LA VICENDA RISALE AL 2017 (GOVERNO GENTILONI) MA PERDURA OGGI
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La Corte europea dei diritti umani (Cedu) ha condannato l'Italia per detenzione illegale di minori stranieri nell'hotspot di Taranto, dove ancora oggi permangono 185 minori. La vicenda si riferisce q una situazione sorta nel 2017, ossia durante il governo Gentiloni, ma che permarrebbe critica.
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Secondo la decisione della Corte europea dei diritti umani, presa il 23 novembre scorso, l'Italia detiene illegalmente nell'hotspot di Taranto diversi minori stranieri non accompagnati, utilizza trattamenti inumani e degradanti nel predisporre le loro misure di accoglienza, non ha nominato un tutore né ha fornito loro alcuna informazione sulla possibilità di contrastare in giudizio tale condizione. Il governo italiano sarà tenuto, altresì, a risarcire i ricorrenti per il danno loro causato.
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«Si tratta - spiega l'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi) - dell'ennesima sentenza contro l'Italia relativa alla gestione del fenomeno migratorio e, in particolare, dei cittadini stranieri minorenni. La rilevanza della decisione - prosegue l'Asgi - è immediatamente percepibile nel contesto attuale, nel quale non solo non sono stati modificati gli approcci repressivi precedenti. Al contrario ne sono implementati ulteriori non rispettosi dei principi basilari dei diritti umani e fondamentali della persona, come dimostra l'accordo con l'Albania teso all'identificazione e detenzione dei cittadini stranieri all'estero. Essa è ancora più importante allorquando si consideri che, attualmente, sono quasi duecento i minori stranieri trattenuti di fatto, in assenza di ogni base legale e di ogni vaglio giurisdizionale all'interno dell'hotspot di Taranto, alcuni dei quali addirittura dallo scorso mese di agosto».