4 ARRESTI. INDAGINI DA ASTI AL SUD ITALIA
Piloti assoldati dalla criminalità: sono accusati di associazione a delinquere e spaccio
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Hanno agito da Nord a Sud, in continuo spostamento. Una rete organizzata di delivery della dose via cielo, smantellata dalla squadra mobile di Asti dopo mesi di indagine. Quattro le persone finite in manette su ordine di custodia cautelare del Gio, con l’accusa di associazione a delinquere e spaccio.
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«Una rete di consegna più efficiente di Amazon, grazie a droni capaci di trasportare un carico fino a 416 grammi», spiega la polizia, che ha ricostruito una dozzina di episodi. Sequestrati due droni.
L’inchiesta parte dall’arresto in flagranza di un pilota lo scorso 4 dicembre. La «mente» è un personaggio di spicco della criminalità, con legami con la camorra, recluso nel carcere di Agrigento. Benché in carcere, l’uomo riusciva a gestire la rete di delivery. Dopo ogni missione riceveva su un proprio smartphone i filmati della spedizione come «ricevuta», anche per gestire eventuali reclami da parte dei destinatari nei confronti del pilota, magari in caso di mancata o fallita consegna. Gli investigatori hanno trovato lo smartphone nella sua cella durante la perquisizione scattata con l’esecuzione del provvedimento cautelare. Il compenso base per il pilota era di 1500 euro. I telefonini venduti in carcere partivano da un prezzo di 300 euro l’uno. In pochi mesi, secondo i conteggi della polizia, l’organizzazione ha incassato più di 100 mila euro. In manette anche la compagna della «mente», residente in Campania.
«L’inchiesta - spiega Biagio Mazzeo procuratore capo di Asti - ha dimostrato quanto sia allarmante il fenomeno dei droni: in questo caso venivano consegnati per lo più telefonini, ma potrebbero anche essere utilizzati per altri scopi, ad esempio per spedizioni di armi. Purtroppo pochissime strutture penitenziarie sono dotate di contromisure adeguate per impedire l’avvicinamento di questi velivoli».