Varie  -  Gabriele Gentilini  -  27/03/2022

Risoluzione del Parlamento europeo del 1 marzo 2022 sull'aggressione russa contro l'Ucraina

E' stata pubblicata nella GUUE C125 del 18 marzo 2022,  la risoluzione di cui all'oggetto in merito all'aggressione russa contro l'Ucraina.

Con la stessa viene chiesto il cessate il fuoco e il ritiro delle truppe sul suolo ucraino ed inoltre viene invitata  la Commissione e gli Stati membri a prestare un’assistenza umanitaria ed esorta la Federazione russa a garantire un accesso sicuro e senza ostacoli alle agenzie umanitarie delle Nazioni Unite.

Vengono inoltre definite nella loro efficacia le potenzialità delle sanzioni affinché (punti 16 e 17 della risoluzione) “sia ampliata e che esse siano mirate strategicamente a indebolire l’economia e la base industriale russe, in particolare il complesso militare-industriale, e di conseguenza la capacità della Federazione russa di minacciare la sicurezza internazionale in futuro, e che le sanzioni siano estese alla Bielorussa in ragione del suo appoggio diretto all’invasione russa dell’Ucraina”.

Più precisamente il Parlamento Ue chiede che “siano limitate le importazioni delle più importanti merci di esportazione russe, tra cui petrolio e gas, che siano vietati nuovi investimenti dell’Ue nella Federazione russa e nuovi investimenti russi nell’Ue, che l’accesso di tutte le banche russe al sistema finanziario europeo sia bloccato, che la Federazione russa e la Bielorussia siano escluse dal sistema Swift e che siano imposte sanzioni secondarie alle banche che utilizzano mezzi alternativi a Swift per operazioni correlate o che siano imposte sanzioni analoghe a quelle contro le banche russe o il sistema bancario russo, e chiede che sia vietato raccogliere fondi o contrarre prestiti sui mercati europei da mercati dei capitali secondari”.

"Chiede, in particolare, che siano limitate le importazioni delle più importanti merci di esportazione russe, tra cui petrolio e gas, che siano vietati nuovi investimenti dell'UE nella Federazione russa e nuovi investimenti russi nell'UE, che l'accesso di tutte le banche russe al sistema finanziario europeo sia bloccato, che la Federazione russa e la Bielorussia siano escluse dal sistema SWIFT e che siano imposte sanzioni secondarie alle banche che utilizzano mezzi alternativi a SWIFT per operazioni correlate o che siano imposte sanzioni analoghe a quelle contro le banche russe o il sistema bancario russo, e chiede che sia vietato raccogliere fondi o contrarre prestiti sui mercati europei da mercati dei capitali secondari; chiede che sia vietato l'accesso agli appalti pubblici dell'UE per l'acquisto di beni e servizi provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia; chiede che sia vietata l'esportazione di prodotti ad alta tecnologia e di beni strategici verso il mercato russo; chiede che i finanziamenti per tutti i programmi di cooperazione in materia di ricerca e innovazione con la Russia sostenuti dai fondi dell'UE siano immediatamente bloccati o revocati e che i programmi interregionali siano sospesi; chiede che i porti dell'UE siano chiusi alle navi russe; chiede di vietare immediatamente ai fondi e alle banche di investimento controllati dalla Russia, come la Banca internazionale per gli investimenti, di operare nell'UE; chiede che alle navi il cui ultimo o successivo porto di scalo si trovi nella Federazione russa sia rifiutato l'accesso a tutti i porti dell'UE, tranne in caso di motivi umanitari giustificati; accoglie con favore la chiusura dello spazio aereo dell'UE ai voli di vettori russi e ai voli di aerei privati russi; chiede l'adozione e l'adeguata applicazione di sanzioni analoghe nei confronti della Bielorussia".

La risoluzione invita, altresì, ad accelerare la riduzione della dipendenza energetica dalla Russia e chiede che il gasdotto Nord Stream 2 sia definitivamente abbandonato. Ribadisce inoltre che la Nato “è il fondamento della difesa collettiva per gli Stati membri che sono alleati Nato” e sottolinea “che tale attacco impone all’Ue e alla Nato di prepararsi ad ogni evenienza”. Il Parlamento Ue ribadisce quindi il suo invito agli Stati membri dell’Ue “inteso ad aumentare la spesa per la difesa, a garantire capacità più efficaci e a sfruttare appieno gli sforzi congiunti di difesa nel quadro europeo”. Invita poi gli Stati membri “ad accelerare la fornitura di armi difensive all’Ucraina”.

Ricordiamo che i principi fondamentali cui va fatto necessariamente riferimento, almeno nel diritto internazionale post westfaliano, sono da riportarsi alla norma consuetudinaria del rispetto della “sovranità territoriale” di uno Stato, in questo caso dell’Ucraina, soggetto autonomo e distinto di diritto internazionale, riconosciuto nella sua piena integrità territoriale e dei confini dalle Nazioni Unite, dalle altre principali organizzazioni internazionali e dalla comunità degli Stati. 

La nascita del sistema moderno di regole giuridiche internazionali viene generalmente ricondotta all’epoca della formazione degli Stati nazionali, che può riportarsi alla fine della Guerra dei Trent’Anni, acclarata dalla Pace di Westfalia del 1648.  In questo evento storico si riscontra il termine, fino a quel tempo dominante, di una configurazione che fino a quel punto aveva visto un'impostazione del potere che trovava il suo vertice nell’Impero o nel Papato. Dopo la pace di Westfalia si affermò la predominanza degli Stati nazionali la cui sovranità ed indipendenza non ammetteva autorità superiori. 

