Diritto, procedura, esecuzione penale  -  Redazione P&D  -  22/04/2024

"Violenze e torture nel carcere minorile di Milano"

ARRESTATI 13 AGENTI DELLA PENITENZIARIA

Accusati di maltrattamenti e abuso di potere. Sospesi altri 8. Si indaga anche su una violenza sessuale

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Pestaggi e spedizioni punitive anche con l’uso di bastoni, mazze e dei sacchetti di sabbia per non lasciare il segno sulla pelle. Coi giovani detenuti ammanettati con i polsi dietro la schiena per impedirgli di difendersi. In un caso anche un tentativo di violenza sessuale, con alcuni colleghi pronti a falsificare le relazioni di servizio. È un terremoto che si abbatte sul carcere minorile Beccaria con l’operazione condotta all’alba di questa mattina dalla Squadra mobile e dal Nucleo Investigativo Regionale per la Lombardia della Penitenziaria, coordinati dalla procura diretta da Marcello Viola.

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Le accuse contestate nell’ordinanza del gip sono quelle di maltrattamenti in danno di minori, anche mediante omissione, aggravati dalla minorata difesa e dall'abuso di potere; concorso nel reato di tortura, anche mediante omissione, aggravato dall'abuso di potere del pubblico ufficiale nonché dalla circostanza di aver commesso il fatto in danno di minori; concorso nel reato di lesioni in danno di minori, anche mediante omissione, aggravate dai motivi abietti e futili, dalla minorata difesa e dall'abuso di potere; concorso nel reato di falso ideologico ed infine una tentata violenza sessuale ad opera di un agente nei confronti di un detenuto. I fatti contestati almeno a partire dal 2022 ripetuti nel tempo fino a oggi.

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«È una conferenza stampa che non avremmo voluto tenere perché è una vicenda dolorosa e una brutta pagina per le istituzioni - ha dichiarato il procuratore Viola -. Va detto che le indagini sono state condotte con la massima collaborazione della polizia penitenziaria e del ministero sin dall'inizio per l'accertamento dei fatti. Certamente non piace quello che viene contestato, è interesse dello stato far luce su questi fatti che creano sconforto». «Il carcere è un luogo di sofferenza - ha proseguito - e bisogna fare il possibile perché non venga aggravata soprattutto quando si tratta di minori che bisogna fare il possibile per recuperare». Poi ha concluso: «Bisogna puntare molto sulla formazione per avere in campo il massimo della professionalità possibile ed evitare che episodi di questo tipo si verifichino».




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