Deboli, svantaggiati  -  Redazione P&D  -  18/01/2022

Intervista a Paolo Cendon - Lidia Goldoni

Riprendo dall’intervista che mi concesse nel 2018 anno in cui lanciò il suo Progetto “Diritti in movimento” a difesa dei più fragili, dando vita ad una specifica associazione, distribuita in tutte le regioni. In mezzo c’è stato la pandemia che - come sostengono molti - è diventata oggi una sindemia, perché investe e colpisce non solo le singole persone, ma incide con un’interazione sempre più in profondità tra patologia, cause sociali e politiche pubbliche, stravolge tutto il sistema sociale, economico e gestionale di un paese e della sua popolazione. I fragili diventano più fragili ed esposti e le loro condizioni non sempre sono all’attenzione di chi gestisce la “cosa pubblica”. Ci può illustrare brevemente l’attività svolta in questi tre anni, le proposte maturate, pur nelle limitazioni date dal contesto epidemico?
Si è cercato in questo periodo di:
♦ 1 - Analizzare/comparare le funzioni che diritto pubblico e diritto privato sono chiamati a svolgere, rispettivamente, in ambito ‘’debolologico’’: (a) il primo quale corpus normativo che obbedisce, dall’alto, ai motivi della grande civiltà/solidarietà istituzionale, che guarda alle voci ufficiali del sistema sanitario, agli accompagnamenti per chi non ce la fa, all’accessibilità, ai supporti domiciliari, al trasporto dei bisognosi, (b) il secondo quale comparto che, attento ai rapporti paritari, affronta ogni questione nell’ottica dei diritti e obblighi intersoggettivi, pensando ai rimedi attivabili contro torti e soprusi, concentrato via via su partner e avversari di pari grado formale.
♦ 2 - Inventariare le neo-prerogative della persona, grandi e piccole, quali sono venute sbocciando in questi decenni, con l’avvento di leggi di riforma, in forza di svolte importanti nelle Corti, grazie all’ampliarsi della Giurisdizione volontaria: diritto al sostegno, ad esempio, diritto a non soffrire, al rispetto del proprio orientamento sessuale, al supporto scolastico, a trattamenti civili e decorosi prima della morte; diritto all’altrui comprensione e tolleranza riguardo alle proprie singolarità idiosincratiche, alle migliori premure nell’accudimento, a una gentilezza di linguaggio ambientale; al garbo nei contatti fisici, alla compagnia del proprio cane e gatto.
♦ 3 - Censire altresì i ‘’micro-diritti relazionali’’ degli esseri meno forti, quali diffusi nelle istituzioni come anche in solitudine: diritto a non vedersi dare del tu, ruvidamente, in una casa di riposo oppure in ospedale o in un Sert, diritto a non mangiare certe pietanze, troppo rustiche, a ricevere fuori orario parenti che abitano lontano; diritto alla cura della persona sul piano estetico, a venir aiutati dagli operatori a mostrare un bell’aspetto, a serbare un corpo snello, flessuoso; dentro e fuori casa, capelli ben pettinati, odore di lavanda, passamanerie ottocentesche, biancheria in ordine.
♦ 4 - Rifinire il progetto Cendon-Rossi-Franceschini di modifica del codice civile, quale presentato in Senato a più riprese, nell’ultimo quindicennio, e volto all’abrogazione dell’interdizione e dell’inabilitazione, al suggello circa l’applicabilità dell’AdS anche ai momenti personali e familiari (separazione coniugale, divorzio, riconoscimento del figlio naturale, scelte residenziali, testamento, donazione), teso a sancire la superfluità della difesa tecnica nel procedimento di AdS (salvo quando sia in gioco la compressione di diritti fondamentali); nonché mirante alla reintroduzione, entro l’art. 404 c.c., del primo comma della l. 6/2004, circa la necessità di comprimere al minimo la sovranità degli esseri fragili, nel presidiarli legalmente.
