Amministrazione di sostegno  -  Paolo Cendon  -  16/08/2022

Estate 1986, mentre scrivevo

Continuavo quell’estate a domandarmi, distillando la sequenza dei (possibili) articoli di legge, che linee di principio seguire.

---

Scegli anzitutto,  mi dicevo, locuzioni che scongiurino la possibilità di “stigmi” personali. Di avvilimento sociale, per gli scambi di rete, lungo il quartiere. “Amministrazione di sostegno” è un po’ burocratica, forse, prolissa come etichetta; proprio quello che occorre psicologicamente, pronunciandola non verrà da pensare a qualcosa di “tarato” sul piano medico: di infausto diagnosticamente, di lombrosiano.

---

L’interdizione meglio conservarla, sulla carta; così sono fatti gli italiani, spaventati dalla follia in cuor loro; se tenti delle fughe in avanti, cercando di abrogarla, bloccherai tutto in Parlamento. L’architettura dei rimedi dovrà scandire, quella sì,  come la prima opzione spetti al nuovo modello, entro il codice, ogni volta che capita.

---

Insisti sul fatto che il target, per l’istituto nascente, andrà cercato anche oltre il recinto psichiatrico, puro e semplice. Nè è scontato che chi soffre mentalmente necessiterà, sempre e dappertutto, di un presidio legale. È sicuro che potrebbero non farcela invece, qua e là, civilisticamente, figure non strettamente biologiche della “devianza”: carcerati, eremiti, migranti di fresca data, semianalfabeti, monache di clausura. Magari un ribelle accanito, un malinconico notturno, un burlone, un maniaco delle slot machine, un cavernicolo. Andranno protetti pure loro, se occorre.

---

Si potrebbe semmai, già che c’è l’occasione, pensare a modifiche delle norme sulla responsabilità dell’ “incapace”. Troppo comodo, per un ciclotimico poniamo, con diagnosi conclamata,  lasciar cadere un vaso da fiori  su un passante, e fare poi marameo dal balcone, contando che la legge chiuderà  un occhio nei suoi confronti: quel vaso addosso non fa più o meno male, ecco il punto, a seconda di cosa frullasse nel cervello di chi l’ha buttato.  Chi rompe paga, deve valere per tutti, basta privilegi. Eviteranno di snobbare quel soggetto così, anche i cittadini all’intorno: cesseranno di vederlo come un alieno,  padrone di fare ciò che vuole, immune a priori da castighi,  da ogni strascico.




Autore

immagine A3M

Visite, contatti P&D

Nel mese di Marzo 2022, Persona&Danno ha servito oltre 214.000 pagine.

Libri

Convegni

Video & Film


Articoli correlati