Il nuovo contesto che si venne a determinare riconduceva dunque ad una pluralità di Stati europei posti su uno stesso piano ordinamentale politico e giuridico che riscontrava i due criteri della sovranità ed indipendenza, Stati tra loro connessi, come soggetti giuridici di una comunità internazionale, da tutta una serie di interessi politici, economici e militari, per i quali si arrivava all'impegno a formulare tutta una serie di regole e discipline che potessero essere da tutti condivisi secondo un criterio di reciprocità. In tutto questo contesto emergeva un assetto diplomatico volto a coordinare le relazioni tra i vari soggetti della neoricostituita comunità internazionale, anche con riferimento al cd diritto bellico  su cui pure si erano, già prima di allora, venute a costituire tutta una serie di norme consuetudinarie e scritte soprattutto al fine di mitigarne gli effetti.

Venendo a tempi storici a noi più vicini, veniamo alle guerre mondiali scoppiate nel corso del ventesimo secolo a seguito delle quali si è venuto a determinare un nuovo ordine mondiale nei rapporti tra le componenti della comunità universale in cui il diritto internazionale ha costituito un punto di riferimento nel riconoscere la piena sovranità ed indipendenza a tutta una serie di soggetti statuali tra loro pari ordinati e ad assicurare tra gli stessi la pace e la prosperità economico sociale. Tutto ciò, anche sulla scorta delle atrocità rilevate nei due conflitti mondiali, ha condotto in linea di principio a ripudiare la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie tra gli Stati, principi che hanno guidato la costituzione della Società delle nazioni prima e dopo la carta delle Nazioni Unite in cui si veniva ad istituire  una funzione organizzata tra gli Stati e dunque  sovranazionale della funzione di polizia internazionale.

Nel caso concreto dell'aggressione perpetrata nei confronti dello stato ucraino non potrebbe bastare, almeno alla luce delle norme giuridiche internazionali,  il richiamo a tale principio di autodeterminazione dei popoli - non ampliabile alle minoranze etniche fatto salvo il loro diritto ad ottenere forme di rappresentanza speciale in senso allo stato sovrano ed indipendente entro i cui confini sono ricomprese - che legittima quelle che vengono definite come guerre di liberazione nazionale. Questo principio è ammesso solo in determinate circostanze, ovvero quanto risulta attestato nel protocollo addizionale del 1977 alle convenzioni di Ginevra (art. 1, par. 4 e patto sui diritti civili e  politici del 1996) che i popoli sono costretti a lottare contro la dominazione coloniale e l’occupazione straniera e contro regimi razzisti. 

Gioverebbe in questa sede ricordare anche gli accordi di Helsinki del luglio, agosto 1975, aderiti anche dall'allora URSS. L'Atto finale della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa, noto anche come Atto finale di Helsinki, Accordi di Helsinki o Dichiarazione di Helsinki, venne firmato da trentacinque stati, finalizzato ad un tentativo di miglioramento delle relazioni tra il blocco sovietico e l'occidente.

L’Atto Finale di Helsinki tratteggiò e costituì alcuni obblighi giuridici inderogabili, richiamati in alcuni specifici titoli, che seguono:

“I. Eguaglianza sovrana, rispetto dei diritti inerenti alla sovranità;

II. Non ricorso alla minaccia o all’uso della forza;

III. Inviolabilità delle frontiere;

IV. Integrità territoriale degli Stati;

V. Risoluzione pacifica delle controversie

VI. Non intervento negli affari interni”.

La Carta delle Nazioni Unite all’articolo 2 paragrafo 4 impone in particolare agli Stati di astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza dirette “contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato”.

Inoltre non può non ricordarsi la codificazione di cui all'art. 51 della carta delle Nazioni Unite, che ha cristallizzato in ogni caso una norma consuetudinaria del diritto internazionale, secondo cui "nessuna disposizione del presente Statuto pregiudica il diritto naturale di autotutela individuale o collettiva, nel caso che abbia luogo un attacco armato contro un Membro delle Nazioni Unite, fintantoché il Consiglio di Sicurezza non abbia preso le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionale. Le misure prese da Membri nell'esercizio di questo diritto di autotutela sono immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza e non pregiudicano in alcun modo il potere e il compito spettanti, secondo il presente Statuto, al Consiglio di Sicurezza, di intraprendere in qualsiasi momento quell'azione che esso ritenga necessaria per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale.

La Risoluzione 3314 (XXIX) dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 14 dicembre 1974, definisce quali condotte debbono considerarsi “atti di aggressione”, di cui segue il testo:

“a) l’invasione o l’attacco da parte di forze armate di uno Stato del territorio di un altro Stato o qualunque occupazione militare, anche temporanea, che risulti da detta invasione o attacco o qualunque annessione, mediante l’uso della forza, del territorio di un altro Stato o di parte dello stesso;

b) il bombardamento da parte delle forze armate di uno Stato contro il territorio di un altro Stato o l’impiego di qualsiasi altra arma da parte di uno Stato contro il territorio di un altro Stato;

c) il blocco dei porti o delle coste di uno Stato da parte delle forze armate di un altro Stato; d) l’attacco da parte delle forze armate di uno Stato contro le forze armate terrestri, navali o aeree di un altro Stato o contro la sua flotta navale o aerea;

e) l’utilizzo delle forze armate di uno Stato che si trovano nel territorio di un altro Stato con l’accordo di quest’ultimo, in violazione delle condizioni stabilite nell’accordo, o qualunque prolungamento della loro presenza in detto territorio dopo il termine dell’accordo;

f) il fatto che uno Stato permetta che il suo territorio, messo a disposizione di un altro Stato, sia utilizzato da quest’ultimo per commettere un atto di aggressione contro uno Stato terzo;

g) l’invio da parte di uno Stato, o in suo nome, di bande, gruppi, forze irrego­lari o mercenari armati che compiano atti di forza armata contro un altro Stato di gravità tale da essere equiparabili agli atti sopra citati o che parte­cipino in modo sostanziale a detti atti.”

Si ricorda anche quanto disposto negli artt. 52 e 53 della Carta delle Nazioni Unite.

