Cultura, società  -  Maria Rita Mottola  -  27/01/2022

Shoah, numeri, leggi, protagonisti. La Storia insegna?

Il perdono non dimentica, il perdono fa un passo oltre, ma non dimentica, tutto rimane nella memoria. Come tutto rimane nella memoria  di Dio perché Egli, al di fuori del tempo e dello spazio, in un infinito e inenarrabile presente, non può dimenticare.

E noi, se pur divini, siamo umanamente umani.

E a noi, dunque,  l’arduo compito di perdonare e non dimenticare. Perché è molto più facile perdonare dimenticando. E ancor più facile perdonare ricordando solo quello che aggrada e urlando insulti a tutti coloro che vorrebbero riportare la realtà della memoria.

I numeri. Trovo tragici quegli Zero che formano i numeri delle vittime. Sono Zero, simbolo del nulla. Invece 1, 5, 8 oppure 55103 sono numeri concreti, numeri che parlano, che non sono vuoti di significato, non sono Zero oppure nulla se vi aggrada, sono persone uno, ciascuno e 55103.

Perché 55103? perché corrisponde al numero dei cittadini italiani e stranieri di origine ebraica presenti in Italia durante il periodo delle persecuzioni, per l’esattezza 45.361 italiani e 9742 di cittadinanza straniera. Come facciamo ad esserne così sicuri?

Nel ventennio, come è facile immaginare, vi era un Governo con Ministeri, Ministri e Capo del Governo (Mussolini per l’esattezza), un Capo dello Stato (il Re per l’esattezza) e un Parlamento che legiferava. Molte sono le leggi specifiche destinate a discriminare i cittadini ebrei. [1]

Qui preme ricordare il Regio decreto-legge  5 settembre 1938, XVI, n. 1539 promulgato dal Re Vittorio Emanuele III di Savoia (per non dimenticare) che istituisce, presso il Ministero dell’interno, il Consiglio superiore per la demografia e la razza.

Era un organismo consultivo e formato dal presidente dell’Istituto centrale di statistica; dal direttore generale per la Demografia e la razza; dal direttore generale della Sanità pubblica; dal presidente dell’Opera nazionale per la maternità ed infanzia; dal presidente dell’Unione fascista fra le famiglie numerose; da due rappresentanti del Partito Nazionale Fascista, designati dal Segretario del P. N. F., Ministro Segretario di Stato; da  due rappresentanti del Ministero dell’Africa Italiana; da un rappresentante per ciascuno dei ministeri per gli affari esteri, di grazia e giustizia, delle finanze, dell’educazione nazionale, delle corporazioni e della cultura popolare, designati dalle rispettive Amministrazioni. Un organismo consultivo del Governo diretto a dare supporto nella fase di discriminazione razziale.

Tale atto legislativo fu preceduto dal manifesto della razza firmato da scienziati e docenti universitari e per l’esattezza: Lino Businco, docente di patologia generale, ‘Università di Roma; Lidio Cipriani, docente di antropologia, Università di Firenze; Arturo Donaggio, docente di neuropsichiatria, Università di Bologna, nonché presidente della Società Italiana di Psichiatria; Leone Franzi, docente di pediatria, Università di Milano; Guido Landra, docente di antropologia, Università di Roma; Nicola Pende, docente di endocrinologia, Università di Roma, nonché direttore dell’Istituto di Patologia Speciale Medica; Marcello Ricci, docente di zoologia, Università di Roma; Franco Savorgnan, docente di demografia, Università di Roma, nonché presidente dell’Istituto Centrale di Statistica; Sabato Visco, docente di fisiologia, Università di Roma, nonché direttore dell’Istituto Nazionale di Biologia presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche; Edoardo Zavattari, direttore dell’Istituto di Zoologia dell’Università di Roma.  Sempre per non dimenticare.

Come vedete il così detto Manifesto della Razza fascista era un documento “scientifico”  sottoscritto da scienziati illustri.

Tali concetti nascono su un substrato culturale tutto italiano? Certamente no, tutto viene da lontano, più esattamente dall’Inghilterra del XVII secolo e via via sino all’anno 1880 quando, dopo la pubblicazione del testo L’origine della specie di Charles Darwin, inizia a parlarsi di  evoluzionismo sociale. Ideologia che prende spunto dalle teorie (pseudo) scientifiche dell’illustre naturalista inglese applicate alla società, Herbert Spencer ne fu il mentore, sostenitore, ovviamente,  di un capitalismo fondato sul principio del laissez-faire che ama uno Stato minimo nei confronti delle classi meno abbienti (nessun sostegno, nessuna previdenza o assistenza o il minimo indispensabile per non fomentare rivolte) ma accondiscendente con il potere finanziario e industriale. Una teoria sociale che conferma l’ineluttabilità dell’esistenza di poveri e  ricchi, di disagiati e favoriti, di potenti e miseri. Tutto sotto il cappello della scienza.

Certamente in Italia non ci facciamo mancare nulla e abbiamo così dato i natali a Marco Ezechia Lombroso conosciuto come Cesare. Il secondo nome vi dice qualcosa? Esattamente come pensate, Lombroso nasce in una famiglia di ebrei osservanti. Partecipa alle guerre dei Piemontesi contro il Regno Borbone e sviluppa la teoria del criminale per nascita e anche del cretino per nascita. Per l’esattezza i Veneti sarebbero cretini per nascita e i calabresi criminali per nascita.

