Stranieri, immigrati  -  Redazione P&D  -  02/10/2023

Meloni: "Basita dalla sentenza del giudice di Catania, pezzi d'Italia lavorano per l'illegalità ma non abbiamo paura"

In un post su Facebook la premier Giorgia Meloni attacca: «Motivazioni incredibili. Non è la prima volta che accade e purtroppo non sarà l'ultima. Ma continueremo a fare quello che va fatto per difendere la legalità e i confini dello Stato italiano. Senza paura»

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Giorgia Meloni torna a parlare di migranti. Lo fa con un lungo post su Facebook dove non risparmia certo critiche alla sentenza del giudice di Catania che ha rimesso il libertà un migrante ma ribadendo pure la cornice di gravità che accompagna il tema della migrazione. «Siamo di fronte a una pressione migratoria senza precedenti – scrive Giorgia Meloni - dovuta all’instabilità di vaste aree dell’Africa e del Medio Oriente. Il Governo italiano lavora ogni giorno per fronteggiare questa situazione e contrastare l’immigrazione illegale di massa». Che spiega, «lo facciamo con serietà ad ogni livello: coinvolgendo gli altri Stati europei e stringendo accordi con i Paesi africani per fermare le partenze dei barconi e distruggere la rete dei trafficanti di esseri umani. E con norme di buon senso per facilitare le espulsioni di chi non ha diritto ad essere accolto. Un lavoro difficile, certo, ma che può portare a risultati concreti, con pazienza e determinazione. Certo, tutto diventa molto più difficile se nel frattempo altri Stati lavorano nella direzione diametralmente opposta, e se perfino un pezzo di Italia fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale. E non parlo solo della sinistra ideologizzata e del circuito che ha i propri ricchi interessi nell’accoglienza.

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Sono rimasta basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania, che con motivazioni incredibili ("le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d'oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attività") rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto».

Non è la prima volta – conclude il post – che accade e purtroppo non sarà l'ultima. Ma continueremo a fare quello che va fatto per difendere la legalità e i confini dello Stato italiano. Senza paura.

 




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