-  Redazione P&D  -  14/05/2017

La solitudine di August Strindberg - Maria Beatrice Maranò

L'almanacco odierno ci ricorda la scomparsa di Johan August Strindberg avvenuta il 13 maggio 1912  a Stoccolma, dove era nato.

Non solo poeta ma anche drammaturgo e scrittore, August Strindberg non era portato per i rapporti sociali specie con le donne;  Per avere l"esatto senso del fallimento dei rapporti interpersonali di Strindberg basta leggersi quel dramma plumbeo che è 
" Danza Macabra": la storia di un capitano fallito che comanda una sorta di ultimo avamposto su un isola che non c"è, e della moglie (ex attrice che a quel tempo significava anche donna di facili costumi), tolta dalla strada dal capitano per portarla a vivere su uno scoglio grigio e deserto. Una storia comune a tanti ed è in questo il segno distintivo di riconoscimento di un"opera d"arte. Strindberg era un grande artista, un genio, animato da lacerante, desiderio di verità assoluta, al di là delle scelte formali ed estetiche. Lo confessa lui stesso a un amico, nel 1907: " Vorrei scrivere bello, luminoso, ma non m"è lecito; non ce la faccio. M"impegno come in un dovere orribile a dire la verità: la vita è indicibilmente brutta". Era sempre inquieto, teso, ansioso, tumultuoso, frustrato, angosciato; ma anche tormentato da un dramma coniugale e sessuale fisso nella testa. Era un uomo ossessionato e ossessionante, assolutamente insopportabile, un uomo folle.  E la follia spesso è un pass-partout per aprire la porta misteriosa dell"arte, e dare accesso a quella stanza segreta dove risiede il sesto senso che consente di essere profetici! E August Strindberg fu realmente profetico anticipando di mezzo secolo tutta la tematica di un altro genio svedese della cinematografia e del teatro, Ingmar Bergman. Tutti e due hanno avuto tormentate convivenze, matrimoni e divorzi in serie. August si limitò a tre matrimoni: sposò dapprima una borghese tedesca, poi una pittrice austriaca, infine una attrice norvegese, Harriet Bosse, che somigliava molto alla moglie del capitano della danza macabra. "E" un male che nessuno è in grado di curare, questo. Non hai voglia di mangiare né di bere, solo di piangere. E che lacrime amare! Cosa vuoi da lei? Nulla. Non Non vuoi baciarle le labbra perché temi di morirne. E quando il tuo pensiero corre a lei, hai l"impressione che la morte sia vicina. Ma è dalla morte, ragazzo mio, dalla morte che viene la vita. Però tu questo ancora non lo capisci. Profumo di violette! E" lei! Si, è lei! Sempre e dappertutto solo lei!" Lui e Munch,(con il suo Urschrei), hanno precorso i tempi: Brecht, gli sperimentalisti e il teatro senza una vera e propria trama, dove quel che conta è l"interiorià, il paradiso e l"inferno del singolo soggetto, i fantasmi che ci portiamo dentro e che purtroppo non potremo mai del tutto rimuovere. Anche lui come Don Lisander dopo aver concepito con Enrichetta un numero indefinito di figli , 11 solo nati, ebbe la sua conversione. 

Questa è infine la solitudine: avvolgersi nella seta dell"anima, farsi crisalide e attendere la metamorfosi, che non può mancare. Si vive intanto delle proprie esperienze e telepaticamente si vive la vita altrui [...].
Finalmente possiedi solo te stesso. I pensieri altrui non controllano più i miei; opinioni, capricci altrui non m"angustiano più. Ora l"anima comincia a maturarsi nella riconquistata libertà e provo un"immensa pace interiore, un piacere sereno, un senso di certezza e di responsabilità.
Se rifletto sulla vita sociale che dovrebbe essere una specie di palestra, non posso ora che giudicarla altro che una scuola di vizi. Se rechi in te un senso di bellezza, essere costretto a vedere bruttezza è una vera tortura, che ti spinge ingannevolmente a ritenerti un martire. Chiudere gli occhi di fronte all"ingiustizia solo per riguardo t"insegna a poco a poco a diventare un ipocrita. Abituarti a sopprimere continuamente le tue opinioni e sempre per riguardo, ti rende vile.( August Strindberg)....La solitudine




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