-  Tonutti Stefania  -  11/02/2015

ANZIANI: A VOLTE VENGONO DIMENTICATI PERSINO IN TRIBUNALE - STEFANIA TONUTTI

Quest'oggi sono stata protagonista di un evento assai spiacevole, ma al tempo stesso toccante.

Mi trovo nell'atrio di un tribunale, intenta a chiaccherare, quando ad un tratto, nel bel mezzo della sala, il mio occhio cade su un anziano signore, disabile, che si muove con una di quelle (ciclo)sedie elettriche.

Egli sembra molto agitato, tanto che parla animosamente, all'inizio penso che lo faccia da solo, poi in realtà scopro che si sta rivolgendo ad una guardia giurata, a 20 m di distanza, la quale non si era nemmeno scomodata ad ascoltare, troppo preso dal suo lavoro.

Decido di avvicinarmi, il nonnino sembra quasi piangere, è disperato: ha infatti un appuntamento, di lì a poco, con un giudice per la nomina di un amministartore di sostegno (tutto questo lo deduco  dai suoi discorsi concitati, e poi dalle carte che mi mostra per spiegarsi meglio), non sa di cosa si tratti, ha dei fogli  in mano, non ha capito molto e dice di essersi svegliato molto presto per arrivare fin lì. Ciò che mi colpisce non è tanto la sua disperazione, quanto i suoi occhi: cercano aiuto, cercano sostegno, si fida di me e mi consegna tutti i documenti e le carte del suo borsello (e qui mi sorge il dubbio: e se al mio posto ci fosse stato un malintenzionato od uno scippatore?)

Non sa dove andare, non sa con chi parlare, non sa dove, e soprattutto se, ci sia un ascensore idoneo a trasportarlo, insomma, completamente abbandonato a se stesso.

Colta da una tristezza e da un'arrabbiatura infinite, mi rivolgo alla guardia  e ad alcuni passanti per chiedere informazioni sul giudice, perlomeno al fine di conoscere il piano esatto  dell'edificio ed il numero di stanza, e chiedo anche se vi sia qualcuno addetto all'accompagnamento del disabile (la vedevo dura calarmi nelle vesti di wonder woman e trasportare l'anziano in braccio fin su al secondo piano).

Dopo vari minuti di attesa (nel frattempo il nonnino è sempre più agitato), compare un tizio, che chiede all'anziano di seguirlo: non si presenta, non gli dà alcuna spiegazione

Vedo che si dirigono verso un ascensore e questo mi tranquillizza, tanto che lo stesso nonnino mi saluta con una mano, ringraziandomi.

Mi chiedo: com'è possibile una cosa del genere?

Com'è possibile che nell'era delle nuove tecnologie in cui viviamo non ci siano delle indicazioni o dei mezzi adeguati per il trasporto/ locomozione di certi disabili? Soprattutto nei luoghi pubblici...

Cosa assai più importante: il vecchietto era SOLO, COMPLETAMENTE SOLO, senza alcuna persona che potesse calmarlo, tranquillizzarlo e soprattutto spiegargli cosa fare, dove andare, in che modo comportarsi.

Probabilmente neanche sapeva cosa avrebbe fatto di lì a poco nella stanza del giudice.

Abbiamo una legge formidabile, indispensabile e perfetta per aiutare persone come il vecchietto di oggi, ma non abbiamo (o forse non vogliamo trovare) gli strumenti giusti per adeguarla alle diverse e complicate realtà: com'è possibile che in un Tribunale non vi siano degli addetti che accompagnino gli anziani soli? com'è possibile ignorare, in un atrio di Tribunale, un anziano disabile che chiede aiuto e che si trova lì proprio per quello, ovvero per chiedere un'amministrazione di sostegno?




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