Letteratura  -  Pant√® Maria Rosa  -  10/08/2007

DOVE ANDIAMO IN VACANZA? SPOT PUBBLICITARIO – Maria Rosa PANTE'



Oggi i due enormi edifici, circondati da boschi con alberi fitti e altissimi, sono divenuti degli “alberghi” speciali, perché sono soprattutto Consorzi per l’Educazione ambientale e veri laboratori, con corsi per insegnanti e operatori vari, con settimane per i bambini e giovani. Sono anche alberghi, confortevoli e sobri, un televisore per piano, pranzo e cena con sistema del self service e cibi di origine biologica. Luogo di silenzio, ma anche di voci giovanili e di sussurrare di anziani. 

Luogo di camminate e di percorsi per mountain bike: si arriva a mete del Giro d’Italia.
Nei sotterranei ci sono sauna, sala di musica, palestra e, meraviglia delle meraviglie, il ping pong, il calcetto…
Che altro dire, prima di tutto andate a vedere il sito e poi chissà andateci voi, o la famiglia, o la classe, o…
http://www.pracatinat.it/web/portale/index.htm 


Ed ora una riflessione personale sul fatto che questi due giganti sono ex sanatori (ora coloratissimi e allegri):

Si affacciano
Si affacciano sulla valle
così profonda da sgomentare.
Gli alberi, custodi antichi dei monti,
maestosi si vivono intoccabili.
L’aria pura, ancora pura abbevera
la terra afosa dell’estate.
Si affacciano i due enormi edifici.
Giganti solitari:
l’ex sanatorio, chiuso per lavori,
accanto il padiglione delle donne.
Nel silenzio mi pare di vedere
larve, ormai, degli antichi malati.
Nella luce violenta ancora l’eco
dei colpi di tosse e l’ansia di scorgere
sul fazzoletto una scia di sangue.
Li immagino così
i malati di petto, mal gentile:
ordinati in file al sole, a curarsi
con l’aria che sana i polmoni
o almeno allarga il respiro.
Sono pallidi, smagriti,
soprattutto i nuovi arrivati. Sono
spaventati, pur pieni di fiducia
nei monti immortali. Luogo
da romanzo: vite che s’intersecano,
vite rinate, vite stroncate
da una tosse che soffoca speranza,
giovinezza, un nuovo amore, forse.
L’ex sanatorio ancora abitato
dalla malattia, nonostante
i vivaci colori, vive
di tutti i suoi morti:
ossimoro egli stesso
palazzo ostaggio e signore dei boschi.




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