Satie fu in vita un personaggio dalle pose originali e dai comportamenti bizzarri, spesso sottolineati dai cronisti del tempo.
Visse in un appartamento chiamato da lui "l'Armadio", composto da due stanze, di cui solo una utilizzata pienamente, mentre l'altra era chiusa a chiave; il contenuto di questa venne scoperto solo alla morte dell'artista: conteneva una collezione di ombrelli di vari generi a cui lui teneva così tanto che non li usava; amava passeggiare sotto la pioggia e proteggeva l'ombrello sotto la giacca pur di non sciuparlo.[1] Satie era inoltre fissato con l'abbigliamento, in particolar modo per i completi in velluto: ne possedeva tantissimi (tutti uguali).
Quando suonava il pianoforte nei cabaret di Montmartre portava sempre un cappello a cilindro e un'estrosa cravatta Lavallière, facendosi così notare per l'eccentricità, tanto che fu definito dallo scrittore Alphonse Allais "Esoterik Satie".