PULFERO PER TENTATO OMICIDIO
Il giorno del ferimento l’uomo si era presentato dai carabinieri in Friuli mettendosi a disposizione per eventuali chiarimenti. Ad incastrarlo le immagini delle telecamere che hanno ricostruito il suo viaggio fino in Toscana
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Il friulano CB, 64enne originario di Brischis di Pulfero, nelle Valli del Natisone, ma dal ’97 residente a Segrate, è stato sottoposto a fermo con le accuse di tentato omicidio dell’ex moglie, un’insegnante di 58 anni, e di calunnia.
Secondo gli inquirenti è lui il soggetto che il giorno di Santo Stefano, con il volto coperto da occhiali scuri e da un cappello, ha aggredito e colpito con un fendente a una coscia la donna nella sua auto, in un autogrill a Campi Bisenzio, vicino a Firenze.
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L’udienza di convalida del fermo, avvenuto nel pomeriggio di mercoledì a Brischis – dove l’uomo era rientrato poco meno di mese fa, stabilendosi a casa dell’anziano padre –, è prevista per stamattina davanti al Gip del Tribunale di Udine.
Dalle ricostruzioni l’aggressione pare frutto di «un’accurata preparazione», secondo un piano che Birtig avrebbe architettato fin dal 22 dicembre scorso, giorno in cui si era concluso con la messa alla prova il processo a suo carico per una precedente presunta violenza nei confronti dell’ex consorte, alla base della separazione della coppia.
Secondo gli inquirenti – le indagini sono state condotte dalla Squadra mobile e dalla Polizia stradale di Firenze e coordinate dalla Procura del capoluogo toscano – a generare l’azione criminosa risulta essere stato il «fortissimo risentimento» nutrito dal 64enne verso la donna, «non solo per la separazione» ma anche, anzi soprattutto, «per aspetti finanziari legati a una società immobiliare» di cui l’ex moglie di Birtig «deteneva le quote di maggioranza e dalla cui gestione l’indagato era stato estromesso».
I primi sospetti dopo il ferimento di Santo Stefano si erano focalizzati proprio sull’ex marito, che tuttavia dopo i fatti si era presentato spontaneamente in una caserma dei Carabinieri in Friuli mettendosi a disposizione delle autorità per fornire ogni chiarimento ritenuto necessario.
L’analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza posizionate lungo le strade che il 64enne risulta aver percorso hanno però portato al suo fermo: gli investigatori ritengono infatti che dopo aver noleggiato in Slovenia una Fiat Tipo grigia, con targa slovena, l’uomo abbia apposto sul veicolo una targa italiana, riconducibile a un’auto dello stesso modello e colore intestata a una persona domiciliata in Piemonte e totalmente all’oscuro.
Con quel mezzo secondo gli inquirenti ha inseguito l’ex moglie fino a Cerveteri, dove la donna era solita trascorrere le vacanze di Natale insieme ai parenti, aspettando la sua ripartenza per Segrate e tendendole un agguato nella stazione di servizio.
Dopo essere stata colpita al viso la donna s’era vista puntare l’arma al petto, un coltello seghettato, finito invece sulla coscia grazie alla prontezza di riflessi della signora. L’aggressore si era poi dileguato, uscendo dall’A1 a Calenzano: dopo aver nuovamente sostituito la targa, togliendo quella italiana e rimettendo la slovena, risulta rientrato a Pulfero.
La notizia del fermo ha scosso profondamente la piccola comunità valligiana, dove la famiglia Birtig è molto conosciuta e stimata: l’ultra 90enne padre di Carlo, Marcello, è stato un noto imprenditore edile, che ha lavorato sull’intero territorio provinciale. «Persone rispettabilissime, apprezzate da tutti», testimonia il sindaco Camillo Melissa, raccontando che Carlo aveva lasciato il Comune natale nel ’97, per trasferirsi a Segrate, e che tornava saltuariamente per trovare la famiglia. «Attendiamo ora – commenta il primo cittadino – gli sviluppi delle indagini. Certamente la vicenda ci ha turbato, anche perché sul tema della lotta alla violenza di genere la nostra amministrazione si è sempre impegnata con forza e convinzione, promuovendo numerose iniziative».