♦ 5 - Immaginare (al posto del fedecommesso, avviato a scomparire con la sparizione dell’interdizione) un neo-modello civilistico di ‘’patrimonio a vantaggio dei meno fortunati’’: una sorta di Trust riveduto e corretto, in cui ai familiari del beneficiario verrà data la possibilità di costituire un fondo apposito, gestito da un affidatario, nell’esclusivo interesse della persona in difficoltà, al fine di garantire per il futuro il mantenimento, la formazione, l’assistenza, la partecipazione sociale della stessa.
♦ 6 - Precisare, nella neo-versione del Progetto di cui sopra, le linee generali del ‘’patto di rifioritura’’: strumento che si pone come un accordo in materia sanitaria, stipulato fra giudice tutelare e individuo ‘’fragile a rischio’’ (anoressie, tossico e ludo-dipendenze, alcolismo, succubanze affettive, hikikomori, etc.), onde favorire l’uscita dell’interessato dal tunnel della dipendenza/sottomissione (è stato inserito in quest’ottica, nell’art. 411 c.c., un comma volto a disciplinare l’intervento sostitutivo/esclusivo dell’AdS, nonché l’autorizzazione del giudice, nel senso della necessità di: accertare ogni volta che l’eventuale dissenso dell’interessato, rispetto al trattamento ritemprante/salvifico, sia diretta conseguenza della sua condizione patologica, tale da eliminare ogni consapevolezza riguardo a tale condizione; procedere solo allorché risulti che la rinuncia a quell’intervento pregiudicherebbe gravemente la salute dell’interessato, e/o insidierebbe il benessere dei familiari; verificare che il percorso da iniziare non calpesti le garanzie di cui agli artt. 13 e 32 Cost.; sorvegliare che magistrato e AdS non sacrifichino irragionevolmente i bisogni e i valori profondi del beneficiario; coinvolgere quest’ultimo nella pianificazione e aggiornamento dei momenti terapeutici, trattamentali e di assistenza).
♦ 7 - Collaborare all’ideazione e al funzionamento del ‘’Tavolo nazionale sui diritti delle persone fragili’’, organismo insediato presso il Ministero della Giustizia da un paio d’anni, composto da membri di varia provenienza: obiettivo del Tavolo essendo quello di rivedere/migliorare la disciplina oggi vigente in punto di fragilità, specie sotto l’angolatura civilistica.
♦ 8 - Approfondire i nessi fra le aree della ‘’fragilità’’ e della ‘’disabilità’’; due universi in parte sovrapponibili antropologicamente, mai del tutto coincidenti. Ci sono fragili i quali non accusano disabilità in senso stretto (malati, anziani, alcolisti, disturbati alimentari) e creature svantaggiate la cui labilità civilistica, per converso, appare modesta o inesistente (persone in carrozzina, con le stampelle, ipovedenti addestrati, portatori di sindromi psichiche leggere). Nella disabilità si guarda essenzialmente a un fare empirico, di tipo materiale, complicato per quella creatura, stanti gli ostacoli biologico/ambientali che essa non riesce a superare da sola: nella fragilità le insufficienze contano quanto alle scelte negoziali da compiere, circa la vita quotidiana, lungo le varie ribalte gestionali della casa, del lavoro, dei contratti, dei risparmi, del tempo libero, etc. Ambiti complementari fra loro, che possono trarre vantaggio a conoscersi, ognuno dei due con qualcosa da insegnare; il vizio sarebbe quello di intervenire sulla prima trama istituzionale (soprattutto amministrativistica come ispirazione), utilizzando le logiche della seconda (essenzialmente privatistica come officina).
♦ 9 - Aggiornare periodicamente il sito https://lineeguida-ammsostegno.it/ (portale aperto a famiglie, utenti, addetti ai lavori, etc.), un manualetto web strutturato lungo una rosa di 300 domande-risposte, di facile consultazione, da implementare man mano con nuovi capitoli e progressive integrazioni dei testi: il tutto con riguardo ai canoni via via da seguire, tecnicamente, ad opera di giudici tutelari, cancellieri, amministratori di sostegno, beneficiari, Servizi sociali, etc., nel governo capillare dell’AdS.
