Caldo, rumore e inquinamento fanno aumentare ansia e depressione. Dormire a sufficienza, stare all'aperto e rispettare i nostri ritmi fisiologici può aiutarci
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I mutamenti climatici incidono sulla salute mentale: inquinanti atmosferici, aumento delle temperature e rumore contribuiscono all'aumento di ansia e depressione, particolarmente nei soggetti più fragili. E non basta, perché questi fenomeni sono alla base di nuove forme di malessere come la solastalgia, il disagio dovuto alla percezione del cambiamento ambientale. A questi temi è dedicato il convegno di psichiatria organizzato a Bormio dal 13 al 16 aprile.
"Oltre ai danni causati dall'inquinamento, confermati da un numero crescente di studi, sta emergendo soprattutto tra i giovani un malessere legato allo stato attuale del pianeta", spiega il presidente del congresso Claudio Mencacci, copresidente della società italiana di Neuropsicofarmacologia. Un malessere definito appunto solastalgia "legato ai disagi causati di mutamenti climatici, ma anche alla sensazione di avere irrimediabilmente perso qualcosa di prezioso", prosegue Mencacci, " E a questo si aggiunge una sensazione di vuoto e di perdita di motivazione causata proprio dal cambiamento climatico, detta languishing, che si avvicina alla depressione".
In genere l'inquinamento è collegato a patologie cardiovascolari o respiratorie, "eppure da tempo gli scienziati stanno rilevando gli effetti di questa evoluzione sulla salute mentale", sottolinea Emi Bondi, presidente della Società Italiana di Psichiatria. Sapevamo già che l'andamento delle stagioni influisce sui disturbi mentali, "sono cambiamenti legati ai ritmi circadiani che sono percepiti da molti, ma emergono soprattutto nei soggetti più fragili", prosegue la psichiatra, "durante l'estate c'è un aumento dei disturbi maniacali e psicotici e in primavera un incremento dei tentativi di suicidio".