Malpractice medica  -  Redazione P&D  -  12/06/2023

La figura del medico - Giacomo Mason

Ho letto il pregevole saggio della Dottoressa De Luca e vorrei fare una semplice, scontata ma non perciò banale, mi auguro, considerazione a margine di quanto scritto. Ciò nella più volte precisata veste di cittadino fragile eccetera eccetera (ed anche se la laurea in giurisprudenza con annessa abilitazione forense mi consentirebbe, ragionando con logica astratta, un intervento più “tecnico”, che non si risolva in una “nota di costume” per la quale qualificati giornalisti, blogger, maître a penser  e “varia umanità scrittoria” potrebbero vantare piu qualificati pedigree culturali del sottoscritto…). L’insigne giurista evoca concetti di rara pregnanza semantica, come “alleanza terapeutica”, locuzione che designerebbe una sorta di “relazione terapeutica”, non riducibile al solo rapporto medico-paziente, “a causa dell’importanza del ruolo e dell’autonomia di altre figure professionali che, a vario titolo, sono chiamate a partecipare alla gestione del caso clinico”.. “Ciò si riflette sull’individuazione del soggetto obbligato ad informare il paziente e ad acquisirne il consenso. Ciascun sanitario, pertanto, deve entrare in relazione col paziente, instaurare con lui “un’alleanza terapeutica”, informarlo specificamente dei rischi e dei benefici dei trattamenti che consiglia. Infatti solo in questo modo la libertà di autodeterminazione del paziente è efficacemente tutelata… “.

Mi paiono, sinceramente, aspirazioni “de iure condendo”, enunciazioni di buoni propositi destinati a rimanere tali, configurazioni di un microcosmo, quello ospedaliero, ben lungi dall’attingere simili vertici di collaborazione professionale, sia pure nel dichiarato esclusivo interesse del paziente medesimo. Non mi si ritenga però , sulla scorta di queste modeste considerazioni, un avversario della classe medica.

E a mia discolpa dico, ove mai venissi eletto al Parlamento (ipotesi del terzo tipo o dell’irrealtà) -che mi farei promotore di un’iniziativa legislativa volta ad aumentare lo stipendio di medici e personale paramedico, ove ci fossero i fondi.

Sennonché la realtà fattuale dipinge ed evoca scenari assai meno bucolici e rapporti medico/paziente e addirittura medico/medico assai meno idilliaci. Parla di carenza di personale, di scarsi mezzi finanziari a disposizione della sanità in questo Paese, di difficile se non impossibile interlocuzione tra gli uni e gli altri, parla di un consenso informato ottenuto non all’esito di attenta, ariosa spiegazione e immediata comprensione del paziente, il quale acquista piena contezza anche dei rischi dell’intervento, autodeterminandosi di conseguenza, non già all’esito di quanto sopra accennato bensì dopo breve e sommaria spiegazione e minimo cenno alle possibili infauste conseguenze che ne potrebbero scaturire.

Va onestamente riconosciuto, soprattutto ai chirurghi, che il tempo dedicato alla “docenza” ai discenti-pazienti verrebbe inevitabilmente sottratto alle operazioni cui viceversa devono attendere con certosina attenzione e specchiata trasparenza. C’è molto da lavorare a questo riguardo. Ma il clima di reciproca diffidenza medico-paziente, incentivato anche da uno spregiudicato attivismo della classe forense, non autorizza facili entusiasmi.

 




Autore

immagine A3M

Visite, contatti P&D

Nel mese di Marzo 2022, Persona&Danno ha servito oltre 214.000 pagine.

Libri

Convegni

Video & Film