Cultura, società  -  Redazione P&D  -  10/11/2024

Al cinema - P.C.

Le quattro del pomeriggio, la sala del cinema era vasta e pressoché deserta; scelsi un posto a metà della platea e mi sedetti.  Sullo schermo due cavalieri con l’armatura stavano duellando fra loro.

   Passarono cinque minuti, quasi non mi accorsi che qualcuno, un uomo, giovane probabilmente, era venuto a sedersi alla mia destra; altri trenta secondi e avvertii una lieve pressione sulla mia coscia, una sorta di carezza; abbassando lo sguardo vidi che si trattava della mano sinistra del nuovo venuto, la quale stava salendo come un ragno, impercettibilmente, verso il mio inguine.

Non ero esperto in cose del genere, sentii però che la cosa mi piaceva poco. Decisi comunque di non fare scenate. Mi limitai a prendere quel polso, con due dita, a sollevarlo delicatamente dalla mia coscia e a depositarlo, senza dire niente, sopra il ginocchio del suo proprietario. Il quale dopo un attimo si alzò dal suo sedile in silenzio, e scomparve verso destra nel buio. Non lo seguii con lo sguardo.

  Quando uscii dal cinema, due ore dopo, mi guardai un po’ intorno, fra le ultime fila, cercando con gli occhi quel tizio; dato che non lo avevo visto bene, individuarlo adesso era difficile. Se ne stava ancora lì nei dintorni, aveva trovato altre prede? Il film in sé comunque non era stato granché. 

 




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