-  Redazione P&D  -  20/10/2008

Trib. Milano, (ord.) 21 gennaio 2008, RG. 71058/07, Giudice Marangoni - CALVIN & HOBBES: PIÙ DI UN SEMPLICE FUMETTO – Fabio BOSCARIOL

“Calvin and Hobbes" è una striscia creata nel 1985 dall'americano Bill Watterson, e pubblicata fino al dicembre 1995, quando l'autore, stufo delle pressioni dei giornali e del suo editore, decise di far terminare le avventure del suo bambino terribile per dedicarsi alla musica e alla pittura. L'unica opera celebre di Watterson è proprio "Calvin and Hobbes", grazie alla quale è stato il più giovane vincitore del Reuben Award come "Miglior fumettista dell'anno" nel 1986. La fantasia di Calvin dà vita al peluche Hobbes e tutta una serie di mirabolanti avventure. Watterson è riuscito a cogliere l'infanzia in tutti i suoi innumerevoli stati d'animo: chiunque stia vicino ad un bambino sa che la realtà per lui non esiste. Calvin incarna semmai e l’idea pura dell’ironia infantile, sferzante e immediata, ma allo stesso tempo spiazzante nella sua inesorabile veridicità. Calvin è soprattutto un bambino curioso, vivace, ma capace di improvvisi slanci di riflessione, a volte terribile peste, a volte dolce e sensibile, a volte saggio a volte sventato. La vita di Calvin è un grande sogno ad occhi aperti, fitto di incubi e di fantasie che prendono corpo nella realtà non immaginata ma realmente vissuta insieme all’amico Hobbes.
È un bambino dalla precisa personalità che imprime al personaggio una individualità autonoma e peculiare, poiché:
· Calvin è estroverso e turbolento e non mette molti filtri tra ciò che pensa e ciò che dice.
· Calvin è un po' troppo intelligente per la sua età: non ha alcun senso della misura e non ha ancora l'esperienza per riconoscere le cose che non si dovrebbero fare.
· La socializzazione che tutti attraversiamo per diventare adulti ci insegna a non dire alcune cose perché potremmo soffrirne le conseguenze. Calvin ancora non conosce questa regola.
Calvin è dunque un normale bambino pestifero: sei anni, figlio unico, vive con i suoi genitori in un tranquillo quartiere di una qualsiasi città americana. Tuttavia, Calvin si distingue per la sua sfrenata fantasia, grazie alla quale dà vita al tigrotto di peluche Hobbes. Per chiunque, Hobbes è solo un pupazzo che Calvin si trascina sempre dietro, però per Calvin rappresenta l'amico più fidato, il compagno di avventure, l'unica persona alla quale confidare le proprie perplessità e i propri sogni. Diversamente da altri bambini del mondo dei fumetti, Calvin è un bambino infantile: disubbidisce a sua mamma, prende voti bassi, è dispettoso e capriccioso. Però Calvin è soprattutto un creatore di storie e un esploratore: con la sua mente compie viaggi incredibili, è ottimista, è vivace, è spinto a cambiare il mondo. Il suo mondo, un pò megalomane, un pò fantascientifico: Calvin è in grado di scrivere il suo nome sulla Luna con un dune buggy, è il sovrano dei suoi mondi immaginari, ma anche l'audace astronauta Spiff, un critico d'arte, un progettista, un dinosauro del Giurassico, un guerriero di palle di neve e tanto altro ancora. Calvin è un bambino alle prese con la sua infanzia, da riempire di giochi e immaginazione. Hobbes, paradossalmente, è il suo legame con la realtà: come i suoi genitori, partecipa alle sue sfrenate finzioni, ma con ironia, smontando gli eccessi e prendendo in giro Calvin, che però sa sempre come reagire: tutto quello che lo circonda è vivo, persino il pasticcio di spinaci, capace di recitare l'Amleto. Calvino e Hobbes erano due filosofi con opposte teorie e visioni di vita: allo stesso modo, Calvin e Hobbes rappresentano due modi opposti e complementari di approcciarsi al mondo, con fantasia e pragmaticità allo stesso tempo.
Questo sono, in sintesi, le caratteristiche che fanno di Calvin non solo un fumetto, ma un vero e proprio personaggio dotato di una propria e forte personalità.
Non c’è dunque da stupirsi se la “creatura” di Mr. Watterson abbia riscosso un così grande successo in tutto il mondo.
Ma come ogni personaggio famoso che si rispetti, anche il nostro bambino prodigio non è esente da imitazioni.
Come noto, Bill Watterson si è sempre opposto ad ogni forma di merchandising, tant’è non ha mai concesso nessun tipo di autorizzazione in tal senso.