Quanto al titolo sugli " Accordi regionali è previsto che

  1. Nessuna disposizione del presente Statuto preclude l'esistenza di accordi od organizzazioni regionali per la trattazione di quelle questioni concernenti il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale che si prestino ad un'azione regionale, purché tali accordi od organizzazioni e le loro attività siano conformi ai fini ed ai principi delle Nazioni Unite.
    2. I Membri delle Nazioni Unite che partecipino a tali accordi od organizzazioni devono fare ogni sforzo per giungere ad una soluzione pacifica delle controversie di carattere locale medianti tali accordi od organizzazioni regionali prima di deferirle al Consiglio di Sicurezza.
    3. Il Consiglio di Sicurezza incoraggia lo sviluppo della soluzione pacifica delle controversie di carattere locale, mediante gli accordi o le organizzazioni regionali, sia su iniziativa degli Stati interessati, sia per deferimento da parte del Consiglio di Sicurezza.
    4. Questo articolo non pregiudica in alcun modo l'applicazione degli articoli 34 e 35.

Articolo 53
1. Il Consiglio di Sicurezza utilizza, se del caso, gli accordi o le organizzazioni regionali per azioni coercitive sotto la sua direzione. Tuttavia, nessuna azione coercitiva potrà venire intrapresa in base ad accordi regionali o da parte di organizzazioni regionali senza l'autorizzazione del Consiglio di Sicurezza, eccezion fatta per le misure contro uno Stato nemico, ai sensi della definizione data dal paragrafo 2 di questo articolo, quali sono previste dall'articolo 107 o da accordi regionali diretti contro un rinnovarsi della politica aggressiva da parte di un tale
Stato, fino al momento in cui l'organizzazione potrà, su richiesta del Governo interessato, essere investita del compito di prevenire ulteriori aggressioni da parte del detto Stato.
2. L'espressione "Stato nemico" quale è usata nel paragrafo 1 di questo articolo si riferisce ad ogni Stato che durante la seconda guerra mondiale sia stato nemico di uno dei firmatari del presente Statuto.

segue la risuluzione del P.E.

***********************************************************************

RISOLUZIONI
PARLAMENTO EUROPEO
P9_TA(2022)0052
Aggressione russa contro l'Ucraina
Risoluzione del Parlamento europeo del 1o marzo 2022 sull'aggressione russa contro l'Ucraina (2022/2564(RSP))
(2022/C 125/01)

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulla Russia e l'Ucraina, in particolare quella del 16 dicembre 2021 sulla situazione al confine ucraino e nei territori dell'Ucraina occupati dalla Russia(1),

–  viste le dichiarazioni sull'Ucraina dei leader del Parlamento europeo del 16 e 24 febbraio 2022,

–  vista la dichiarazione resa il 24 febbraio 2022 dall'alto rappresentante a nome dell'UE sull'invasione dell'Ucraina da parte delle forze armate della Federazione russa,

–  viste le dichiarazioni del Presidente del Consiglio europeo e della Presidente della Commissione del 24 febbraio 2022 sull'aggressione militare senza precedenti e non provocata della Russia contro l'Ucraina,

–  viste le recenti dichiarazioni del Presidente dell'Ucraina e del Presidente della Commissione sulla situazione in Ucraina,

–  vista la dichiarazione del G7 del 24 febbraio 2022,

–  visto il memorandum di Budapest sulle garanzie di sicurezza del 1994,

–  visti i principi di Norimberga elaborati dalla Commissione di diritto internazionale delle Nazioni Unite che determinano ciò che costituisce un crimine di guerra,

–  visto lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale del 17 luglio 1998,

–  viste le conclusioni del Consiglio europeo del 24 febbraio 2022,

–  vista la Carta delle Nazioni Unite,

–  visti l'Atto finale di Helsinki del 1° agosto 1975 e i successivi documenti,

–  visto l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che, in conformità della Carta delle Nazioni Unite e dei principi del diritto internazionale, tutti gli Stati godono di pari sovranità e devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall'uso della forza contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica di qualsiasi Stato;

B.  considerando che il 24 febbraio 2022 la Federazione russa ha lanciato un'invasione non provocata e ingiustificata dell'Ucraina;

C.  considerando che l'aggressione militare contro l'Ucraina è stata avviata in parte dal territorio della Bielorussia, che ha aiutato e reso possibile l'aggressione russa; che il presidente illegittimo della Bielorussia ha appena indetto un referendum fittizio al fine di modificare la costituzione e compromettere la neutralità della Bielorussia; che la presenza di armi nucleari russe sul territorio bielorusso costituirebbe una minaccia per la sicurezza dell'Europa;

D.  considerando che il 21 febbraio 2022 la Federazione russa ha riconosciuto unilateralmente l'indipendenza dei territori controllati dalle forze separatiste sostenute dalla Russia in alcune parti delle regioni ucraine di Donetsk e Lugansk, il che di fatto ha determinato il fallimento degli accordi di Minsk; che le azioni della Federazione russa costituiscono un'aggressione militare premeditata in palese violazione del diritto internazionale, della Carta delle Nazioni Unite e dei principi sanciti nell'Atto finale di Helsinki del 1975 e compromettono gravemente la sicurezza e la stabilità europea e mondiale;

E.  considerando che le forze armate ucraine guidate dal Presidente Volodymyr Zelenskyy mantengono il controllo della quasi totalità del territorio dell'Ucraina, inclusa la capitale Kiev e le regioni meridionali del paese, impedendo all'invasore russo di conseguire gli obiettivi prestabiliti, tra cui l'eliminazione della leadership ucraina democraticamente eletta;

F.  considerando che la Federazione russa ha deliberatamente depistato e vanificato gli sforzi diplomatici volti a trovare una soluzione all'attuale crisi, di cui è responsabile, al fine di guadagnare il tempo e il vantaggio tattico necessari per preparare un'aggressione militare su vasta scala nei confronti dell'Ucraina e l'invasione di quest'ultima;

G.  considerando che il Consiglio dell'Unione europea ha adottato una prima serie di sanzioni nei confronti della Russia, tra cui sanzioni individuali mirate, sanzioni economiche e finanziarie e restrizioni commerciali e continua a preparare ulteriori sanzioni in stretto coordinamento con gli alleati transatlantici e altri partner internazionali che condividono gli stessi principi;