♦ 10 - Mettere a punto presso l’editore Corsiero una nuova collana di libri, intitolata ‘’Fragilità’’, volta a ospitare saggi di breve respiro, sui temi dei cittadini in difficoltà: sono usciti finora due volumetti, il primo ‘’La cordata’’, a cura di Luigina Bima, storia di un’associazione di aiuto in quel di Bra, Cuneo, il secondo ‘’Rifiorire’’, di Paolo Cendon, che raccoglie vicende e pensieri di varia natura sulla famiglia, sui danni alla persona, sulla follia, sull’ambiente.
♦ 11 – Immaginare (per la miglior salvaguardia degli italiani in ombra, non abbastanza autonomi) una serie di pratiche felici, di protocolli organizzativi e modalità di scambio professionale, da mettere al centro di possibili Regolamenti o Circolari applicative; testi approvabili a livello di Ministero della Giustizia, senza passaggi parlamentari in senso stretto: materiali idonei ad assicurare apprezzabili livelli di uniformità, nel paese, di maggiore efficienza operativa, riguardo all’applicazione della l. 6/2004.

La povertà e la fragilità possono avere un ulteriore nemico- anche se può sembrare assurdo- nel PNRR e nei progetti e programmi previsti. Dice l’ultimo rapporto del CENSIS che nel 2020- anno di esplosione del COVID 19- due milioni di famiglie italiane vivevano in condizioni di povertà assoluta, il doppio -con una crescita del 104%-rispetto a dieci anni fa.
La crescita del paese e l’utilizzo dei fondi a disposizione sono collegati alla trasformazione digitale del paese e all’adozione delle tecnologie più avanzate: dalle pratiche mediche alla formazione scolastica, dall’accesso ai posti di lavoro alla fruizione degli strumenti digitali. Diseguaglianze, emarginazioni e esclusioni sono un pericolo reale.
Quali le misure anche sul piano dei diritti e delle loro tutele avete proposto anche per sostenere la figura dell’Amministratore di sostegno di cui Lei nel 2004 è stato promotore e sostenitore?
In parte credo di aver risposto sopra.
Mancano - nelle indicazioni del nostro gruppo di lavoro - riferimenti specifici circa il settore digitale. Sono a mio avviso nodi da sciogliere, volta a volta, secondo certi criteri ispiratori a monte (libertà, protezione, non abbandono, responsabilità).
Ho letto ad esempio, nel progetto Cartabia di riforma del processo civile, che per il futuro l’audizione del beneficiando - da parte del GT - potrebbe avvenire da remoto, in mancanza di meglio. Direi: se non si può proprio immaginare altro, meglio questa via d’uscita (con un beneficiando senza mascherina …) che non soluzioni al ribasso; tanto più se si riuscisse ad assicurare al Giudice, tramite i Servizi socio-sanitari, le informazioni di contorno che soltanto una visita domiciliare può garantire (circa la famiglia dell’assistito, l’abitazione, l’igiene, lo sfondo ambientale, etc.).
E se avessimo però nei Tribunali qualche giudice in più?
I temi della privacy restano certo basilari per il diritto: le informazioni chiave vanno riservate, ecco il principio, ai soli titolari legittimi, ognuno deve poter padroneggiare la propria immagine, difendere i suoi poteri e segreti.
Osserverei allora:
# - Qualora le norme regolanti il futuro economico/tecnologico (delle persone) siano tali da minacciare l’equilibrio esistenziale, per chi è fragile, occorrerà (a) modificarle nell’impianto disciplinare e (b) sorvegliarle nell’applicazione quotidiana. Ove si tratti di pericoli collegati a qualche dichiarazione di volontà, da parte dell’interessato, oppure connessi a istanze formali da promuovere contro gli usurpatori, occorrerà che la risposta si avvalga – dinanzi a cittadini non in grado di difendersi - dell’amministrazione di sostegno.
# - L’indigenza economica non rientra tra gli elementi menzionati, specificamente, dal legislatore del 2004. Si tratta di un quid che potrà spesso favorire momenti di inadeguatezza, anche sotto il profilo civilistico: giustificando così l’intervento dei Servizi e del Giudice tutelare. Volta a volta bisognerà accertare sino a che punto l’interessato, onde prevenire negligenze/passività, possa far leva su una procura volontaria, da lui conferita a familiari o a soggetti di fiducia, in grado di difenderlo.
