Per comprendere l'organizzazione della Giustizia nel ducato di Modena nel XIX secolo occorre ripercorrere brevemente la situazione esistente alla fine del XVIII secolo.
A seguito del regolamento del 30 dicembre 1740 erano stati istituiti il Consiglio della Segnatura ed il Consiglio di Giustizia. Il primo organo, denominato anche "Segnatura di grazia" era presieduto dallo stesso duca ed aveva competenze molto generalizzate, che spaziavano dall'ambito civile a quello amministrativo ed era prettamente fondato sull'arbitrio sovrano. Tale organo, allargato ad altri membri dell'aristocrazia modenese, integrava poi il Consiglio di Stato, che fungeva da ausilio al duca per le decisioni in materia legislativa, amministrativa e politica.
Il Consiglio di Giustizia, detto anche "Segnatura di Giustizia" aveva invece natura più tecnico - giuridica e costituiva il massimo organo giurisdizionale dello Stato estense. Tale organo esercitava il potere di revisione delle pronunce già passate in giudicato e di controllo sull'operato dei Giudici.
Prima della riforma del 1855 le cause criminali erano affidate all'uditore criminale, istituito originariamente nel 1667 dalla reggente Laura Martinozzi (1639 - 1687) in vece del figlio Francesco II, i cui compiti vennero riformati dal regolamento del 1740.
Le funzioni dei massimi organi giurisdizionali vennero riformate con il chirografo del 21 ottobre 1761, che realizzò una più netta separazione dei poteri attribuiti ai vari organi di carattere amministrativo e giudiziario. Tale provvedimento istituì il Supremo Consiglio di Giustizia che divenne il supremo organo giudiziario dello Stato sia in materia civile che criminale. Le decisioni di tale organo venivano quindi limitate unicamente dalle prerogative sovrane di grazia. Il supremo consiglio di Giustizia, composto da un Presidente, un segretario e sei consiglieri, venne ripristinato nel 1815 e rimase operativo fino all'unità d'Italia.
Fino al 1785 esisteva a Modena il Tribunale dell'inquisizione, gestito dai dominicani, il quale era stato istituito intorno all'anno 1275. Tale organo era presente anche a Reggio Emilia fino al 1780.
Dopo la parentesi napoleonica, gli organi giudiziari ordinaria erano composti da tre Tribunali di Giustizia, con sede a Modena, Reggio e Castelnuovo Garfagnana, aventi rispettivamente competenza sul territorio modenese, reggiano e su tutti i territori al di là degli Appennini. Quest'ultimo venne poi soppresso nel 1817.
Gli organi giudiziari minori erano costituiti da una trentina di giusdicenze sostanzialmente corrispondenti ai Tribunali istituiti nel periodo napoleonico (Giudicature di pace).
Facevano capo al Tribunale di Modena le giusdicenze di Mirandola, Carpi, Finale, Sassuolo, Vignola, S. Felice, Pavullo, Montefiorino, Nonantola, Fanano, Guiglia e Montese oltre a quelle della Garfagnana (Castelnuovo, Camporgiano, Trasillico e Castiglione) mentre facevano capo al Tribunale di Reggio Emilia le giusdicenze di Correggio, Brescello, Scandiano, Montecchio, Castelnuovo monti, Carpineti, Minozzo e quelle della Lunigiana (Aulla, Tresana, Fosdinovo e Licciana).
Con decreto ducale del 14 marzo 1821 vennero istituiti i Tribunali statari, competenti a giudicare i reati di ribellione, alto tradimento e lesa maestà. Con decreto ducale del 20 dicembre 1827 i due Tribunali di Modena e Reggio Emilia vennero articolati in due sezioni di prima istanza e di appello.
A seguito della sua formale annessione, nel 1829, il ducato di Massa mantenne inizialmente il proprio ordinamento giudiziario preesistente composto da un Supremo Tribunale di giustizia, un Tribunale d'appello e due Tribunali ordinari con sede a Massa e Carrara. Gli organi superiori vennero poi soppressi nel 1833. Nel 1848 venne formalmente istituito il Ministero per gli affari di Giustizia, grazia ed ecclesiastici, senza che si verificassero particolari mutamenti di rilievo nell'ordinamento giudiziario.
L'ultima significativa riforma dell'ordinamento giudiziario estense risale al decreto ducale del 27 agosto 1852. A seguito di tale riforma nel territorio del ducato esistevano:
- 16 giusdicenze di prima classe, 6 di seconda classe ed altrettante di terza classe;
- tre Tribunali di prima istanza con sede a Modena, Reggio ed a Carrara, quest'ultimo con competenza sui territori della Garfagnana e della Lunigiana;
- due Tribunali d'appello con sede a Reggio ed a Carrara con competenza rispettivamente sui territori emiliani e su quelli toscani;
- Un Supremo Tribunale di revisione con sede a Modena, che sostituì il Supremo Consiglio di Giustizia.
A seguito dell'unità d'Italia l'organizzazione della giustizia venne riformata con r.d. 4 dicembre 1860 n. 4461. Alla fine del XIX secolo esistevano sul solo territorio modenese una dozzina di Preture che furono quasi tutte soppresse agli inizi del nuovo secolo. Fino al 1923 esisteva la sezione distaccata della Corte d'Appello di Modena, la quale dipendeva da quella di Parma. Entrambe le sedi vennero accorpate a quella di Bologna con r.d. 24 marzo 1923 n. 601.
(tratto dal libro: "GEOGRAFIA DEGLI STATI ESTENSI" di Anceschi Alessio, Incontri editore)