Si tratta di una scelta coraggiosa, implicante una rinuncia a consistenti guadagni, ma dettata dal fatto di non voler compromettere la genuinità del personaggio, poiché ogni operazione commerciale su larga scala finisce inevitabilmente per compromettere la spontaneità del prodotto. Per volere dell’Autore, Calvin deve rimanere solo un fumetto, conservando la propria identità di bambino pestifero.
Evidentemente non tutti hanno rispettato il volere dell’Autore ed hanno incominciato a mettere in commercio adesivi, felpe, magliette ed altri ancora raffiguranti un CALVIN nell’atto di urinare!
Tralasciando l’indubbio cattivo gusto di una scelta del genere, la diffusione di tale merchandising non autorizzato ha assunto un rilievo, per diffusione ed intensità, decisamente preoccupante.
I lettori di CALVIN sono inevitabilmente portati a pensare che Mr. Watterson abbia deciso di concedere in licenza i diritti sull’immagine del fumetto.
Il danno, anche di immagine, per l’Autore è sicuramente rilevante. Chi pone in commercio tali articoli realizza indubbiamente un ingiustificato arricchimento, sfruttando senza averne titolo l’estro creativo altrui. Pertanto Mr. Watterson si è visto costretto ad instaurare un procedimento cautelare avanti il Tribunale di Milano, contro una società colpevole non solo di produrre e commercializzare vestiario riproducente l’immagine di Calvin, ma addirittura di aver affisso un enorme cartellone pubblicitario davanti all’ingresso di uno dei più importanti centri di vendita di capi di abbigliamento all’ingrosso del nord Italia.
Il Tribunale ha correttamente applicato le norme a difesa del diritto d’autore, affermando:
· la tutelabilità del personaggio di Calvin secondo le norme sul diritto d’autore;
· la certezza del plagio.
Per quanto riguarda il primo punto, il Tribunale ha ritenuto che CALVIN goda della tutela autorale. Durante il corso del giudizio si è proceduto sia ad un’ampia produzione documentale, sia ad una dettagliata spiegazione dei motivi per cui CALVIN non è un semplice bambino quasi disegnato a caso, ma un personaggio con una propria caratterizzazione che lo rende distinguibile da qualsiasi altro fumetto presente sul mercato. Del resto la giurisprudenza, anche straniera, non ha esitato a riconoscere la tutela autorale ai seguenti personaggi: Tarzan in quanto “uomo nato e vissuto nella giungla che comunica con gli animali ma che è anche capace di provare sensazioni umane”; Superman che rispetto al genere umano si distingue “per essere venuto sulla terra da un pianeta fantastico”; i Puffi “poiché l’espressione di questo personaggi differisce sensibilmente rispetto all’idea relativamente semplice di raccontare la storia di esseri fantastici della foresta e in quanto ciascun protagonista dei Puffi ha un suo aspetto fisico ed ha sviluppato una propria personalità ed un modo particolare di relazionarsi con gli altri”.
In effetti più problematico potrebbe essere l’approccio dei Giudici in relazione al secondo punto, ossia se i due CALVIN siano sovrapponibili.
È nostra opinione che, ad una visione generale di insieme, i due personaggi siano identici: hanno lo stesso sorriso “maligno”, la stessa maglietta a righe, i medesimi occhi privi di pupilla e la stessa pettinatura.
Controparte ha sostenuto che ad un dettagliato esame i due personaggi risultavano essere differenti. In realtà questa impostazione non è condivisibile. Il plagio non può essere verificato usando la lente di ingrandimento.
La più recente giurisprudenza ritiene infatti che la violazione del diritto d’autore sul personaggio di fantasia presuppone solo la ripresa delle forme espressive per mezzo delle quali sono stati delineati i suoi dati personali.
Nel caso specifico dei fumetti il contenuto del diritto d’autore copre ogni riproduzione dei tratti caratteristici del suo sembiante fisico, cosicché qualsiasi riproduzione diversa da quella originaria che veda il character impegnato in nuove e diverse avventure e quindi raffigurato in nuove e diverse pose costituisce ragionevolmente un’opera derivata da quella originaria. Ed è proprio questo il punto: il plagio sussiste anche se CALVIN non è mai stato disegnato da Mr. Watterson nell’atto di urinare.
Ineccepibile appare dunque l’ordinanza di cui discute, che ha ritenuto tanto la tutela autorale, quanto il plagio, proprio perché non vi può esser spazio per un CALVIN incontinente….




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