-  Redazione P&D  -  15/10/2014

DELIBERAZIONE E BIOETICA - Giovanni BONIOLO-Giuseppe SCHIAVONE

La bioetica è la disciplina che si occupa di dirimere le questioni etiche che si sviluppano in seno alle scienze della vita. Sviluppatasi consistentemente negli ultimi quarant"anni, è progressivamente trasfigurata in un"arena per l"aggiudicazione politica di rivendicazioni circa la permissibilità morale di pratiche biomediche, cliniche o di ricerca. Se è possibile, da un

lato, concepire che il discorso della bioetica si applichi a domini differenti e più o meno estesi e sovrapponibili (e.g. la pratica clinica, la vita animale, la vita in genere, la ricerca biomedica, etc.), dall"altro va rilevato che esistono differenti discorsi della bioetica, ciascuno dotato di una propria grammatica metodologica di implementazione nella prassi di teorie e principi morali.

L"approccio deliberativo è uno di questi discorsi. Ma in che cosa consiste, precisamente, questo discorso? Per comprenderlo è necessario prima di tutto specificare che cosa s"intende per deliberazione e per democrazia deliberativa.

La democrazia deliberativa è una scuola filosofico-politica relativamente recente, costruita però sulle fondamenta di un"impostazione istituzionale risalente già alla Grecia antica. Per quanto il riferimento democratico avesse all"epoca un"estensione più circoscritta (il demos ateniese era un sottoinsieme molto limitato della popolazione), le caratteristiche proprie della

deliberazione articolata dai principali autori che hanno sviluppato, nel corso degli anni Ottanta e Novanta del Novecento, le intuizioni di John Rawls e Jürgen Habermas, rimangono sostanzialmente vicine alla loro ispirazione classica.

La proposta della democrazia deliberativa in generale, pure con una lunga lista di varianti, prende le mosse dal rilievo che la democrazia rappresentativa (e in generale le forme aggregative di democrazia), così come concepita oggi, soffre di alcuni evidenti limiti. In particolare, per motivi che vedremo oltre, offre un sistema inadeguato di gestione politica dei conflitti morali. È, la democrazia aggregativa, essenzialmente un sistema politico incapace di garantire la sostenibilità del disaccordo morale.

È bene precisare da subito che, malgrado la proposta dei sostenitori della democrazia deliberativa sia una proposta chiaramente critica dei sistemi istituzionali esistenti, i suoi dettagli non la configurano inevitabilmente come alternativa alla democrazia rappresentativa. Esistono, infatti, almeno tre scenari integrativi di deliberazione e rappresentazione democratica:

- Deliberazione come caratteristica esclusiva dell"architettura istituzionale di una società.

- Deliberazione come passo preliminare all"aggregazione delle preferenze per la scelta dei rappresentanti.

- Deliberazione come norma di azione dei rappresentanti eletti.

Pure con la possibilità di una serie pressoché infinita di distinguo, tutte le tesi democratiche deliberative hanno un minimo comune denominatore teorico, e cioè constano di almeno due componenti. Una componente democratica e una componente deliberativa. […]

 

Tratto da

Deliberazione e bioetica

Giovanni Boniolo e Giuseppe Schiavone

Rivista per le Medical Humanities

Numero 27 Anno 8

Gennaio-Aprile 2014, 85 ss.

 




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