H.  considerando che il 27 febbraio 2022 la Presidente della Commissione ha rilasciato una dichiarazione sullo stato attuale e futuro delle relazioni con l'Ucraina, in cui ha dichiarato: "[...] la loro appartenenza è con noi. Sono uno di noi e li vogliamo nell'UE"; che un numero sempre crescente di civili ucraini sta perdendo la vita durante questa guerra mossa dal Cremlino contro la popolazione ucraina; che centinaia di persone sono state ferite e diverse centinaia di migliaia hanno lasciato le loro case o sono fuggite nei paesi vicini; che sono state segnalate numerose violazioni del diritto internazionale umanitario commesse dalle truppe russe, tra cui il bombardamento indiscriminato di zone abitate, ospedali e asili, il saccheggio di proprietà pubbliche e private e la spietata distruzione di infrastrutture civili; che oltre 14 000 persone, tra militari e civili, hanno perso la vita in più di otto anni di conflitto fomentato dalla Federazione russa nell'Ucraina orientale e che i mezzi di sussistenza della popolazione nei territori ucraini controllati e annessi dalla Russia e nelle regioni circostanti continuano ad essere gravemente colpiti;

1.  condanna con la massima fermezza l'aggressione militare illegale, non provocata e ingiustificata della Federazione russa nei confronti dell'Ucraina e l'invasione di quest'ultima nonché il coinvolgimento della Bielorussia in tale aggressione;

2.  chiede che la Federazione russa ponga immediatamente fine a tutte le attività militari in Ucraina, ritiri incondizionatamente tutte le forze militari e paramilitari e le attrezzature militari da tutto il territorio dell'Ucraina riconosciuto a livello internazionale e rispetti pienamente l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale;

3.  sottolinea che l'aggressione militare e l'invasione costituiscono una grave violazione del diritto internazionale, e in particolare della Carta delle Nazioni Unite, e invita la Federazione russa a tornare ad adempiere alle sue responsabilità in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ai fini del mantenimento della pace e della sicurezza, nonché a rispettare gli impegni assunti nel quadro dell'Atto finale di Helsinki, della Carta di Parigi per una nuova Europa e del Memorandum di Budapest; ritiene che l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia costituisca un attacco non solo contro un paese sovrano, ma anche contro i principi e il meccanismo di cooperazione e di sicurezza in Europa e contro l'ordine internazionale fondato su regole, quale definito dalla Carta delle Nazioni Unite;

4.  condanna fermamente l'utilizzo del territorio bielorusso da parte dell'esercito russo, con l'appoggio delle forze bielorusse, per lanciare un'aggressione militare contro l'Ucraina, ed esprime profonda preoccupazione per i rischi posti dall'abbandono da parte della Bielorussia della propria neutralità e dall'accoglienza che il paese offre all'esercito russo;

5.  esprime una totale solidarietà al popolo dell'Ucraina, che ha già sofferto durante gli otto anni di guerra nel paese, e condanna con la massima fermezza le azioni della Russia contro l'Ucraina;

6.  plaude all'estremo coraggio dimostrato dal popolo ucraino, dal suo eroico Presidente Volodymyr Zelenskyy e dai valorosi soldati che stanno difendendo il loro paese dall'invasore russo; invita il mondo libero a sostenere la loro lotta per la pace e la libertà con tutti i mezzi disponibili;

7.  esorta a proseguire gli sforzi diplomatici intesi a fermare l'aggressione russa contro l'Ucraina e a trovare una soluzione pacifica basata sul rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina e dei principi del diritto internazionale, come pure del diritto dell'Ucraina di decidere sulle future alleanze senza ingerenze esterne; esorta la Federazione russa a riprendere la via del dialogo e della diplomazia al fine di salvare la popolazione dell'Ucraina e non solo, come pure la sua popolazione, dal flagello della guerra;

8.  denuncia il riconoscimento unilaterale da parte della Federazione russa dell'indipendenza delle regioni ucraine di Donetsk e Lugansk, occupate dalla Russia, ed esorta tutti i paesi ad astenersi dall'unirsi a tale riconoscimento; ribadisce che l'UE non riconosce e continua a condannare l'annessione illegale della Crimea in quanto violazione del diritto internazionale e mantiene l'impegno ad attuare pienamente la propria politica di non riconoscimento, anche attraverso misure restrittive e la cooperazione nei consessi internazionali;

9.  respinge categoricamente la retorica russa che fa riferimento al possibile ricorso ad armi di distruzione di massa, nel contesto di un'architettura globale di non proliferazione, disarmo e controllo delle armi già deteriorata ed erosa; ricorda alla Federazione russa i suoi obblighi internazionali e mette in guardia dai pericoli di un'escalation nucleare del conflitto; esprime preoccupazione per il fatto che la Federazione russa sta innalzando il livello di allerta del suo arsenale nucleare; ricorda alla Federazione russa che qualsiasi provocazione alla frontiera di uno Stato membro e qualsiasi attacco contro navi nel bacino del Mar Nero possono causare una nuova escalation del conflitto;

10.  esprime profondo dolore per la tragica perdita di vite umane e le sofferenze causate dall'aggressione russa e sottolinea che gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili come pure gli attacchi indiscriminati sono vietati a norma del diritto internazionale umanitario e costituiscono pertanto crimini di guerra;

11.  sottolinea la necessità di prestare una particolare attenzione ai gruppi vulnerabili, alle minoranze, nonché alle donne e ai minori, in quanto essi sono particolarmente colpiti nelle situazioni di conflitto e necessitano di una protezione e di un sostegno speciali, in particolare i minori affidati a strutture di assistenza istituzionale, i minori non accompagnati e i minori con disabilità e altre malattie gravi, inclusi i tumori infantili, e sottolinea la necessità di garantire che essi continuino a ricevere le cure e le terapie salvavita necessarie e siano immediatamente evacuati in zone sicure;

