Giustizia civile  -  Paolo Cendon  -  19/06/2022

Rashomon

Il  problema dell'incertezza nel processo  è questo, in  generale:  stabilire quale fra le parti dovrà  "rimetterci" (andare  incontro  a un verdetto sfavorevole)  per il  fatto  che  non   è stato appurato, nel giudizio, in che modo   siano  andate effettivamente le cose.

E' un problema alquanto diverso -  anche se punti di contatto non mancano - rispetto a quelli cui  pensiamo,  abitualmente, nel discorrere di certezza/incertezza "del diritto".

Con   quest'ultima formula si allude abitualmente ai casi in  cui  oscura, o misteriosa,  sia la  norma stessa da applicare. Possono esservi  (mettiamo)   più disposizioni di legge in materia e  non è scontato quale sia l'ordine gerarchico;  può mancare sul  punto una  specifica  prescrizione;  può essercene una,  ma  di  sapore equivoco, contradditorio.

Gli inconvenienti, per  il  cittadino  che  deve  intraprendere un'iniziativa,  sono comunque i medesimi: insicurezza di manovra, spinte alla rinuncia o al  conformismo. C'è una sanzione giuridica  che incombe,  non vien detto quale sia la  condotta  vietata, non si sa cosa fare o non fare.

Riferita al momento del "processo" l'incertezza   pone altri tipi di difficoltà.

Rashomon ne fornisce  un esempio;  viene prospettata  da imputati e testimoni, riguardo allo svolgimento dei fatti,  una  pluralità di  ricostruzioni; ciascuna diversa in qualche sfumatura   importante,  tutte  più o meno credibili. E' pacifico quale  sarebbe,   in punto di diritto, il verdetto pertinente ad ognuna; non si  sa  però quale versione privilegiare.

E d'altro canto: l'istruttoria è ormai terminata, indagini ulteriori sono da escludere, una sentenza occorre pronunciarla.  Come dovrà comportarsi il giudice?




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