Deboli, svantaggiati  -  Redazione P&D  -  12/11/2021

Esenzione per il vaccino, questa sconosciuta - Monica Castello

In questo periodo spesso si sente dire che l’esenzione per il vaccino covid 19 non esiste, ma non è vero. Come faccio a saperlo? Semplice, ce l’ho. Solo che i problemi sono parecchi.

Questi i fatti.

Il 15 luglio 2021 vado ad un open night a Sanremo per fare la prima dose di vaccino. Sono portatrice di due patologie autoimmuni ed ho avuto diverse reazioni avverse a farmaci, compresa la famosa aspirina portata ad esempio come farmaco innocuo e che a me fa malissimo, per cui compilo il modulo con tutte le indicazioni del caso. Quando viene il mio turno consegno il foglio ad un tizio chino su di una scrivania che neppure alza la faccia: gli faccio presente i miei problemi ma lui risponde semplicemente di andare in fila.

La persona che mi vaccina lo fa avvertendomi prima che potrei avere febbre, mal di testa o nausea, come del resto sta scritto sul foglio informativo oltre all’indicazione di un caso su mille di asimmetria facciale temporanea, il che non vuol dire nulla perché tutti abbiamo la faccia leggermente asimmetrica.

Il 24 luglio sera comincio ad avvertire dolori simili ad aghi sul lato destro del volto, poi formicolio, mancanza di sensibilità e perdita di saliva, in soldoni mi è venuta una neuropatia con emiparesi facciale, come mi dice un amico medico che mi ha visto il giorno dopo e successivamente il medico di famiglia. Non solo: due giorni dopo si aggiunge una violenta orticaria che mi costringe ad andare in pronto soccorso, dove confermano la diagnosi e mi propongono un’iniezione di cortisone; io ho problemi pure con quello quindi scegliamo il male minore, cioè la tipologia di quel farmaco che mi dà solo mal di testa.

L’indomani provvedo a fare la segnalazione ad AIFA attraverso la Regione da dove, visti i referti medici, mi viene comunicato che è stata registrata come reazione avversa con ospedalizzazione. Al quel punto contatto il Dipartimento Igiene e Prevenzione della mia Asl e vengo ricevuta da un medico che mi rilascia un certificato che attesta l’impossibilità per me di fare il richiamo come da indicazione della casa farmaceutica e le linee guida.

Non ci sono cure, l’emiparesi dura dieci giorni, la neuropatia sta ancora lì adesso, forse passerà tra cinque o sei mesi.

Sono il primo caso che capita nella mia provincia, cercano di capire come aiutarmi, perché ho diritto ad avere il green pass. Infatti il 16 agosto mi rilasciano un certificato su modulo predisposto dalla Regione, in cui sta scritto “è soggetto esente dalla vaccinazione anti SARS Cov-2. Certificazione valida per consentire l’accesso ai servizi e attività di cui al comma 1, art.3 del DECRETO LEGGE 23 luglio 2021 n.105”.

Va specificato che detto decreto, all’art.3 comma 3, esplicita esattamente quanto sopra, avvalorato anche dalle circolari del 4 agosto 2021 e del 25 settembre, perché l’esenzione, pur essendo perenne, per la parte green pass segue la validità dei decreti legge che lo impongono.

Quindi mi metto nella borsa il certificato, l’articolo del decreto legge con circolari annesse e vado alla presentazione di un libro in un teatro, dove si presume che sappiano le cose.

Tutto ok? Manco per niente: vengo cacciata con l’accusa di essermi fatta da sola il foglio, che lo stesso è falso, che nessuno li ha informati e quindi anche le circolari non esistono… Questo davanti a decine di persone, con la conferma su mia richiesta che sanno benissimo come chi ha il green pass può essere positivo al virus, ma può entrare a differenza mia perché è la legge (sic!). Non solo, anche se il green pass fosse di un altro non possono controllare per la privacy. Quindi facendo le cose in regola non entro, se mi faccio prestare il QR code da un’altra donna sì.

Faccio una seconda prova in un altro teatro, dove trovo una persona che sa leggere ed entro.

C’è chi mi definisce bacata, difettosa, pericolosa, chi sostiene che siamo pochi quindi non contiamo… Ma le minoranze non vanno tutelate?

Alle Ferrovie dello Stato non sanno che fare, i vettori aerei neppure se non dire che ci vuole il green pass quindi devo farmi un tampone per tutelare chi entra con il QR e potrebbe contagiare me.

Il problema sta nel fatto che il mio certificato non si chiama certificazione verde e non ha il QR code, quindi ad un’osservazione superficiale non è valido come tale, nonostante sia emesso sulla base delle stesse norme. Lo Stato aveva previsto una certificazione elettronica anche per quelli come me ma poi ha soprasseduto.

Siamo pochi, a molti facciamo paura. Eppure siamo utili agli altri ed alla ricerca più dei molti, perché grazie a noi si scoprono le falle del farmaco e si può cercare di trovarvi rimedio. Infatti adesso il bugiardino di Pfizer riporta tra gli effetti avversi emiparesi, paresi, neuropatie, miocarditi e trombosi perché qualcuno le ha segnalate, quindi chi si sottopone adesso a vaccinazione può essere seguito con maggiore cura.

Non mi piace il paragone, perché può aprire a derive terribili, ma spesso ho sentito dire che questa è una guerra: bene, io ho obbedito, mi sono arruolata e mi sono beccata una pallottola dal fuoco amico, il mio sistema immunitario ha risposto in modo abnorme, se ci riprovo potrebbe anche uccidermi. Sono un ferito di guerra, i feriti non si discriminano, si rispettano e si aiutano. 

Se ci si basa sul numero esiguo, qualche decina di migliaia in tutta Italia, per metterci in un angolo, ciò significa che si può fare per qualsiasi minoranza, compresi i portatori di malattie rare, compresi quelli per cui si fanno grandi dibattiti, compresi voi se dovesse succedervi.

 Pensateci.




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