... le donne che arrivano a calpestarsi l’una con l’altra pur di farsi un selfie con Salvini, con Di Maio, ieri con Renzi o con Berlusconi, e che mettono poi verosimilmente in cornice a casa loro la foto sul giornale, che le ritrae appunto truccate, in prima fila, sorridenti, vincenti, abbracciate, estatiche, dominate da gorgoglii segreti, trionfali, accanto al loro idolo politico di turno il quale sorride anche lui compiaciuto, soddisfatto, con un’aria non tanto diversa da Mussolini quando sbirciava le donne in attesa (?) nell’anticamera accanto al suo talamo semi-imperiale a Palazzo Venezia
… oppure i professori universitari (et similia) pronti a fare e a dire qualsiasi cosa pur di essere assunti da Salvini, da Di Maio, ieri da Renzi o da Berlusconi, in qualche posto di governo, di sottogoverno, in qualche consiglio di amministrazione, in qualche luogo italiano di comando, che sia tale comunque, da allora in avanti, da far loro presiedere qualcosa, da farli comparire sui giornali, da giustificare sistematiche apparizioni in tivù, dove reciteranno volta a volta la parte dell’esperto sottile, del pavone appagato, del collerico intellettuale puro e inconquistabile