# - Qualcosa del genere vale anche per i deficit di ordine tecnologico. Conosco un famoso scrittore - tutt’oggi attivo sul piano creativo-letterario - il quale nemmeno possiede un computer, stenta a manovrare il cellulare, confonde la lavatrice con la lavapiatti; che non è soggetto tuttavia all’amministrazione di sostegno; che profitta largamente, per sopravvivere, del supporto di amici e colf, a rappresentanze volontarie, a gestioni di affari altrui.
Arriverà probabilmente il tempo in cui l’analfabetismo tecnologico genererà – presso gli italiani meno evoluti - situazioni di precarietà civilistica: nel qual caso vedremo sbocciare sul mercato, verosimilmente, servizi/figure professionali in grado di risolvere le questioni; con un’entrata in campo dell’AdS - opinerei - soltanto in presenza di ulteriori, drammatici, co-fattori di deficit psicofisico.

Parlando di tecnologie avanzate sicuramente uno degli ambiti più in evoluzione riguarda la medicina e la cura. Gli studi e le applicazioni dell’intelligenza artificiale e le strumentazioni in grado di entrare nel profondo del cervello delle persone e leggerne le manifestazioni, le informazioni più recondite, le emozioni ed altro ancora, possono “rubare la privacy” dell’individuo.
Anche in questa fattispecie, se esistono pericoli per chiunque sia sottoposto a queste pratiche, per le persone più deboli e meno preparate, le violazioni possono diventare vere e proprie violazioni della privacy e della libertà di scelta sulle cure da adottare.
Come sarà possibile difendersi e difendere i più “deboli”?
Sono aspetti su cui non ho meditato più di tanto. Direi in via di massima:
● Quelle da porre - quando decidiamo di aiutare un essere fragile - sono anzitutto domande di ordine pratico; a non funzionare di solito, tra le voci in campo, è il fatto che l’interessato non sta conducendo la vita migliore per lui, tenuto conto sia delle sue ‘’necessità oggettive’’, sia dei suoi ‘’desideri bizzarri e profondi’’; si tratterà allora (x) di inventariare i sogni/bisogni hic et nunc calpestati, nel suo caso, ad esempio con riguardo al versante dei sentimenti, della scuola, del lavoro, della creatività e così via, e (y) di intervenire rimodellando tutto quanto lo richieda, eliminando spigoli e lucchetti, secondo le emergenze biologico-economico-affettive del caso.
● Il rischio che si verifichino incomprensioni - nei passaggi del dialogo, del riscontro circa il ‘’chi sei e cosa vuoi’’ - esiste sempre a questo mondo; e, trattandosi di individui fragili, il problema sarà da prendere più seriamente che mai. Penso che il pericolo di saperne troppo poco, circa la creatura da far rifiorire, nasca quasi sempre dal fatto che non si è lavorato abbastanza - a monte - per cogliere/preservare quei filamenti identitari (tutti al mondo parlano). Questioni di ‘’colpa’’ dunque, più che non di dolo; intendendo per colpa gli errori legati all’indifferenza, alla scarsa organizzazione, al disinteresse burocratico. Non si ascolta a sufficienza, non si fa abbastanza. Per questa ragione insistiamo tanto, come Diritti in movimento, sulla strategia dei ‘’Progetti esistenziali di vita’’.

Il titolo “Diritti in movimento” mai è stato attuale come in questa epoca. Il sistema paese, nelle sue articolazioni, è in grado, secondo lei, di garantire il rispetto formale non solo delle leggi fondamentali del nostro ordinamento, ma anche l’integrità, la privacy, la libertà di pensiero e l’identità individuale di ogni cittadino, qualunque sia la sua età, condizione sociale ed economica e capacità cognitiva e intellettiva?
Ricorderei due figure di supporto che abbiamo già tratteggiato, che in qualche parte sono state realizzate, nelle quali spiccano due motivi centrali, per la filosofia dell’attenzione: la valorizzazione delle faville nascoste anche negli esseri più a disagio, l’impegno a non lasciare troppo solo l’apparato giudiziario.
