Cultura, società  -  Redazione P&D  -  11/05/2022

Processo all'assistente di Gianni Vattimo: "Con lui avuto sempre relazione positiva"

L'imputato, il trentottenne SC, si difende: "Agito solo per il bene del professore". In aula la testimonianza anche dell'ex deputato MR

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"Io ho sempre agito per il bene di Gianni. Sono stati gli altri a prendergli tutto. Ma noi siamo ancora qua, nonostante tutto quello che è successo". Il trentottenne SC ha respinto così oggi in tribunale l'accusa di avere approfittato delle condizioni di fragilità di Gianni Vattimo, filosofo ed ex europarlamentare, di cui è l'assistente.

C è stato interrogato per quasi 6 ore e ha parlato del suo rapporto professionale e sentimentale con il professore. Più volte la giudice Federica Gallone lo ha esortato a "non divagare", a "essere preciso", a "non fare giri di parole e polemiche". I pubblici ministeri Dionigi Tibone e Giulia Rizzo hanno contestato il contenuto di alcune conversazioni intercettate durante le indagini: in una, alla madre che gli chiede "quanto vuoi che duri ancora", risponde "intanto arrivo a 45 anni con tre o quattromila al mese".

"Erano solo boutade" ha commentato C. "Fino al 2018 ho frequentato intensamente Gianni Vattimo, di cui sono amico di vecchia data, e la mia impressione era che fosse nel pieno delle sue facoltà. E, per quel che ho visto, tra lui e SC c'era una relazione positiva": lo ha dichiarato oggi MR, segretario del Partito Comunista, testimoniando a Torino su richiesta della difesa, al processo in cui il filosofo risulta vittima di una circonvenzione di incapace.

Vattimo, che ha sempre affermato di non essersi mai sentito raggirato dall'assistente, ha seguito l'intera udienza. Poi, su una sedia a rotelle, ha lasciato Palazzo di Giustizia insieme a C

 




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