PRAVDYNE (KHERSON) — Il ragazzo che saltava tra i proiettili, punito perché «avevo acceso il forno»; la contadina fucilata perché «urlava di dolore per la sua mucca saltata in aria»; la signora che «ma che gli vi aveva fatto, il mio barboncino, per sparargli così?». Il viaggio nella terra degli Orchi, nei paesi liberati dalla ritirata russa a Kherson, è un pieno di emozioni e orrore.
L’Ucraina oggi è in festa: «Non dimenticheremo nessuno verremo in Donbass e vedremo le bandiere ucraine in Crimea», dice il presidente Zelensky annunciando che già 61 villaggi sono riconquistati nel sud. Ma si guarda avanti. Mentre l’esercito avanza a sminare e liberare, a Kherson scatta il coprifuoco dalle 17 alle 8: è caccia grossa ai sabotatori.