Prime aperture dal mondo politico dopo l’appello della Comunità ebraica, proprietaria dell’immobile
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La politica scende in campo per provare a riaprire la libreria antiquaria Saba e salvaguardare un autentico tempio della cultura e della storia cittadina.
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E mentre emerge a livello istituzionale una sensibilità bipartisan per quella che è diventata nel tempo anche un’attrazione turistica, comincia già a dare i frutti l’appello lanciato per contribuire a raccogliere fondi e finanziarie gli urgenti lavori di restauro senza i quali la libreria rischia di cadere a pezzi: si sono fatti avanti imprenditori, comuni cittadini e si registrano richieste di informazione da tutta Italia.
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L’assessore comunale alla Cultura Giorgio Rossi assicura che l’ente «ascolterà eventuali proposte dai proprietari, sarebbe un peccato che un patrimonio simile andasse disperso, ma sappiamo che le librerie oggi vivono una fase molto difficile e questo vale a maggior ragione per una realtà particolare come la libreria antiquaria».
«Non si può pensare – aggiunge Rossi – che il Comune spenda dei soldi per tirarla fuori da questa situazione o addirittura che possa acquistarla, ma se l’attività commerciale non fosse più in grado di proseguire saremmo pronti a salvaguardare il patrimonio librario, in comodato gratuito o acquisendolo per una cifra accettabile, e a custodirlo nella Biblioteca civica tanto più nell’ottica della riqualificazione di palazzo Biserini per LeTs, il Museo della Letteratura».
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Da Roma i parlamentari triestini guardano con attenzione alla sorte dello storico “antro” di via San Nicolò, chiuso ormai da cinque mesi. «Quel patrimonio librario è un tesoro che arricchisce la città – rimarca la deputata di Fdi Nicole Matteoni – e tutelarlo è un dovere per chiunque abbia a cuore la storia e la grandezza della letteratura triestina. Un’attenta analisi della situazione da parte del Comune e della Regione assieme ai proprietari sarebbe un utile approccio per individuare possibili percorsi condivisi per la tutela. Da parte mia garantisco tutta la disponibilità e il sostegno per avviare il percorso di condivisione e di messa in rete dei possibili interlocutori a tutti i livelli, anche nazionale».
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«C’è un grande valore culturale, storico e anche affettivo in quel luogo che assomiglia più a un museo che a un’attività commerciale ed è divenuto da tempo parte integrante degli itinerari turistici – riflette il deputato triestino del gruppo del Terzo Polo Ettore Rosato –. In un modo o nell’altro è doveroso che le istituzioni pubbliche diano una mano e strumenti di sostengo per le botteghe storiche di questo tipo ci possono essere, anche sotto forma di contributi diretti».
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«Troviamo fondi per orrori come l’ovovia e lasciamo andare in rovina luoghi simbolici, preziosa testimonianza della nostra storia? Mi rifiuto di pensare che le istituzioni non trovino il modo di preservare un luogo della grande cultura europea – sottolinea la senatrice del Pd Tatiana Rojc –. Un anno fa un ordine del giorno del Pd chiedeva al Comune di impegnarsi a preservare la libreria di via San Nicolò. Il tempo è passato e nulla è stato fatto. Eppure si può, visto che a suo tempo la Regione con l’assessore Torrenti e il Ministero avevano fatto interventi di sanificazione e riordino. C’è un protocollo che impegna enti pubblici, c’è il sindaco Dipiazza che aveva assicurato il suo impegno. Manca la volontà».
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A proposito di Regione, il vicegovernatore e assessore alla Cultura Mario Anzil guarda con favore a un’iniziativa di supporto pubblico a livello comunale, regionale e statale: «È auspicabile un progetto che possa godere del sostegno congiunto delle istituzioni».
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Intanto l’avvocato Paolo Volli, responsabile del patrimonio immobiliare della Comunità ebraica, proprietaria dell’edificio, anticipa che si sta pensando di avviare anche un’iniziativa di crowdfunding su internet per raccogliere fondi. L’appello lanciato nei giorni scorsi ha funzionato: «Oltre a cittadini e imprenditori locali che ci hanno comunicato di essere pronti a dare un aiuto, arrivano interessamenti da tutta Italia. Penso si sia capito che con il restauro della libreria vogliamo fare un dono alla città dal punto di vista non solo culturale, ma anche turistico. Non sarà facile arrivare presto ai 110 mila euro necessari per l’intervento, ma siamo ottimisti».