12.  invita la Commissione e gli Stati membri a prestare un'assistenza umanitaria di emergenza supplementare all'Ucraina, in cooperazione con le agenzie umanitarie delle Nazioni Unite e con altre organizzazioni partner internazionali; esorta la Federazione russa a garantire un accesso sicuro e senza ostacoli alle agenzie umanitarie delle Nazioni Unite, anche nelle regioni dell'Ucraina orientale temporaneamente non controllate dal governo;

13.  accoglie con favore l'impegno assunto dalla Commissione e dalla Presidenza francese del Consiglio ad attivare la direttiva sulla protezione temporanea(2), al fine di garantire una protezione immediata a tutti i rifugiati provenienti dall'Ucraina; esorta gli Stati membri ad approvare tale proposta alla riunione del Consiglio "Giustizia e affari interni" del 4 marzo 2022; esorta il Consiglio a ripartire equamente tra gli Stati membri la responsabilità per l'accoglienza dei rifugiati che arrivano alle frontiere esterne dell'UE; invita la Commissione a istituire un meccanismo di solidarietà per ricollocare in altri Stati membri i rifugiati provenienti dall'Ucraina che sono arrivati in Polonia, Ungheria, Romania e Slovacchia, e chiede una sospensione a livello dell'UE delle operazioni di rimpatrio verso l'Ucraina; invita gli Stati membri a prorogare la validità dei visti degli studenti ucraini e di altri titolari di visti ucraini;

14.  accoglie con favore l'approccio attivo adottato dai governi di Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Slovacchia e Moldova, che tengono aperte le frontiere e forniscono mezzi di evacuazione, rifugio, aiuti di emergenza, assistenza medica e asilo alle persone in fuga dalla guerra in Ucraina e dal rischio di persecuzioni, sia che si tratti di cittadini ucraini o non ucraini; invita il Consiglio e la Commissione a prevedere un finanziamento supplementare per tali paesi in quanto principali punti di ingresso dei rifugiati ucraini nell'UE; invita il Consiglio e la Commissione a non sospendere l'accordo di esenzione dal visto con l'Ucraina; invita tutti gli Stati membri ad ammettere l'ingresso di cittadini non ucraini in fuga dal conflitto e dalla guerra come obiettori di coscienza provenienti dalla Russia; ricorda a tutti gli Stati membri dell'UE la loro responsabilità di rispettare i diritti fondamentali di tutti i richiedenti asilo in cerca di protezione nell'Unione, indipendentemente dalla loro nazionalità, e di porre fine ai respingimenti; condanna il razzismo vissuto dagli studenti africani e mediorientali ai quali è stato impedito di salire a bordo di autobus e treni in Ucraina per raggiungere la frontiera o che sono stati bloccati alla frontiera, impedendo loro in tal modo di richiedere protezione;

15.  accoglie con favore la rapida adozione di sanzioni da parte del Consiglio allo scopo di persuadere la Federazione russa a cessare gli attacchi contro l'Ucraina; insiste tuttavia, alla luce dei recenti attacchi, in particolare quelli contro zone residenziali e infrastrutture civili, sulla necessità di adottare altre sanzioni severe;

16.  chiede che la portata delle sanzioni sia ampliata e che esse siano mirate strategicamente a indebolire l'economia e la base industriale russe, in particolare il complesso militare-industriale, e di conseguenza la capacità della Federazione russa di minacciare la sicurezza internazionale in futuro, e che le sanzioni siano estese alla Bielorussa in ragione del suo appoggio diretto all'invasione russa dell'Ucraina;

17.  chiede, in particolare, che siano limitate le importazioni delle più importanti merci di esportazione russe, tra cui petrolio e gas, che siano vietati nuovi investimenti dell'UE nella Federazione russa e nuovi investimenti russi nell'UE, che l'accesso di tutte le banche russe al sistema finanziario europeo sia bloccato, che la Federazione russa e la Bielorussia siano escluse dal sistema SWIFT e che siano imposte sanzioni secondarie alle banche che utilizzano mezzi alternativi a SWIFT per operazioni correlate o che siano imposte sanzioni analoghe a quelle contro le banche russe o il sistema bancario russo, e chiede che sia vietato raccogliere fondi o contrarre prestiti sui mercati europei da mercati dei capitali secondari; chiede che sia vietato l'accesso agli appalti pubblici dell'UE per l'acquisto di beni e servizi provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia; chiede che sia vietata l'esportazione di prodotti ad alta tecnologia e di beni strategici verso il mercato russo; chiede che i finanziamenti per tutti i programmi di cooperazione in materia di ricerca e innovazione con la Russia sostenuti dai fondi dell'UE siano immediatamente bloccati o revocati e che i programmi interregionali siano sospesi; chiede che i porti dell'UE siano chiusi alle navi russe; chiede di vietare immediatamente ai fondi e alle banche di investimento controllati dalla Russia, come la Banca internazionale per gli investimenti, di operare nell'UE; chiede che alle navi il cui ultimo o successivo porto di scalo si trovi nella Federazione russa sia rifiutato l'accesso a tutti i porti dell'UE, tranne in caso di motivi umanitari giustificati; accoglie con favore la chiusura dello spazio aereo dell'UE ai voli di vettori russi e ai voli di aerei privati russi; chiede l'adozione e l'adeguata applicazione di sanzioni analoghe nei confronti della Bielorussia;

18.  sottolinea la necessità di mantenere un approccio coerente nei confronti delle sanzioni senza deroghe indotte da interessi settoriali o nazionali; sottolinea la necessità che gli Stati membri riconoscano e accettino che sanzioni severe nei confronti della Federazione russa comporteranno inevitabilmente effetti negativi sulla loro situazione economica e invita la Commissione a individuare e ad agevolare mezzi e modalità per affrontare le conseguenze economiche e sociali delle sanzioni;

