Cercando una risposta – nei libri, a teatro, dentro i film - al dilemma fioritura/sfioritura.
Se il disturbo abbia, in quel certo caso, fatto innamorare o disamorare i protagonisti; quando la passione ha agevolato il formarsi di ombre, quando ha contribuito a dissolverle.
L’amicizia poi, la fratellanza, gli altri sentimenti; le autorità, il passato, la solitudine.
Tanti gli esiti possibili.
Lieto fine, ci sono le storie riuscite anzitutto.
“Virginia, sposata di fresco, comincia a star male a un certo punto, non ragiona, smania; respinge il marito innamorato, non rimane che l’internamento in manicomio (LA FOSSA DEI SERPENTI). Qui incontrerà varie donne inferme, tristi, allegre: le difficoltà sono enormi, la commissione per la libertà la spaventa, quel sigaro acceso; soltanto un giovane psichiatra l’aiuta a ritrovare, con pazienza, i filamenti della sua confusione. Causa di tutto il rapporto difficile col padre, quand’era bambina: finalmente Virginia si sente capita, pian piano fa la pace con se stessa; le ombre dolorose si attenuano, potrà tornare fra le braccia impazienti del marito”.