-  Mottola Maria Rita  -  31/10/2014

OVULI CONGELATI: LIBERTA O MANIPOLAZIONE? – Maria Rita MOTTOLA

E' ufficiale: dal gennaio 2015 le donne dipendenti delle grandi aziende della Silicon Valley saranno pagate con 20.000 $ per congelare i propri ovuli e così non tubare l'organizzazione aziendale. Ovviamente il tutto viene spacciato per libertà. Che forse Facebook obbliga le sue dipendenti a congelare gli ovili? Ma certo che no! Libera scelta. Libera scelta ovviamente adeguatamente condizionata. Come? Le aziende non offrono opportunità differenti, non concordano e operano con le dipendenti per la creazione di ambiente di lavoro e orari compatibili con la loro maternità offrono semplicemente (paradossalmente costa meno) una somma di denaro. Acquistano la scelta di diventare madri oltre ogni ragionevole rinvio.

E le donne che fanno? Esultano, in compagnia di uomini che tristemente si rendono conto, qui in Italia ma orai anche negli States, di non essere più in grado di aiutare le loro mogli economicamente così che entrambi possano scegliere, questa volta liberamente, di diventare madri e padri quando la gioventù consente entusiasmo, energia, speranza di futuro contagiosa, quando i parenti e gli avi sono ancora vivi e in grado di trasmettere i propri ricordi, quando la fatica non pesa e le notti possono anche trascorrere insonni.

E poi si usano i soliti metodi della pubblicità: prezzi stracciati e party. Sì esattamente party sponsorizzati e pagati da società che si preoccupano del congelamento degli ovuli a pagamento (circa10.000 $ oltre 500 $ all'anno per la conservazione). Il primo è avvenuto a New York, nell'agosto 2014, dedicato a donne professioniste della moda egg-freezing party con champagne e sconti promozionali. Una vera e propria campagna sponsorizzata da una azienda e chiamata Let's Chill, facciamo freddo.

Veramente liberi? Perché si possa essere liberi occorre l'alternativa, la possibilità di scegliere tra due opzioni entrambe perseguibili. Che libertà hanno le donne se una gravidanza porta l'impossibilità di carriera, o, quel che è più grave, la perdita del lavoro che, talvolta, è l'unica fonte di reddito della famiglia?

Abbiamo un concetto differente di libertà: forse perché non vogliamo sentirci come l'asino di Buridano davanti a due balle di fieno perfettamente uguali, entrambe svilenti dignità e ruolo, femminilità e voglia di vita.




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