-  Barizza Matteo  -  27/01/2012

IL POTERE ED IL PROCEDIMENTO DISCIPLINARE – Matteo BARIZZA

Sommario: 1. Premessa. – 2. Il potere disciplinare. – 3. Il procedimento disciplinare. – 4. (Segue): i requisiti della specificità e dell"analiticità. – 5. (Segue): il requisito dell"immutabilità. – 6. (Segue): il requisito della tempestività e dell"immediatezza. – 7. La recidiva. – 8. Le sanzioni disciplinari. – 9. L"applicazione di tali principi da parte delle due sentenze in commento.

 

1. – Premessa.

Le sentenze n. 29628 del 29 dicembre 2011 e n. 567 del 17 gennaio 2012 (si possono leggere, in versione integrale, nel lemma Lavoro), entrambe emesse dalla sezione lavoro, ed entrambe concernenti il licenziamento disciplinare, offrono lo spunto per alcune brevi riflessioni su tale delicato tema.

 

2. – Il potere disciplinare.

Il potere disciplinare rappresenta lo strumento di cui il datore di lavoro può disporre per reagire all"inosservanza degli obblighi di diligenza, obbedienza e fedeltà (artt. 2104 e 2105 c.c.) da parte dei lavoratori. Esso si concretizza con l"irrogazione di sanzioni che, nel rispetto del principio di proporzionalità alla gravità delle infrazioni, nella forma più grave possono culminare nel licenziamento del dipendente.

La relativa regolamentazione normativa è contenuta nell"art. 2106 c.c. e nell"art. 7 della legge n. 300 del 1970, meglio nota come Statuto dei Lavoratori, nonché, di volta in volta, nel c.c.n.l. applicato in azienda e nel codice disciplinare presente, solitamente, nella bacheca aziendale.

Tale codice assume un"importanza fondamentale nell"ambito del procedimento disciplinare: esso rappresenta, infatti, l"insieme delle regole e degli adempimenti che il lavoratore deve rispettare all"interno del luogo di lavoro. Nel codice disciplinare (...)




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