Cultura, società  -  Redazione P&D  -  06/08/2021

Italia 2020: stessa spiaggia stesso mare  - Laura Tavelli

“L’anno vecchio è finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va... la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione... tutti quanti stiamo già aspettando... E senza grandi disturbi qualcuno sparirà... saranno forse i troppi furbi”... 

L’anno vecchio è finito ormai e si sta aspettando, ma di grandi novità non se ne parla. Sì, si attende nella speranza, ma la realtà è un’altra cosa. I 100 giorni del nuovo governo sono già trascorsi e molte stelle abbandonano il loro cielo, facendo rischiare l’indebolimento del castello; i rincari di gennaio stanno arrivando, come ogni anno; le liti interne alla maggioranza sono le solite, così come le crisi delle industrie e della giustizia. E poi arriverà il 12, quel 12 gennaio per la presentazione delle firme per il referendum sul taglio dei parlamentari e la sentenza della Consulta che si pronuncerà sulla modifica della legge elettorale in un maggioritario puro. Intanto, vox populi sussurra che il Governo non reggerà e la Corte dei Conti informa che “si preannuncia un anno impegnativo per il governo dei conti pubblici: la situazione economica è caratterizzata dalle crescenti incertezze che pesano sul quadro macroeconomico internazionale e le prospettive dell’economia italiana, già largamente al di sotto della media europea, ne risentono ulteriormente”. E così corrono i problemi delle nomine delle partecipate di Stato (Enel, Eni, Leonardo, Poste e Terna più l’ENAV – Chi le ha contate dice che si tratta in totale di 400 nomine in scadenza), che interessano il Pil italiano, le quali arrancano. Eppure l’odierno governo ha più volte rimarcato come l’economia italiana possa risollevarsi con le partecipate, ma peccato che l’esecutivo sembra volersi impegnare per bloccarne l’operatività con nomine saltate, litigi e tavoli vacanti. Negli ultimi mesi, le proroghe per le decisioni più importanti sono di casa, da Agcom a varie controllate di Cassa depositi e prestiti. Sembrerebbe quasi che ogni partito punti soltanto alla nomina del capo dell’Eni, una nomina d’oro, sicuramente, ma si sono dimenticati tutto il resto (Sic!). Nel frattempo la clessidra scorre e l’Italia resta ferma al palo. Ma “poffare poffarissimo! È tardi! È tardi! È tardi!” 

L’anno vecchio è finito ormai, ma molto qui ancora non va, eppure la televisione ha detto che il nuovo anno, sarà l’anno dei cambiamenti!! Sembra più la filastrocca che viene raccontata ai bimbi, forse più promesse che aspettative e, così, anche quest’anno stessa spiaggia stesso mare... se poi le novità sono l’uccisione del generale iraniano Qasem Soleimani da parte degli americani... beh forse di questa novità potevamo farne anche a meno! E forse, per motivazioni diverse (ma il risultano è sempre lo stesso) le borse chiudono in calo, il petrolio vola verso l’alto e i beni rifugio fanno da protagonisti... nulla di diverso rispetto agli anni passati! 

Dove sono finiti gli auguri del Presidente della Repubblica Napolitano che già nel messaggio di dieci anni fa ammoniva che bisognava in 10-20 anni costruire uno Stato sociale che bilanciasse meglio creazione e diffusione della ricchezza, aumentando la prima, e fosse capace di trasformare i deboli in forti? «Non possiamo permetterci di correre il rischio che i giovani si scoraggino, non vedano la possibilità di realizzarsi, di avere una occupazione e una vita degna nel loro, nel nostro Paese», diceva. È tardi! È tardi! È tardi, Bianconiglio nella famosa fiaba di Alice nel paese delle meraviglie. Le aspettative, le speranze del nuovo anno, ormai come sempre, fin dall’inizio dello stesso vengono smorzate; e così gli italiani entrano nel nuovo anno con un umore depresso, senza passione, se- condo il sondaggio Swg, osservatorio di opinione, effettuato per il Messaggero. Sì, forse c’è un po’ meno paura del futuro, tanto è sempre lo stesso discorso, e un po’ meno attesa per eventi clamorosi; ma in contrapposizione crescono i sentimenti amari di disillusione, di tristezza, di rassegnazione, accompagnati da un aumento della rabbia per la pochissima speranza che l’Italia esca dalla stagna- zione nella quale si è cacciata ormai tan- ti anni fa. Del resto per operare e influire nella società, nel mercato, nella politica, occorre saper guardare il presente con occhi diversi, con strumenti pronti a cogliere i cambiamenti e il futuro che è già qui. 

Ma dove sono le novità? “Per quest’an- no non cambiare (non c’è pericolo)... Stessa spiaggia, stesso mare”. Di certo l’anno che sta arrivando tra un anno passerà e ci si sta preparando... quale sarà la novità? 

Pagina a cura di Laura Tavelli 

Pubblicato in Areablu anno 2020

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