@ - Ecco allora, anzitutto, la proposta di un “Ufficio-sportello triangolare per la fragilità e l’amministrazione di sostegno” (Ustfas), da insediare quanto prima a livello di Comune o di Consorzi di Comuni. Un’agenzia di supporto affidata al coordinamento dall’Assessore alle Politiche Sociali, gestibile eventualmente attraverso un’apposita Fondazione, o Agenzia, sotto il controllo dell’ente locale.
Composta al suo interno da vari soggetti, pubblici e privati: personale del Comune stesso, rappresentanze degli amministratori di sostegno, operatori del Tribunale, enti della Cooperazione sociale, uffici del Dipartimento di salute mentale della A.S.L., espressioni del volontariato, delle famiglie dei malati di mente, del terzo settore, o comunque delle persone anziane, dei portatori di dipendenze, delle persone con disabilità.
”Non vi spiegherò cari utenti come fare le cose, - questo il motto dell’Ustfas, - le faccio io direttamente per voi”.
A monte una legge-quadro nazionale, istitutiva dell’Ufficio-sportello per l’intero paese, seguita da leggi regionali di attuazione. Tre interfacce soggettive di riferimento: (a) cittadinanza, famiglie, persone a rischio nel territorio; (b) ufficio del giudice tutelare, (c) amministratori di sostegno in carica.
Obiettivi di fondo: accogliere, prendere in carico tutti i non autosufficienti, sgravare il magistrato e l’amministratore da una serie di mansioni (meccaniche, burocratiche, computerizzabili); consentendo a entrambi di gestire, al meglio, i rapporti personali con gli assistiti (dialogo, confidenze, passaggi maieutici, rassicurazioni).

@ - Mettere a punto il ‘‘Progetto esistenziale di vita’’: uno strumento a garanzia degli svantaggiati, qualcosa da porre al centro di una legge apposita; un testo che andrà approvato al più presto dal Parlamento.
Ecco in breve i punti chiave. I genitori, una volta intenzionati a dotare il figlio di quello scudo, o in mancanza i Servizi Socio-sanitari, si rivolgono all’apposito Ufficio del Comune. Si attiva così un procedimento teso alla confezione del Progetto: mirante cioè a raccogliere, sotto la regia di un esperto incaricato dal Comune stesso, i dati biografici necessari. Materiali che forniranno il disabile per primo, gli esperti che lo hanno seguito poi, i genitori, i restanti membri della famiglia.
Nessun dettaglio trascurato: abitazione quale e con chi, tipi di film, insofferenze coi negozi, gusti nei vestiti, uso del frigo, hobby, paure, fantasmi. Il tutto convogliato entro un format di una decina di pagine. Documento destinato a essere parte, per un verso, della carta di identità della persona; da trasfondere, per altro verso, nell’apposito registro del Comune: a sua volta in rete con la Banca-dati nazionale dei Progetti esistenziali di vita.
Da allora nessun operatore avrà più facoltà di prendere decisioni, sul conto di quella persona, qualora ignori o non assecondi il Progetto esistenziale di vita. Consultazione scrupolosa, al microscopio, specie dopo che i genitori sono mancati. E ogni scelta difforme dal Progetto - riguardante il cibo, il tragitto della carrozzina nelle passeggiate, la presenza nei social, il colore delle tende - sarà impugnabile in via automatica.
Il testo andrà aggiornato all’occorrenza; un organo apposito in Municipio vigilerà su quel fragile, minuziosamente: verificando che tutto funzioni al meglio, mese per mese.

L’ultima domanda interroga lo studioso, ma anche la persona. Quali sono le sue previsioni per il futuro, in Italia e nel mondo, nel campo dei diritti? Qualcuno sostiene che ci vorrebbe meno democrazia. Non è che invece ci vorrebbe più partecipazione?