Pare che Lombroso nel 1882 sia stato radiato dalla Società Italiana di Antropologia ed Etnologia (aderiva al positivismo, era ateo e si era convertito allo spiritismo abbandonando la religione dei suoi padri che lo spiritismo condanna come gravissimo peccato contro Jahvé)  ma nel 1876 aveva inaugurato a Torino un museo di psichiatria e criminologia che ancor oggi contiene scheletri e cervelli in formalina di cretini e criminali, presunti o veri che siano.

Ciò che sappiamo è che rilasciò una perizia nel processo intentato a Napoli contro il soldato Misdea, Calabrese di Girifalco, che, dopo numerose offese e provocazioni, uccise in un impeto d’ira alcuni suoi commilitoni dell’esercito del regno piemontese e sabaudo,  quale  perito nominato dal Tribunale, perizia che conclude affermando “la follia criminale e di origine razziale dell’imputato”.[2]

Numeri, andavamo dicendo, e leggi che decretano  la costituzione di Organi consultivi. Organismi che fanno “da sponda” al regime. In questo contesto  e nell’estate del 1938 nasce il censimento degli ebrei in Italia con questi risultati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                                                                                  [3]

Numeri, leggi, organi consultivi.

La Storia insegna? Certamente insegna se dice la verità. E la verità è lì sotto gli occhi di tutti, nei numeri, nei documenti, nelle leggi.

Perché è sacrosanto fare memoria della Shoah, perché, effettivamente fu altro, del tutto diversa dagli altri eccidi e massacri. Non certo nei numeri. Sappiamo quanti armeni crocifissero e trucidarono i turchi, sappiamo quanti russi morirono nei lager per fame e sfinimento, quanti torturati e uccisi dai Khmer Rossi, e prima ancora quanti impalati da Gengis Khan o da Ivan il Terribile? Da eserciti romani e orde barbariche? No, non lo sappiamo. Quindi i numeri non possono fare la differenza.

I motivi forse? Normalmente le guerre di conquista erano dirette all’espansione di regni e imperi per accaparrarsi altre terre e nutrire lo stuolo di schiavi, anche le migrazioni del passato (con buona pace di chi afferma che “ci sono sempre state migrazioni”) non erano sempre pacifiche. I popoli del Nord invasero l’impero certamente in armi. Si usa dire, e non so se corrisponda al vero, che i Normanni erano inarrestabili perché nei villaggi occupati uccidevano il gallo e i cani, così da non lasciare possibilità di allertare i vicini. Gli stermini di intere popolazioni sono dettati da motivi razziali e/o religiosi o dissimulati da motivi razziali e/o religiosi.  E, dunque, neppure il razzismo o la religione può essere un termine di paragone per far assurgere la Shoah a qualcosa di unico che non deve ripetersi.

La barbarie di un mondo senza leggi? Assolutamente no. La violenza della soluzione finale era stata preceduta da leggi emanate da parlamenti e da Governi riconosciuti dal consesso internazionale, che intrattenevano rapporti diplomatici con il mondo intero. Neppure questo può fare la differenza.

E allora cosa mi spinge con urgenza a dire mai più? La scienza, l’orrore di rendere tutto scientificamente giustificato. Gli scienziati che decretano l’inferiorità di una razza rispetto all’altra la studiano, la documentano, adducono prove, misurazioni, esperimenti. E la scienza medica che si fa portabandiera della nuova idea di progresso, che si fa strumento di tortura, esperimenti e morte. I dottor Mengele. L’angelo della morte. Angeli di morte.

Se vogliamo avere una speranza dovremmo fare come suggerisce il pittore veneziano scampato alla chiusura del ghetto di Venezia e ritornato nella città a dipingere quelle che lui chiamava Le pietre. Dovremmo tentare quello che la sua poetica artistica suggerisce: tornare agli albori dell’umanità, là ove l’uomo già esisteva ed era capace di creare opere d’arte nei graffiti della Valcamonica, e là in quel preciso istante recuperare tutta l’umanità che necessita a superare gli orrori e l’orrore.

Senza, però, dimenticare che esiste una sofferenza spirituale che non si riesce a curare, che spesso è inesorabile come narrato con magica sensibilità in film degli anni ’90 che racconta la storia vera dello scienziato Jona Oberski. [4]

Numeri, leggi, Stato di diritto, scienza e scienziati, medici e angeli della morte.

La Storia insegna? A voi la risposta

[1] Tutti i provvedimenti sono elencati in questo documento di fonte governativa

https://www.governo.it/sites/governo.it/files/leggi_antiebraiche_38_43.pdf

[2] “Salvatore Misdea”, 1884: Follia criminale o determinazione di un soldato del Sud Italia?” di Domenico Romeo e Francesco Antonio Cefalì

[3] Razza e inGiustizia Gli avvocati e i magistrati al tempo delle leggi ebraiche di Antonella Meniconi e Marcello Pezzetti

 

[4] Jona che visse nella balena 1993  Roberto Faenza


Allegati



Autore

immagine A3M

Visite, contatti P&D

Nel mese di Marzo 2022, Persona&Danno ha servito oltre 214.000 pagine.

Libri

Convegni

Video & Film