Deboli, svantaggiati  -  Redazione P&D  -  19/06/2022

Un'intervista un po' di tempo fa - P.C.

PER LUNGA VITA - Nella sua storia personale e professionale ci sono coincidenze o segni del destino o più razionalmente esperienze e frequentazioni di luoghi, che hanno attraversato la sua adolescenza ma poi indirizzato i suoi interessi di studioso.

Ne cito due che lei menziona e descrive: le visite, per le responsabilità dirigenziali di suo padre all’economato della Provincia di Venezia, al manicomio maschile nell’isola di San Servolo e la conoscenza diretta dei ricoverati. L’altra pietra miliare, come lei racconta, sono state le visite, da docente di diritto privato al Centro ex manicomio di San Giovanni di Trieste dove Franco Basaglia, cominciò la sua demolizione non solo dei luoghi di segregazione, ma anche di una cultura che emarginava i diversi.

Come riassumerebbe queste due tappe della sua vita?

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CENDON - Mio padre era un uomo silenzioso, di vecchio stampo, religioso, benvoluto in ufficio e in città (Venezia), che amava condurmi ogni tanto in ambienti poco domestici del circondario: il manicomio di S.Servolo, ma anche l’Istituto per sordomuti di Mogliano (ne ho parlato nell’Orco in canonica); e c’era poi il Sanatorio per adolescenti di Acquabona, vicino a Cortina, dove passavamo le vacanze estive.

Penso si sia compiuta attraverso ciò, dentro di me, bambino candido e inesperto, una sorta di presa d’atto circa l’esistenza di esseri umani, di varia natura, lontani dagli stampi più consueti, borghesi.

Un’esperienza del genere, meno indiretta, in collegio, a Pavia, mi sarebbe ricapitata a vent’anni rispetto al mondo e ai disagi degli omosessuali.

Potrei chiamare tutto ciò le “scoperte culturali della diversità”.

Quanto a Trieste, primi anni ’80, neanch’io so a cosa si debba la sorte di essere riuscito, più o meno bene, a intendere - ambientalmente, in poco tempo, immerso com’ero nei libri di diritto da scrivere per l’università - cosa stava succedendo all’OPP.

Se nasci a Venezia, ecco, se rimani presto orfano, chissà, se hai i capelli rossi, se passi molto tempo da solo: bene, avverrà forse che si alimenti naturalmente qualche risorsa di attenzione, dentro di te, una capacità di percezione diffusa, per i contorni delle cose, con certe venature di sensibilità.

Ho avuto la fortuna di incontrare poi, in quegli anni, rispetto al lavoro che si svolgeva nei Centri triestini di Igiene Mentale, una buona maestra.

Potrei chiamare tutto ciò le “scoperte del pragmatismo militante

 




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