D. - Don Chisciotte vede nei mulini a vento grandi condottieri, si azzuffa in una locanda con dei burattini che importunavano una giovane fantoccia di legno, se la prende con fantasmi del passato che tornano a bussare alla sua porta. C’è chi lo considererà un pazzo e chi invece resterà affascinato dalla sua imperturbabile fantasia. E tu da che parte stai?
R. – Preferirei non dover scegliere. Terrei buone se possibile entrambe le versioni: Don Chisciotte come essere fantasioso, la testa piena di miti e di leggende, e Don Chisciotte come creatura allucinata, portata a vedere cose che non esistono, a scambiare i mulini a vento per giganti dalle braccia rotanti.
Mi domando, a volte, se Don Chisciotte sarebbe stato felice di avere un amministratore di sostegno, cioè un vicario assennato, meno impresentabile di Sancho Panza; uno che lo arginasse ogni tanto, per il suo bene. Mi rispondo di solito di no. Basaglia cosa avrebbe suggerito per lui? Suppongo, di lasciargli fare quello che voleva. Però è vero che, per tanti versi, non ne combinava mai una di giusta, il nostro: dalla lotta coi mulini a vento esce malconcio, i pastori gli rompono i denti, i comici lo prendono a sassate, resta ferito dai mortaretti, tutti lo prendono in giro di continuo. E Dulcinea, mai una coccola!
È vero poi che, alla fine, non appena riacquista il senno, muore.
Diciamo che, se il grande hidalgo non avesse detto e fatto tutto quello che ha combinato, di strambo e di balordo, avremmo avuto un libro diverso, poveri noi lettori! E anche Don Chisciotte dev’essere stato felice che, a lungo, non gli abbiano impedito di vivere come voleva lui. Meglio un giorno da leone ….