Penso proprio di sì anche più ‘’cuore e intelligenza’’ magari, il che significherà ad esempio:
Pietismo no - No approcci paternalistici nel 2022, verso chi è sfortunato, mai frasi commosse dall’alto, quand’anche in sé edificanti: ‘’Poveretto, ti è andata male, pazienza, farai intanto un fioretto alla Madonna”. La pietà di regime serve poco, può offendere chi è orgoglioso, ferisce pure chi non se ne accorge; viva i riscontri paritari invece, lo sguardo ad altezza uomo, i punti fermi nell’agenda. “Non è il fiore a mancare in chi è a disagio; qualche petalo e basta, momentaneamente appassito”. Sono come tutti quanti, gli individui non autonomi: si alzano la mattina e cominciano a prefigurarsi incontri, a fare programmi, “Comprerei quella scodella blu, oggi, telefonerò a Cecilia, mangio il passato di piselli”.
Mitezza sì - Mai interdire le persone in coma, né quelle in stato vegetativo. La condizione di buio naturale basterà a sventare qui insidie mercantilistiche: sub specie di disguidi via web, di malintesi per telefono o dal vivo, con o senza l’inganno di terzi. Eluana Englaro andava anch’essa disinterdetta, sin dal marzo 2004, e protetta di lì in avanti con l’amministrazione di sostegno.
Mai infierire con lacci e divieti formali, sui beneficiari inconsapevoli; una rappresentanza ‘’semplice’’ appare più che sufficiente per l’AdS. Grottesca l’idea di un magistrato proteso sul giaciglio di un’Eluana 2022: “L’abbiamo disinterdetta, signorina, avrà in futuro un guardiano meno arcigno”. “Non potrà fare grossi acquisti però, neanche sposarsi, disconoscere figli”. “Nessun testamento, proibiti per lei i regali di valore, non potrà adottare un bambino …”.
Diritto dal basso – Sempre più vestiti su misura, nel terzo millennio, per chi è ai margini; crucci e speranze, paura che arrivi una colica, nostalgie, l’attesa che Geltrude chiami dalla Spagna. In calendario la manicure da fare, gli acquisti di canfora, i pagamenti in cartoleria. Mai regole calate dall’alto, sensi unici di marcia; sì invece un assemblaggio ad hoc di poteri/restrizioni, modulato sulla fisionomia di chi ha bisogno. La cartha delle “sue” valenze intime, più liquide; in nessun caso facsimili per il giudice, fotocopie di modelli; prestare orecchio sempre, cercare di comprendere, e soltanto dopo intervenire, a ragion veduta.
Debolezza anagrafica no, indebolimenti mondani sì - Non esistono per il diritto soggetti “deboli intrinsecamente”; tali una volta per sempre; soltanto esseri indeboliti dal mancato apprestamento delle opportune rimozioni, ad opera della p.a., in attesa dell’approdo ai giusti ritmi. Non sarà fragile così, non per forza, il bambino orfano, esposto a insidie circostanti, albino, con ritardi di apprendimento; casomai il minore privo di figure adulte di riferimento, istituzionalizzato sconsideratamente.
Disturbi mentali? Di nuovo a contare sarà il rapporto con le cose, il funzionamento con gli altri.
Indebolito? Ad esempio l’oligofrenico che i familiari sequestrino in casa; quello obeso per pigrizia, con gli occhiali da miope mentre servirebbero da presbite. Sarà meno in scacco il giorno in cui gli operatori avranno rivisto il dosaggio di psicofarmaci; inserendo l’utente in un circuito di relazioni, di agganci, nominandogli un custode, procurandogli una pensione di invalidità.
Empowerment - Non è fragile il giovane o spastico avvolto in coltri idonee a valorizzare, al meglio, quanto il nostro è in grado di compiere. Non la donna incinta, vittima di afflizioni psico-somatiche, che il consultorio sappia guidare sino al momento del parto, con scrupolosità. Né il gay messo in condizione di accompagnarsi a qualcuno, alla luce del sole, di non testimoniare ai processi contro il suo compagno.
Dolore – È una realtà che fa parte dell’universo, la sofferenza, meglio sarebbe se così non fosse. In passato si è spesso guardato al male con spirito di rassegnazione, quasi di gratitudine; come ci fosse qualcosa di nobile, di catartico, nelle fitte e negli spasmi. È sempre più chiaro oggi che così non è. ‘’Qualità della vita’’ è solo un nome per chiamare la vita stessa. Quanto meno dolore ci sia, fra gli uomini, tanto più l’esistere sulla terra diverrà fonte di lieviti, di ossigeno; in ogni evenienza, dal primo all’ultimo giorno.
