La recente notizia delle richieste di rinvio a giudizio per 35 personaggi del mondo del calcio coinvolti nello scandalo, ormai noto a tutti come Calciopoli, riporta l'attenzione sulla corruzione dilagata negli anni scorsi nel mondo dello sport.

Bennato negli anni ottanta, con la sua ironia partenopea, gioiva perché oggi non siamo più costretti ad andare allo stadio da un sovrano assoluto, un po' pazzo, ma estremamente accorto, come Nerone. Accorto perché l'offrire ai romani dell'epoca l'interesse per i grandi giochi del circo, distoglieva l'attenzione dai veri problemi dell'impero.
Il duello cavalleresco Bartali - Coppi distolse l'attenzione pubblica dalla grave crisi politica del paese che con l'attentato Togliatti raggiunse l'acmé.

E' ancora così? Si direbbe di sì. Sicuramente la nostra nazionale di calcio vincendo il campionato ha spostato l'attenzione, ha ridato dignità al gioco, ha fatto dimenticare il resto.
Nei giorni scorsi, appena prima della notizia del rinvio a giudizio, gli italiani hanno visto brevi spot che ricordavano loro di essere campioni del mondo. Ancora casuale?
Il processo si farà. Sarà accertata la verità sulle tangenti, sugli arbitri e sui calciatori, sulle scommesse clandestine, sui risultati manipolati.

Chi sono i veri danneggiati? Gli sportivi? Gli abbonati? Gli scommettitori?
Se immaginiamo lo sport come mezzo utile alla crescita, alla formazione psicologica e fisica, alla socializzazione, alla gestione dell'aggressività, al miglioramento delle condizioni di salute i danneggiati sono tutti i nostri ragazzi e i loro educatori, insegnati e genitori, che si trovano con uno strumento monco e per certi aspetti pericoloso. L'immagine offerta dallo sport, essendo il calcio quello più popolare e alla portato anche economica di tutti, è triste e corrotta.

Ma visto che oggi non c'è più Nerone, forse, i veri danneggiati potranno ottenere l'unico risarcimento che loro preme: un gioco del calcio serio, fatto di fatica e di costanza, uno spettacolo di correttezza e rispetto.