Cultura, società  -  Redazione P&D  -  28/05/2023

Migliaia in marcia a Torino per la sanità pubblica

“IL COVID NON HA INSEGNATO NULLA, LA PRIVATIZZAZIONE NEGA IL DIRITTO ALLA SALUTE”

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Sessanta le sigle in piazza, tra sindacati, associazioni e Ordini. Sfila la Cgil, assenti Cisl e Uil

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Sessanta le sigle tra sindacati, associazioni e Ordini. Fra i presenti anche l'ex sindaca pentastellata di Torino, Chiara Appendino, la vicepresidente del Pd, Chiara Gribaudo, e la vicepresidente del Senato, Anna Rossomando, con il parlamentare Dem Andrea Giorgis. Molti pure i medici, in camice bianco. «Siamo qui - afferma Appendino - perché il diritto alla sanità è messo a rischio da politiche scellerate di destra che stanno portando a privatizzare. Non abbiamo imparato le lezioni del Covid, con lunghe liste d'attesa e persone che spesso sono in difficoltà e non possono rivolgersi al privato». «Siamo il governo - aggiunge - che ha gestito la pandemia, che ha portato la spesa sulla sanità a crescere oltre il 7%. Questo governo invece ci riporta con i tagli al 6% e non spende neanche i soldi del Pnrr, che per la Sanità sono 15 miliardi». «Sono qui - rimarca Gribaudo - per difendere la sanità pubblica: i tagli continui sono disastrosi. Questa Regione sembra non sia attenta ai bisogni dei cittadini: questa manifestazione è anche un giudizio sul lavoro della giunta di Alberto Cirio».

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La vicepresidente del Senato, Anna Rossomando, afferma: «Il Pd raccoglie l'allarme per la sanità pubblica. Il post-pandemia non sta portando gli investimenti necessari, il governo non sta investendo, il recupero delle liste d'attesa non procede come dovrebbe, la sanità territoriale è inadeguata e le differenze tra Regioni evidenti, con la mannaia della riforma sull'Autonomia che, se approvata, porterà a disparità ancora più gravi». Il Piemonte? «In questo contesto non fa eccezione e la presenza di oggi in piazza a Torino di sindacati, medici, operatori sanitari e ordini professionali lo testimonia». E la vicepresidente del Pd, Chiara Gribaudo, incalza: «Dequalificare il pubblico per favorire il privato in sanità è un andazzo inaccettabile, che purtroppo vediamo in Piemonte e anche nelle intenzioni del governo centrale. Si va sempre di più - sottolinea - verso una privatizzazione del servizio, e questo crea uno squilibrio enorme nella società, con la negazione del diritto alle cure accessibili per tutti e tutte. Ma la sanità pubblica è un diritto garantito dalla Costituzione». «In Piemonte - aggiunge - la Regione ha 130 milioni a disposizione che non spende, e la condizione della sanità pubblica è drammatica. Mancano 9 mila operatori, secondo le stime dei sindacati, delle associazioni e degli ordini professionali. Il piano di rientro dalle liste di attesa del presidente della Regione Alberto Cirio ha avuto conseguenze disastrose»




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