Diritto, procedura, esecuzione penale  -  Redazione P&D  -  01/04/2023

Lingua italiana, FDI presenta una proposta di legge per multare chi si macchierà di forestierismo

Presentata da Fabio Rampelli, prevedererebbe multe da 5 a 100 mila euro. Il M5s: "Denunceranno il ministro del made in Italy?"

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"Una sanzione amministrativa consistente nel pagamento di una somma da 5.000 euro a 100.000 euro". E' quanto rischierà - secondo una proposta di legge presentata a Montecitorio dall'esponente di FdI, Fabio Rampelli, con la firma di una ventina di deputati del suo partito - chi continuerà a macchiarsi di 'forestierismò linguistico, ovvero ad utilizzare termini non della lingua italiana innanzitutto nella pubblica amministrazione.

FdI ha anche presentato a novembre un ddl a palazzo Madama (firmatario il senatore Menia) per 'costituzionalizzare' l'italiano come la lingua ufficiale della Repubblica. Lo stesso Rampelli aveva annunciato qualche mese fa l'intenzione di affiancare alla proposta di legge costituzionale una ordinaria per obbligare tutte le amministrazioni partecipate dallo Stato a utilizzare l'italiano.

Ecco il dettaglio della proposta di legge. Articolo 1: "La Repubblica garantisce l'uso della lingua italiana in tutti i rapporti tra la pubblica amministrazione e il cittadino nonché in ogni sede giurisdizionale". Articolo 2: "La lingua italiana è obbligatoria per la promozione e la fruizione di beni e di servizi pubblici nel territorio nazionale". Ovvero gli enti pubblici e privati "sono tenuti a presentare" in lingua italiana qualsiasi documentazione "relativa ai beni materiali e immateriali prodotti e distribuiti sul territorio nazionale". E ogni informazione presente in un luogo pubblico "ovvero derivante da fondi pubblici" deve essere trasmessa in lingua italiana. Inoltre, per ogni manifestazione, conferenza o riunione pubblica organizzata nel territorio italiano è obbligatorio "l'utilizzo di strumenti di traduzione" per garantire "la perfetta comprensione in lingua italiana dei contenuti dell'evento". Articolo 4: "Chiunque ricopre cariche" all'interno delle istituzioni italiane, della pubblica amministrazione, di società a maggioranza pubblica e di fondazioni "è tenuto" alla conoscenza e alla padronanza scritta e orale della lingua italiana, "le sigle e le denominazioni delle funzioni ricoperte nelle aziende che operano nel territorio nazionale" devono essere in lingua italiana. E anche i "regolamenti interni delle imprese che operano nel territorio nazionale" devono essere redatti in lingua italiana. Con l'articolo 5 si punta a modificare l'articolo 1346 del codice civile, ovvero diventa obbligatorio l'utilizzo della lingua italiana nei contratti di lavoro: "Il contratto deve essere stipulato nella lingua italiana".

L'articolo 6 della pdl prevede che negli istituti scolastici di ogni ordine e grado e nelle università pubbliche italiane "le offerte formative non specificamente rivolte all'apprendimento delle lingue straniere devono essere in lingua italiana". Con l'articolo 7 si istituisce presso il ministero della cultura "il Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana nel territorio nazionale e all'estero": sarà presieduto da rappresentanti dell'Accademia della Crusca, della società Dante Alighieri, dell'istituto Treccani, del ministero degli affari esteri, del ministero dell'istruzione e del merito, dell'università e della ricerca, del dipartimento per l'editoria della presidenza del Consiglio e della Rai. Dovranno promuovere "la conoscenza delle strutture grammaticali e lessicali della lingua italiana", l'uso "corretto della lingua italiana e della sua pronunzia" nelle scuole, nei mezzi di comunicazione, nel commercio e nella pubblicità; l'insegnamento della lingua italiana nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle università; "l'arricchimento della lingua italiana allo scopo primario di mettere a disposizione dei cittadini termini idonei a esprimere tutte le nozioni del mondo contemporaneo, favorendo la presenza della lingua italiana nelle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione"; nell'ambito delle amministrazioni pubbliche "forme di espressione linguistica semplici, efficaci e immediatamente comprensibili, al fine di agevolare e di rendere chiara la comunicazione con i cittadini anche attraverso strumenti informatici".

L'articolo 8 tratta il tema delle sanzioni: "La violazione degli obblighi di cui alla presente legge comporta l'applicazione di una sanzione amministrativa consistente nel pagamento di una somma da 5.000 euro a 100.000 euro".

La replica del M5s: denunceremo ministero made in Italy?

"Pensavamo di averne viste già molte di proposte sconclusionate e al limite del ridicolo da parte di questa maggioranza, ma quella che giunge con apposito disegno di legge da parte del vice presidente della Camera Rampelli le batte tutte. L'alfiere di Fratelli d'Italia porta in Parlamento una crociata contro i 'forestierismi', prevedendo sanzioni da 5.000 a 100.000 per chi dovesse violare l'italico idioma. Peccato che sia proprio il suo governo ad aver istituito il Ministero del 'made in Italy'. Rampelli denuncerà il collega di partito Urso che è a capo di un siffatto ministero, tanto incline al forestierismo perfino nel suo nome?". Così gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione cultura alla Camera e al Senato.




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