Deboli, svantaggiati  -  Paolo Cendon  -  07/02/2022

Ombre psichiche e consenso alla vaccinazione

Al fine del consenso alla vaccinazione – passaggio indispensabile per chi non sia ex lege obbligato a vaccinarsi (ad esempio medici, insegnanti, agenti della forza pubblica, ultracinquantenni) – occorrerà in via di massima che l’interessato (a) sia maggiorenne   e (b) possieda la capacità di intendere e di volere.

  Nel caso di incapacità legale, provvederà il rappresentante ufficiale: e si tratterà tendenzialmente dei genitori, oppure sarà il tutore a pensarci, o il curatore, o un fiduciario ad hoc

  Nell’ipotesi in cui il vaccinando sia un incapace naturale, occorrerà nominare un amministratore di sostegno; il quale farà in modo che il ‘’sì’’ necessario alla somministrazione venga emesso.  Potrà intervenire a tal fine il giudice tutelare.

Qualora manchi il tempo, o allorché strade del genere appaiano troppo complicate, provvederà al consenso il direttore sanitario, oppure un referente medico di prossimità; nominato come vicario dalla legge, in via automatica.

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    Ecco allora qualche interrogativo.

   È proprio scontato che un soggetto gravato da ombre psichiche, magari certificate formalmente, non sia in grado di comprendere – da solo, con l’aiuto di un sanitario, di un familiare – che la miglior soluzione   per lui sarebbe vaccinarsi?

 Sul proprio conto è l’interessato, molto spesso, a conoscere dettagli importanti - intimi, economici, relazionali - di cui nessun altro è al corrente.

  Paure nascoste, esigenze occulte, ritrosie mai confessate, fantasmi notturni.

   Potrebbe trovarsi in difficoltà il nostro – è probabile - nel gestire al meglio qualche grossa compravendita, nell’adottare un figlio, nell’intentare un’azione giudiziale; intuirà   sovente tuttavia che cosa si addica a lui, esistenzialmente o sentimentalmente, cosa sia invece inappropriato.

  Nove volte su dieci sa bene in che consistano i suoi bisogni autentici, specie quelli più insoliti; ricorda o coglie al volo le proprie necessità, pur non essendo infallibile, annusa le trappole istituzionali, oggettive o soggettive, gli inganni circostanti (‘’è per voi che lo fate, non per me’’).

  Si accorge ‘’a naso’’ se e quanto gli addetti ai lavori - nel momento in cui gli consigliano di proteggersi, di utilizzare certi scudi sanitari – stiano davvero parlando nel suo interesse.

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   Sono considerazioni destinate a valere, pacificamente, per soggetti come gli inabilitati; e potrebbero adattarsi   a più di un’ipotesi di interdizione.

  Il campo della salute, fisica o psichica non importa, fa spesso eccezione alle regole, anche per i c.d, ‘’incapaci’’: ‘’Forse che uno schizofrenico - conclamato quanto a diagnosi – non saprebbe scegliere da solo la marca di sapone, per il suo viso? Oppure decidere la sfumatura di bianco per la dentiera da rifare, il numero giusto per le nuove scarpe ortopediche?’’.

  Senza contare il ben noto comma 22, di Heller: lo ‘’scemo del villaggio’’   il quale preghi   di non essere lasciato solo, davanti alle incognite, il ‘’grullo’’ che sia di suo prudente e timoroso, che indichi quali vaccini preferenziali   il Moderna o il Pfizer, non dimostrerà con ciò stesso di non stare tanto male?  O di attraversare quantomeno, per dirla coi giuristi classici, un ‘’intervallo di lucidità’’?

 

 




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