-  Belotti Andrea  -  24/09/2015

SETTEMBRE, ANDIAMO. E' TEMPO DI MIGRARE Andrea BELOTTI

 

"Settembre, andiamo. E" tempo di migrare"

 

Con l"arrivo dell"autunno, come avviene per la transumanza di cui parla il poeta, tutto pare mettersi in movimento e andare oltre l"usato e il conosciuto. Come le greggi che scendono al piano, anche il caldo, che è simbolo della bella stagione estiva, scende sempre più dalle quote elevate e si avvicina al mare, il solo che nel periodo invernale pare conservare, in taluni giorni di luce e di aria limpida, il tepore, come un lontano ricordo . Sembra quasi che tutto scenda dall"alto per appiattirsi sulla terra, sempre più fredda.

L"estate finisce e con l"estate termina quella lunga stagione dal sapore materno, dolce e accudente, iniziata con il caldo della primavera che, forse non a caso, porta un nome femminile. E" il tempo di muoversi verso aree più impegnative, più aspre e faticose, rappresentate appunto dalla stagione autunnale. Lo si può notare dal dinamismo che pervade le cose e gli uomini e che si sostituisce alle lunghe giornate immobili che si cullano nel luminoso luglio o nel tranquillo e ozioso agosto, dove la luce pervade ogni cosa.

Gli animali cominciano a muoversi, alla ricerca di un riparo dal freddo che sta arrivando.

Dalle nostre colline si può assistere al rito della partenza di stormi di uccelli che, per alcune ore, si allontanano e ritornano agli alberi di partenza, con voli concentrici sempre più lunghi, in un colorito chiasso di cinguettii. I giovani sono impazienti di partire e di vedere il mondo, sono ansiosi di scoprire le meravigliose realtà immaginate al di là del loro nido dove hanno vissuto dalla nascita mentre i più esperti, consapevoli dei rischi delle migrazioni, si fanno coraggio a vicenda e si augurano buon viaggio.

Alla fine tutto lo stormo si allontana fino a scomparire. Vengono in mente gli "esuli pensieri" del poeta. Vivranno per necessità lontano nel periodo invernale ma ritorneranno l"anno prossimo, per una nuova estate, sospinti da nuove speranze.

Le nuvole si rincorrono nel cielo, a volte minacciose e a volte aprendosi improvvisamente a grandi squarci di azzurro, ma sempre in movimento, sospinte da un vento nuovo che ormai ha poco d"estate.

Anche i bambini a settembre, a cominciare dai più piccoli, si allontanano dal tepore della mamma per lidi sconosciuti e minacciosi: hanno il terrore di perdere i soliti punti di riferimento che tanto li tranquillizzavano. Poi piano piano impareranno a camminare, con fatica. E voleranno per voli concentrici sempre più vasti: alla fine della giornata ricomparirà sempre la mamma e, alla fine dell"anno scolastico, ritornerà un"altra volta l"estate, e anche loro incontreranno altri desideri e altre speranze.

Con il desiderio, che è di ogni migrazione, di poter sempre tornare al punto di partenza

"Settembre, andiamo. E" tempo di migrare"




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