Cultura, società  -  Redazione P&D  -  21/06/2022

Insultata e umiliata al lavoro perché lesbica: il Tribunale di Ravenna condanna la L. a risarcirla

INCARICHI SQUALIFICANTI, RIMPROVERI IN PUBBLICO, INTRUSIONI NELLA SUA VITA PRIVATA: PER IL GIUDICE SONO RESPONSABILI QUATTRO SUOI SUPERIORI

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La L. è chiamata dal Tribunale di Ravenna a risarcire una sua dipendente a seguito delle vessazioni subìte per la sua omosessualità, a causa delle quali sono stati condannati quattro suoi superiori: il caporeparto, il procuratore speciale della ditta, i coordinatori regionali dell'amministrazione e della logistica. I quattro sono stati infatti riconosciuti responsabili della malattia professionale patita dalla donna.

L'entità del risarcimento - precisa la stampa locale - sarà stabilito in sede civile: i legali della vittima hanno chiesto una cifra fra i 70mila e i 100mila euro.

La donna - 40 anni, di Lugo, che ha ottenuto una provvisionale di 30mila euro - secondo quanto ricostruito dalla Procura sarebbe stata vessata fin dall'assunzione, nel 2006: obbligata a lunghi periodi di lavoro notturno, bersaglio di rimproveri e offese in pubblico, compiti squalificanti, ma anche vessazioni extralavorative, come intrusioni costanti nella sua vita privata e richieste di natura sessuale. Comportamenti che le avrebbero provocato disturbi da panico, che medici specialisti hanno valutato come malattia professionale, da cui nasce l'accusa di lesioni personali.

 

 




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