Diritto, procedura, esecuzione penale  -  Redazione P&D  -  30/05/2023

Sovraffollate, inumane e degradanti: in Europa peggio delle carceri italiane solo quelle di Romania e Cipro

Tra i punti critici anche la mancanza di acqua calda e docce nel 50% delle celle. I dati del XIX rapporto dell'associazione Antigone che si occupa delle condizioni di detenzione

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Un anno fa il tasso effettivo di affollamento delle carceri era del 112%. Ora è del 119%. Significa che per il 20% dei detenuti la sistemazione è precaria. Soprattutto in Lombardia, Puglia e Friuli Venezia Giulia dove l'affollamento è superiore alla media nazionale. E per ben 4.514 nel solo 2022 l'Italia è stata condannata da parte dei suoi stessi tribunali a causa delle condizioni di detenzione inumane e degradanti, tendenzialmente per assenza di spazio vitale.

A raccontarlo è il XIX rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione che l'associazione ha realizzato dopo aver visitato 97 istituti penitenziari e che quest'anno ha intitolato "È vietata la tortura", dedicando un'ampia parte del dossier ai procedimenti che vedono imputati agenti della polizia penitenziari per presunte violenze ai danni dei detenuti e ai tentativi della destra di abrogare l'articolo 613 bis del codice penale, il cosiddetto reato di tortura introdotto appena nel 2017.

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LA CLASSICA DA MAGLIA NERA DEL SOVRAFFOLLAMENTO

Il 30 aprile di questo anno dietro le sbarre c'erano 56.674 persone. La capienza ufficiale delle carceri italiani è di 51.249 posti. Ma a questi vanno sottratti i posti non disponibili, che a maggio 2023 erano 2.646. Ci sono insomma 9mila persone in più rispetto a quante ce ne potrebbero essere. Dallo scorso anno i posti sono cresciuti, ma solo dello 0.8%, mentre le presenze sono aumentate del 3,8%, soprattutto tra le donne. La Lombardia ha i numeri peggiori: un sovraffollamento pari al 151,8%, la Puglia 145,7%, il Friuli Venezia Giulia il 135,9%. L'istituto più pieno di Italia è quello di Tolmezzo, poi ci sono Milano San Vittore, Varese e Bergamo. Ma è il dato complessivo italiano a piazzarci comunque in fondo alle classifiche europee: solo Cipro e la Romania hanno tassi di sovraffollamento maggiori di quello italiano. E nemmeno l'uso maggiore di misure alternative ha sottratto numeri alle carceri.

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LA VITA (SENZA CONFORT) DENTRO

Nel giro delle celle Antigone ha scoperto che nel 35% degli istituti non sono garantiti i tre metri quadrati calpestabili per ogni detenuto, nel 12,4% il riscaldamento non funziona, in quasi uno su due (45,4%) non c'è l'acqua calda, in ben più di uno su due (il 56,7%) non c'è la doccia. E ancora in un istituto su tre non ci sono spazi adeguati per le lavorazioni, in 3 penitenziari non ci sono spazi per la scuola. In uno su quattro non c'è l'area verde per i colloqui nei mesi estivi. In uno su tre non si fanno colloqui pomeridiani, creando problemi ai bambini che hanno genitori in carcere, di mattina vanno a scuola e dopo scuola non possono vederli. E in molti penitenziari si è tornati a dieci minuti di telefonata a settimana, nonostante una circolare del Dap del 26 settembre 2022 invitasse Provveditori e Direttori ad allargare le maglie per non tagliare i ponti affettivi e relazionali tra il dentro e il fuori. Solo a Velletri, Padova, Firenze e Trieste si può fare una chiamata al giorno.

 

 




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