Nozze speciali - Affetto dalla sindrome di Down Tonio sarebbe intenzionato – ben d’accordo lei - a sposare Carlotta, Down a sua volta. Cresciuti insieme, le famiglie si conoscono, hanno sempre vigilato su quella che era, per anni, una semplice amicizia. I due novizi hanno frequentato buone scuole, vantano un mestiere sicuro, lui magazziniere, lei sarta; tanti li conoscono, non mancherà mai a un metro di distanza un’ala protettiva. Due le coppie ‘’normali’’ sposatesi ultimamente fra i coetanei, perché non anche loro? Carlotta con l’abito bianco che ha già adocchiato, in una boutique del centro; Tonio quel completo grigio perla, nuovo, risvolti lucidi e il cravattino a righe.
Danno psichico - Non è raro che una lesione di tipo mentale sia riconducibile all’illecito di qualcuno, occorrerà un risarcimento allora; esistono vittime potenziali che si trascinano dietro serie ombre, da sempre, creature indifese rispetto a soprusi per altri sopportabili, vanno anch’esse difese, take your plaintiff as you find him: i soldi servono eccome ai danneggiati; certo un’implosione psicotica o anche nevrotica può avere molteplici cause; basterà però, al diritto, che quel fattore abbia svolto un ruolo pregnante nella catena eziologica; in tal caso un ristoro finanziario a chi non è più lo stesso di prima, non potrà negarsi.
Sussidiarietà - Albertino, quarant’anni, qualche ramo storto; vive da solo, gestisce la propria azienda agricola, campa decentemente. Ogni settimana si reca in centro; simpatico, beve a volte, in Comune sanno chi è. Il giudice tutelare ha sentito i Servizi, scoprendo vari dettagli, sulla scuola, i passatempi. Così lo psichiatra tre anni fa: “Leggera sindrome dissociativa, qualche ossessione; ben compensato”. Un infermiere che passa ogni mese a trovarlo: “Non mi preoccuperei più di tanto”. Un vicino di cascina: “Arriva lentamente, con la motocicletta; appena lo sentono, i suoi animali alzano la testa: i due cani scodinzolano, si buttano a correre, le capre lo guardano avvicinarsi, i conigli zampettano, le oche schiamazzano felici”. Il giudice ha deciso di aspettare, per il momento niente amministrazione di sostegno; più in là magari, se sarà necessario.
Logiche generose - Sfortunata Camilla, i disturbi sono cominciati a diciassette anni: ne ha ora venticinque. Grande passione il pianoforte, suonava uno Steinway a coda, poi alle soglie del diploma ha dovuto smettere: è iniziata quella brutta malattia, alle articolazioni. Due anni fa zia Flora è diventata sua amministratrice di sostegno: il male di cui Camilla soffre tocca un po’ anche la testa. Con la musica un rapporto speciale, non sarà così in eterno. Recentemente, girando per Internet, Camilla ha scoperto che c’è in vendita uno Steinway; verticale, proprietà di uno svizzero, diecimila euro: se n’è innamorata, i soldi sul conto ci sarebbero, qualcosa la mamma le aveva lasciato. Cosa fare? Incerta la zia, anche il giudice era combattuto; hanno deciso infine per un sì all’acquisto
Rimedi - Ai congiunti poveri vanno garantiti gli alimenti, chi s’imbatta per strada in un corpo esanime deve prestare soccorso. I migranti non lasciamo che anneghino, certe vaccinazioni è bene siano obbligatorie, le violenze sessuali contro un bambino richiedono pene speciali. Agli scolaretti con disabilità necessitano congrue ore di sostegno, con capaci insegnanti. Se uno commette stalking andrà incontro a un divieto di avvicinamento. La pedopornografia è da combattere in tutte le forme. I mariti che picchiano le mogli vanno messi fuori casa e, quando abbiano espiato le loro colpe, occorre impedire loro di fare ancora i despoti. I cani abbandonati debbono essere portati nel canile municipale, quanto prima, quelli bastonati vanno tolti subito al loro padrone.




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