A 6 anni ridotto in fin di vita a suon di botte dal patrigno
L’uomo gli ha spappolato l’intestino, è stato condannato a 10 anni di carcere con il rito abbreviato a Torino
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«Quando ti chiedono cosa ti è successo devi dire che sei caduto dalle scale», gli aveva detto il patrigno che l’aveva duramente picchiato, fino a spappolargli l’intestino. Una versione sostenuta pure dalla madre, succube dell’uomo e vittima di maltrattamenti. La vittima è un bambino di appena 6 anni e la verità sulle violenze che ha subito è emersa all’ospedale torinese Regina Margherita. Qui, dopo l’intervento d’urgenza in cui i medici per salvare il piccolo hanno dovuto tagliargli 30 centimetri di intestino, una psicologa dell’ambulatorio Bambi, specializzato in abusi e maltrattamenti di minori, ha capito la verità. Ora il patrigno è stato condannato a 10 anni di carcere. «Ogni volta che mi picchia – aveva confessato alla fine il bambino – mi colpisce alla pancia e io vomito. Voglio mangiare tanti spinaci e diventare forte come Braccio di ferro, così da grande potrò dargli un pugno».
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L’uomo, 26 anni, di origine marocchina, è stato condannato con il rito abbreviato: da tempo colpiva il bimbo per un nonnulla con raffiche di pugni, legandogli le mani dietro la schiena, e tra il 12 e il 14 gennaio 2022 l’aveva quasi ucciso. In ospedale non erano sfuggiti i segni delle violenze subite: «È un bimbo molto spaventato che chiede sempre scusa - annotava la psicologa - nonostante il dolore e il pianto, non si lamenta, non tenta di allontanare ciò che gli crea dolore o frustrazione, nemmeno quando uno dei tubicini dell’ossigeno scivola dandogli noia, non dice nemmeno che ha fastidio». Aveva anche numerosi lividi e abiti inadatti, e a scuola si addormentava di continuo, sfinito.