19.  sottolinea che è necessario fare il possibile per riportare la Russia al tavolo dei negoziati; ricorda che l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, in quanto accordo regionale ai sensi del capitolo VIII della Carta delle Nazioni Unite, continua a essere l'organizzazione di prima istanza per la soluzione pacifica delle controversie nella regione; chiede che siano utilizzati i meccanismi di risoluzione delle crisi delle Nazioni Unite; invita l'UE, i suoi Stati membri e gli Stati Uniti a portare avanti i loro sforzi diplomatici per porre fine alla guerra in Ucraina;

20.  chiede un cessate il fuoco immediato e incondizionato; chiede che i canali di comunicazione con la Russia restino aperti e che le parti interessate siano pronte al dialogo e ai negoziati fino a quando il cessate il fuoco sarà effettivo e la guerra conclusa;

21.  insiste sul fatto che tutte le future sanzioni devono continuare ad essere strettamente coordinate con gli alleati transatlantici e i partner internazionali che condividono gli stessi principi, al fine di massimizzarne l'efficacia;

22.  ribadisce i suoi precedenti inviti a ridurre in modo significativo la dipendenza energetica, in particolare dal gas, dal petrolio e dal carbone russi, segnatamente con la diversificazione delle fonti energetiche, anche ampliando i terminali e le rotte di approvvigionamento del gas naturale liquefatto, separando lo stoccaggio del gas e aumentando l'efficienza energetica e la velocità della transizione verso un'energia pulita; chiede che il gasdotto Nord Stream 2 sia definitivamente abbandonato e accoglie pertanto con favore la decisione del governo tedesco di bloccare la certificazione di Nord Stream 2; invita la Commissione e gli Stati membri a creare un meccanismo di coordinamento e a utilizzare tutti i possibili depositi di gas al fine di garantire un approvvigionamento ininterrotto di gas in tutta l'UE; invita gli Stati membri, la Commissione e la Banca centrale europea a monitorare attentamente l'impatto dell'attacco russo sulla stabilità finanziaria e sulla stabilità dei prezzi, in particolare per quanto riguarda i prodotti energetici, e a prendere in considerazione misure adeguate per attenuare qualsiasi impatto economico e sociale negativo; invita gli Stati membri a porre fine a qualsiasi collaborazione con la Russia nel settore nucleare, in particolare la cooperazione con Rosatom e le sue controllate, compresa la cooperazione con la Russia in seno all'Agenzia internazionale per l'energia atomica e la risoluzione o la revoca delle licenze di esercizio per tutte le controllate Rosatom; sottolinea che le sanzioni potrebbero avere un impatto specifico sui nuclei famigliari europei e che essi non dovrebbero pagare il prezzo di questa crisi; invita pertanto gli Stati membri a elaborare piani e sussidi per le famiglie al fine di evitare l'aggravarsi della crisi energetica;

23.  chiede che l'attuale regime globale di sanzioni dell'UE sia integrato da uno strumento dedicato alla lotta alla corruzione e che siano adottate rapidamente sanzioni mirate nei confronti delle persone responsabili di corruzione ad alto livello in Russia e Bielorussia, nonché degli oligarchi e dei funzionari vicini ai vertici del potere; invita gli Stati membri e i paesi alleati con regimi di residenza tramite investimenti a rivedere tutti i beneficiari di tali status di residenza e a revocare quelli attribuiti ai cittadini russi con ingenti patrimoni e alle loro famiglie, in particolare quelli legati a persone e imprese oggetto di sanzioni; reitera il suo invito alla Commissione e agli Stati membri ad attuare e ad applicare in modo coerente le vigenti norme antiriciclaggio e a garantire una maggiore trasparenza, in particolare per quanto riguarda i fondi depositati o spesi nell'UE dall'élite russa; ribadisce il suo invito a congelare i beni che gli oligarchi vicini ai vertici russi e le loro famiglie detengono nell’UE e ad annullare i loro visti Schengen;

24.  ribadisce che la NATO è il fondamento della difesa collettiva per gli Stati membri che sono alleati NATO; accoglie con favore l'unità tra l'UE, la NATO e altri partner democratici che condividono gli stessi principi nell'affrontare l'aggressione russa, ma sottolinea la necessità di rafforzarne la posizione di dissuasione collettiva, la preparazione e la resilienza; incoraggia il potenziamento della presenza avanzata rafforzata della NATO negli Stati membri geograficamente più vicini all'aggressore russo e al conflitto; sottolinea le clausole di assistenza reciproca e di solidarietà dell'UE e chiede l'avvio di esercitazioni militari comuni;

25.  sottolinea che tale attacco impone all'UE e alla NATO di prepararsi ad ogni evenienza; accoglie con favore, a tale riguardo, l'attivazione dei piani di difesa della NATO nonché l'attivazione delle forze di reazione della NATO e il loro parziale schieramento, oltre agli schieramenti di truppe da parte degli alleati della NATO, compresi il Regno Unito, gli Stati Uniti e il Canada, al fine di rafforzare il versante orientale e scoraggiare qualsiasi ulteriore aggressione russa; ribadisce il suo invito agli Stati membri inteso ad aumentare la spesa per la difesa, a garantire capacità più efficaci e a sfruttare appieno gli sforzi congiunti di difesa nel quadro europeo, in particolare la cooperazione strutturata permanente (PESCO) e il Fondo europeo per la difesa, al fine di rafforzare il pilastro europeo in seno alla NATO, il che aumenterà la sicurezza dei paesi della NATO e degli Stati membri;

26.  condanna fermamente le minacce poste dalla Federazione russa nei confronti degli Stati membri che non sono alleati della NATO e invita questi ultimi a deliberare sulle rispettive opzioni per aumentare la loro sicurezza; sostiene il loro diritto sovrano di scegliere le proprie politiche di sicurezza; accoglie con favore lo stretto coordinamento tra la NATO e i paesi partner Finlandia e Svezia;

