Gli antipsichiatri e i sognatori italiani – che disdegnano il diritto civile, e finiscono per diventare spesso i peggiori nemici delle creature indifese – fanno sovente riferimento all’art. 12 della Convenzione Onu 2006 sulla disabilità: ove si insiste sulla sovranità assoluta della persona con ‘’disabilità’’, e si avversa ogni forma possibile di figura giuridica sostitutiva.
A dire il vero, osserviamo subito, già in questi termini la formula dell’art. 12 appare in sé poco equilibrata.
Andrà bene magari se riferita alle disabilità ‘’FISICHE’’, dove è vero che il fragile interessato risulta tendenzialmente in grado di scongiurare esiti autolesionistici, nella gestione delle sue cose, e ha solo bisogno di un accompagnatore.
Appare invece apodittica e irrealistica per quanto concerne l’universo delle disabilità ‘’PSICHICHE’’.
******
Uno dei problemi più importanti per l’amministratore di sostegno in carica, infatti, è quello di evitare – fin che possibile - la rovina economica, il COLLASSO, il degrado e il suicidio PATRIMONIALE/ESISTENZIALE del beneficiario.
Beneficiario il quale, destinando di fatto i suoi denari, le sue risorse, la sua attenzione il suo tempo e i suoi interessi ad altre voci,
Tutte cose che purtroppo accadono, non di rado, nel caso di persone con serie disabilità psichiche.
Sono evenienze, inerzie, condotte, sciocchezze civiche, che il buon amministratore di sostegno deve saper combattere, avversare, rovesciare.
Cercando saggiamente e diplomaticamente di PERSUADERE in proposito il beneficiario. E PROCEDENDO COMUNQUE secondo ragione – best interest - anche se costui non è d’accordo.
Il beneficiario potrà così sopravvivere.
Pazienza se in quel certo momento l’amministrazione viene insultato, maledetto, vituperato; magari la riconoscenza arriverà quando la crisi sarà stata superata.
E se no amen, pazienza per l’ingratitudine, il vicario deve avere le spalle forti, l’importante è che la missione venga compiuta.
Si ha quindi l’impressione che - esprimendosi in modo così astratto, velleitario, utopistico - chi ha scritto quell’art.12 vivesse ‘’nel mondo della luna’’.
Cosa che il ‘’buon civilista pratico’’ dovrà invece fare solo cinque minuti al mese, non di più, correndo poi subito ai ripari, in nome del SENSO COMUNE, visto che con la vita, la DIGNITÀ e il benessere degli altri non si scherza.
******
Tutto ciò è tanto più vero, poi, se si tiene conto che la clientela dell’ AdS è BEN PIÙ AMPIA - in effetti - che non quella di cui alla Convenzione ONU del 2006.
La chiave di volta per l’AdS, della ‘’FRAGILITÀ CIVILISTICA’’ è infatti quella dell’ ‘’INADEGUATEZZA GESTIONALE’’, in concreto.
Una triste realtà che può toccare esseri i quali con la disabilità in senso stretto hanno, in realtà, ben poco a che fare; e che mostrano di tenere tuttavia, a volte, uno o più fra quei comportamenti ‘’irresponsabili, negligenti, autolesionistici’’ di cui sopra.
E’ anche a costoro, nonché ad altri tipi di non disabili in difficoltà, che gli artt. 404 ss. del codice civile si rivolgono.
E per tutti quanti vale certamente il principio che