Cultura, società  -  Maria Rita Mottola  -  02/01/2023

Sono rimasta silente molto tempo

Nel passato ho parlato forse troppo, forse con troppa passione, certamente non sono stata compresa.

L’assenza di solidarietà da parte di coloro che si autoproclamano difensori dei “deboli” per me che con molti altri ho scelto in assenza di libertà di non sottomettermi a una violenza di Stato di stampo antico e sempre presente e ho rischiato di non poter più esercitare la mia professione, mi ha ferito. Ma tutto passa e il tempo rende più tollerabili le ferite e meno pesante il giogo dell’inimicizia. Dobbiamo essere sale e il sale deve essere poco per poter dare sapore, dobbiamo essere lievito ed è sufficiente una quantità minima per poter far crescere la farina e l’acqua e cuocere l’alimento più antico e migliore del mondo.

Siamo figli di Dio e in quanto tali rivendichiamo la libertà dei figli di Dio.

Perché troppo spesso si cita a sproposito quella frase che ha fondato, a dispetto della classe borghese che si accredita immeritatamente la creazione, la società in cui viviamo. Troppo spesso si confondono le acque per negare ciò che è palese. Dare a Cesare quel che è di Cesare significa che i cristiani debbono dare sempre e in ogni momento a Dio quello che è di Dio anche contro i divieti del cesare di turno e che devono dare a Cesare quel che è di Cesare e cioè vivere nella società secondo le regole ma anche opponendosi alle regole ingiuste, lottando perché le regole siano sane e utili a tutti. Vuol dire interessarsi alle cose del mondo per comprenderle e attingere all’informazione per costruirsi una coscienza sociale. E l’ipocrisia dell’informazione falsa che addebita la falsità a chi cerca di comprendere e sapere è ormai palese. Giornalisti che forse sarebbe meglio definire scribacchini diffondo notizie menzognere, le modificano continuamente, ricopiano veline obbedienti al potere.  Vuol dire pagare le tasse ma non sostenere che il barista che talvolta non fa lo scontrino sia il male del mondo ed acquistare da Amazon che non paga le tasse, giubila i poveri piccoli imprenditori, non corrisponde il giusto salario e sfrutta le maestranze. Questo non è dare a Cesare ed è contro Dio.

L’ipocrisia che governa il mondo è tipica della classe borghese che è priva di passato e di etica, sostituita dalla morale fai da te, e che fonda la propria presenza sociale sul denaro, denaro come metodo di potere e di oppressione.

Un esempio?

La sera passiamo un’ora e mezza mio marito ed io guardando un film (no Netflix ovviamente), lo lascio scegliere a lui. Qualche tempo fa vedemmo un bel film svizzero. La storia di alcune donne che avevano preso coscienza dell’importanza del voto a loro negato in occasione del referendum. Il referendum ebbe esito positivo e le donne svizzere poterono votare. Vittoria delle donne? Forse, senz’altro grande esempio di come l’uomo possa fare la cosa giusta. Perché chi partecipò al referendum per abrogare la legge che vietava il diritto di voto alle donne? Ovviamente solo uomini perché solo loro avevano diritto al voto! Quindi furono gli uomini a ritenere giusta la modifica a favore delle donne.

È buffo come una discesa dal basso appare come una salita, nevvero? Basta spostare il punto di osservazione e tutto cambia.

Auguro a me stessa e a tutti voi di essere in grado di cambiare il punto di osservazione per guardare il mondo in lontananza, in prospettiva, in interezza e, chissà, così cambiare le cose che non vanno.

 




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