Varie  -  Redazione P&D  -  29/05/2017

Tripudio di Pier Luigi Bacchini - Maria Beatrice Maranò

L'almanacco dei poeti, oggi, ci ricorda Pier Luigi Bacchini, nato a Parma il 29 maggio 1927, ricevette il premio Viareggio all'unanimità nel 1993 con la raccolta "Visi e foglie".

Nei suoi versi troviamo letteratura, scienza e storia con un rigore razionale da un lato ed un elevatissima tensione lirica dall'altra. Protagonisti indiscussi della sua poesia sono la natura e l"uomo, rappresentati con il rigore dello scienziato e la potenza della lirica poetica. Di sè scriveva: "Le mie poesie iniziano con felicità, con gioia. Nascono con gioia per la scoperta, gioia per la bellezza della natura, per un profumo. Naturalmente ci sono le debite eccezioni. La gioia può tramutarsi anche in disillusione e in tristezza. Questa è la mia ispirazione. Il mio meccanismo di "messa in moto".

Protuberanze molli
e sono le gemme del glicine violetto che porta
sensi di donna nei vecchi giardini. Verdi
accartocciate
ma già s'aprono in piccoli ventagli
ormai s'aprono irrefrenabili. E le punte
le corte lingue appena arcuate
le rose dei muri. E altre.
Altre. Capezzoli
dove sono i morti
la sostanza della morte
in minimi peni
lievi barbe
piccole pelose.
Sì tra le dita
per una voglia d'amore
che esalta
l'ho stretta schiacciata tutto il succo
gommoso che odora
sui polpastrelli
di glutine di morte.
Di vita. Rompe dallo stecchito inverno
e rombano le gonadi della terra.
Niente è casto eiaculazioni primaverili
i primi fiori si danno
ingravidano
insetti che s'indorano
di polveri seminali.
Per le colline della mia terra
ma non i miei
gameti.
Per tutto il mondo il boccio
dell'emisfero che pareva di luna...(Pier Luigi Bacchini) ...Tripudio




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