STRAGE DI ROCCARASO: LA PROVA DEL DANNO NON PATRIMONIALE DA PERDITA DELLE VITTIME
>>>>>>>>> La vicenda della strage di Roccaraso, risalente al novembre 1943, è giunta sino alla Corte Suprema la quale, con impeccabile motivazione sviluppata nella sentenza n. 27658 del 29 settembre 2023, spiega l’operatività principio dell’onere della prova del danno non patrimoniale sofferto dai parenti delle vittime del terribile eccidio.
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LA MANSARDA DATA IN COMODATO AL FIGLIO RESTA ALL’EX NUORA ANCHE DOPO IL DIVORZIO
>>>>>>>> Inutile per i “nonni” invocare la necessità di adibire i locali ad abitazione della badante (e della sua famiglia), la cui assistenza è diventata ormai necessaria per l’avanzare dell’età e l’invalidità dei proprietari. Decisivo, secondo i giudici di merito, il fatto che l’abitazione consta di ben 23 stanze.
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RISARCITO L’AVVOCATO CHE SCOPRE IL MANCATO INSERIMENTO DEL SUO NUMERO NEGLI ELENCHI TELEFONICI
>>>>>>>> Il mancato o inesatto inserimento nell’elenco telefonico dei dati di contatto dell’avvocato rileva, non tanto per la possibilità di continuare ad essere contattati dai clienti, quanto per il fatto di non poter essere contattato dalla nuova clientela. In tali termini si configura un danno da perdita di chance, suscettibile di valutazione equitativa.
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IL COMPENSO DEL LEGALE PUÒ ESSERE RIDOTTO DAL GIUDICE DELEGATO?
>>>>>>>>> Il decisum in rassegna torna ad occuparsi di una problematica, sempre più frequente nella prassi giudiziaria, riguardante la liquidazione del compenso spettante all’avvocato difensore del fallimento. In particolare, si tratta di stabilire se al professionista possa essere, o meno, liquidato dal giudice delegato un compenso inferiore rispetto a quello indicato, a conclusione del giudizio, in favore del fallimento dal giudice della causa di merito.
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SENZA CONTESTAZIONE DELL’AGGRAVANTE NON V’È “REATO COMPLESSO CIRCOSTANZIATO”
>>>>>>> La disciplina del reato complesso, prevista dall'art. 84 c.p., con riferimento al caso di interferenza fra il delitto di omicidio aggravato dall'art. 576, comma 1, n. 5.1, c.p. e il delitto di atti persecutori trova applicazione, con l'assorbimento di tale ultimo delitto nel primo, solo in caso di contestazione effettiva della circostanza aggravante e conseguente aggravamento della pena, altrimenti non venendosi a verificare la duplicazione di sanzioni che la disciplina del reato complesso vuole escludere.
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CARENZA DI ACQUA POTABILE E ODORI SGRADEVOLI RENDONO INUMANA LA DETENZIONE
>>>>>>>>> Accolta l'istanza risarcitoria avanzata da un uomo. Inutile l'opposizione da parte del Ministero della Giustizia. Per i Giudici è palese l'inadeguatezza del trattamento subito in carcere dal detenuto.
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PARRUCCHIERA RESPONSABILE DI LESIONI GRAVI: È COLPA PROFESSIONALE?
>>>>>>> La Suprema Corte è chiamata a decidere se la condotta contestata sia riconducibile nell’ambito della colpa professionale e quale giudice sia competente a decidere in materia.