27.  chiede di aumentare i contributi a favore del rafforzamento delle capacità di difesa dell'Ucraina; sostiene fermamente la decisione storica di stanziare notevoli finanziamenti aggiuntivi per fornire all'Ucraina armi difensive attraverso lo strumento europeo per la pace e la fornitura di attrezzature militari da parte degli Stati membri; chiede che questa nuova decisione, nonché le misure di assistenza all'Ucraina nell'ambito dello strumento europeo per la pace il 2 dicembre 2021, che comprendono il finanziamento di unità mediche militari, compresi ospedali da campo, unità del genio, unità della mobilità e della logistica, nonché il sostegno alla sicurezza informatica, siano attuate immediatamente e integralmente; invita il Servizio europeo per l'azione esterna e gli Stati membri a facilitare un'attuazione rapida ed efficiente di tali decisioni;

28.  invita gli Stati membri ad accelerare la fornitura di armi difensive all'Ucraina in risposta a esigenze chiaramente individuate e in linea con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, che consente l'autodifesa individuale e collettiva, a rafforzare la cooperazione in materia di intelligence con l'Ucraina per quanto riguarda l'aggressione in corso e a condividere le immagini satellitari attraverso SatCen e altri sistemi satellitari;

29.  prende atto della decisione di trasferire personale della missione civile dell'UE nell'ambito della politica di sicurezza e di difesa comune (missione consultiva dell'UE) al di fuori dell'Ucraina al fine di garantire la sicurezza personale e chiede che sia prestata particolare attenzione alla sicurezza del personale locale; chiede una rivalutazione urgente del mandato della missione e il suo aggiornamento con una componente di addestramento in ambito militare; sostiene il rafforzamento della missione dell'UE di assistenza alle frontiere con la Moldova e l'Ucraina (EUBAM) al confine tra l'Ucraina e la Repubblica di Moldova/Transnistria;

30.  insiste sulla necessità che l'UE, la NATO e i partner internazionali che condividono gli stessi principi rafforzino la loro assistenza a favore dell'Ucraina in materia di cibersicurezza; accoglie con favore lo schieramento iniziale degli esperti del gruppo di risposta rapida agli incidenti informatici (CRRT) finanziato dalla PESCO e chiede il pieno utilizzo del regime di sanzioni dell'UE in campo informatico nei confronti di persone, entità e organismi responsabili o coinvolti nei vari attacchi informatici contro l'Ucraina; chiede il riesame urgente della candidatura dell'Ucraina al Centro di eccellenza per la ciberdifesa cooperativa della NATO (CCDCOE) e invita tutti i membri del CCDCOE a sostenere la candidatura;

31.  condanna il ricorso alla guerra dell'informazione da parte delle autorità russe, dei media statali e dei mandatari per creare divisioni con contenuti denigranti e false narrazioni sull'UE, la NATO e l'Ucraina, con l'obiettivo di creare negazioni plausibili riguardo alle atrocità russe; invita pertanto tutti gli Stati membri a sospendere immediatamente la concessione di licenze di trasmissione per tutti i canali mediatici statali russi, compresa la loro ritrasmissione; invita la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna a migliorare le informazioni alternative e online in lingua russa in merito agli sviluppi in atto per contrastare la disinformazione, a garantire che le dichiarazioni pubbliche dell'UE siano tradotte in russo e a rivolgersi anche al pubblico e alle piattaforme russofoni; accoglie con favore l'annuncio della Presidente della Commissione secondo cui la trasmissione di Russia Today e Sputnik verrebbe vietata nell'UE e ribadisce l'invito a Google e YouTube di vietare gli account di propaganda di guerra;

32.  invita l'UE e gli Stati membri a revocare le licenze di software per le attrezzature militari e civili in Russia e Bielorussia, in particolare per quanto concerne quelle utilizzate per la comunicazione e la navigazione satellitare;

33.  sottolinea la costante necessità che l'UE rafforzi la propria resilienza agli attacchi ibridi;

34.  invita l'UE e i suoi Stati membri a continuare a fornire il massimo sostegno economico e finanziario possibile all'Ucraina, nonché, ove necessario, assistenza macrofinanziaria e tecnica, anche nei settori connessi alla difesa e alla sicurezza, ad attivare tutti gli strumenti di bilancio dell'UE disponibili e a sviluppare una strategia a lungo termine per sostenere gli sforzi dell'Ucraina volti a rafforzare la resilienza delle sue istituzioni democratiche e della sua economia;

35.  invita l'UE e i suoi Stati membri a predisporre un piano di assistenza e di ripresa per l'Ucraina per diversi miliardi di euro al fine di sostenere l'economia ucraina e la ricostruzione delle infrastrutture distrutte; sottolinea che la Federazione russa è responsabile della distruzione delle infrastrutture ucraine, compresi gli edifici civili e residenziali, nonché delle considerevoli perdite economiche, e sarà tenuta a risarcire i danni causati dalle sue azioni aggressive;

36.  ribadisce il suo irremovibile sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale di tutti i paesi del partenariato orientale e invita la Commissione e gli Stati membri a sostenerli, in particolare la Moldova, nel fornire riparo temporaneo ai rifugiati dall'Ucraina e nel migliorare la loro resilienza contro eventuali attacchi russi nei settori della difesa, della sicurezza informatica e della comunicazione strategica;

37.  invita le istituzioni dell'Unione ad adoperarsi per concedere all'Ucraina lo status di paese candidato all'adesione all'UE, in linea con l'articolo 49 del trattato sull'Unione europea e sulla base del merito e, nel frattempo, a continuare ad adoperarsi per la sua integrazione nel mercato unico dell'Unione in virtù dell'accordo di associazione;

38.  osserva con profonda preoccupazione i persistenti sforzi della Federazione russa per destabilizzare i paesi dei Balcani occidentali e interferire con i loro processi democratici; denuncia coloro che hanno espresso sostegno alla Federazione russa a seguito della sua aggressione contro l'Ucraina e plaude al sostegno dimostrato dai paesi dei Balcani occidentali che sono alleati euro-atlantici; esprime profondo rammarico per il fatto che la Serbia non abbia aderito alle sanzioni dell'UE nei confronti della Russia, fatto che ne danneggia il processo di adesione all'Unione, e ribadisce la propria aspettativa affinché i paesi candidati all'adesione all'UE si allineino non solamente all'acquis dell'Unione ma anche alla politica estera e di sicurezza comune dell'UE;

39.  accoglie con favore la decisione del Consiglio d'Europa di sospendere la Federazione russa dai suoi diritti di rappresentanza e la decisione dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) di porre fine al processo di adesione della Russia;

40.  esprime apprezzamento e sostegno nei confronti dei cittadini russi e bielorussi che sono scesi in piazza negli ultimi giorni, mettendo a rischio la loro propria sicurezza, per condannare la guerra avviata in nome della Federazione russa e con il sostegno del dittatore illegittimo della Bielorussia; condanna l'arresto di migliaia di manifestanti pacifici e ne chiede il rilascio immediato

41.  invita l'UE e gli Stati membri a sostenere i movimenti contro la guerra che protestano in Russia e Bielorussia contro l'invasione di Putin in Ucraina;

42.  invita anche altre organizzazioni internazionali, in particolare nel settore della cultura e dello sport, a prendere in considerazione la sospensione della partecipazione russa; accoglie con favore, a tale proposito, la decisione dell'Unione europea di radiodiffusione di bloccare la partecipazione della Russia all'Eurovision Song Contest e la decisione dell'UEFA di estromettere la Russia dalla finale di Champions League, nonché le decisioni di numerose squadre nazionali di non giocare contro la Russia nelle partite di qualificazione alla Coppa del mondo e in altre partite; invita le altre federazioni sportive a sospendere la partecipazione della Russia ai loro eventi, e accoglie con favore la decisione della FIFA di sospendere la partecipazione della Russia alla Coppa del mondo;

43.  invita l'UE e gli Stati membri a ridurre il numero delle rappresentanze diplomatiche e consolari russe nell'Unione e negli Stati membri, in particolare e immediatamente qualora le loro azioni abbiano implicazioni militari;

44.  invita la Commissione e gli Stati membri a fornire sostegno e protezione ai difensori dei diritti umani e alla società civile in Russia e in Bielorussia, che si troveranno ad affrontare una grave repressione, anche rilasciando visti di emergenza per lasciare la Russia e la Bielorussia, laddove necessario;

45.  sottolinea che l'UE e i suoi Stati membri garantiranno che gli autori dei crimini di guerra e delle violazioni dei diritti umani, compresi coloro che hanno contribuito a tali crimini mediante propaganda, siano chiamati a rispondere delle loro azioni; invita pertanto l'UE e i suoi Stati membri a collaborare con gli organismi internazionali per raccogliere prove e per sostenere e promuovere la giurisdizione della Corte penale internazionale e le indagini su qualsiasi crimine di guerra commesso nel territorio dell'Ucraina a partire dal 20 febbraio 2014, al fine di portare dinanzi alla giustizia Vladimir Putin e Aleksandr Lukashenko;

46.  accoglie con favore lo svolgimento della sessione speciale dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite per sottolineare la ferma condanna da parte della comunità internazionale delle azioni perpetrate in nome della Federazione russa contro l'Ucraina e la proposta adozione di una risoluzione in cui si chiedono sanzioni contro la Federazione russa in quanto stato aggressore; deplora il veto russo alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite intesa a porre fine all'offensiva militare della Federazione russa contro l'Ucraina;

47.  chiede l'avvio di un'indagine del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a norma del capitolo VI della Carta delle Nazioni Unite (articoli 34 e 35); invita la Cina, in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, a rispettare pienamente la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina e a utilizzare la sua influenza sulla Russia per porre fine all'attuale aggressione che minaccia la stabilità internazionale;

48.  condanna la Federazione russa per le operazioni militari condotte direttamente in prossimità di infrastrutture critiche, come centrali nucleari, dighe e industrie chimiche; esprime profonda preoccupazione per la situazione della centrale nucleare di Čornobyl dopo la sua occupazione da parte delle forze russe, che ha comportato la violazione di qualsiasi possibile regolamentazione in materia di sicurezza della centrale, la quale viene usata come trampolino di lancio per un'offensiva contro Kiev, ivi incluso per bombardamenti dell'artiglieria; invita la comunità internazionale a monitorare attentamente la situazione e chiede una riunione urgente del consiglio dei governatori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica sulla questione delle conseguenze dell'aggressione russa per la sicurezza nucleare;

49.  prende atto con grande preoccupazione dell'occupazione e del controllo della centrale nucleare di Čornobyl da parte delle forze militari russe; chiede all'Agenzia internazionale per l'energia atomica di creare una task force speciale per monitorare le azioni della Federazione russa con riguardo alla sicurezza dei siti, degli impianti e dei combustibili nucleari;

50.  invita le istituzioni dell'UE a valutare l'impatto ambientale della guerra sulla regione;

51.  esprime profonda preoccupazione per l'alleanza tra partiti di estrema destra rappresentati in seno al Parlamento europeo e il partito al governo russo e per il loro impatto sulle nostre democrazie, nonché per il finanziamento estero e occulto di partiti, individui e movimenti finalizzati alla frammentazione sociale e alla destabilizzazione dell'UE;

52.  incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, alle Nazioni Unite, al Consiglio d'Europa, all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, al Presidente, al governo e al parlamento dell'Ucraina, al Presidente, al governo e al parlamento della Federazione russa, nonché al Presidente, al governo e al parlamento della Bielorussia.

(1) Testi approvati, P9_TA(2021)0515.
(2) Direttiva 2001/55/CE del Consiglio, del 20 luglio 2001, sulle norme minime per la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati e sulla promozione dell'equilibrio degli sforzi tra gli Stati membri che ricevono gli sfollati e subiscono le conseguenze dell'accoglienza degli stessi (GU L 212 del 7.8.2001, pag. 12).




Autore

immagine A3M

Visite, contatti P&D

Nel mese di Marzo 2022, Persona&Danno ha servito oltre 214.000 pagine.

Libri

Convegni

Video & Film