Cultura, società  -  Redazione P&D  -  10/08/2022

Com'è piccola Venezia. Per la prima volta scende sotto i 50 mila abitanti

Il conto alla rovescia iniziato mesi fa terminerà questa settimana. Il Comune: ma tra studenti e lavoratori, i residenti sono molti di più

E anche questa volta Cassandra aveva ragione. In tempi non sospetti lo si era detto e ridetto: "Venezia si sta spopolando e rischia di diventare un museo a cielo aperto". Ora quel grido di allarme si sta avverando: questa settimana segnerà un prima e un dopo nella storia della città dei dogi che scenderà da 50015 a 49999 residenti nell'isola (il Comune intero, incluso l'estuario e la terraferma, è di 254 mila persone). Un numero da brividi per chi nell'isola vorrebbe starci, ma non riesce, vuoi a causa del costo elevato della vita, vuoi a causa della monocultura turistica.

Nessuno ha mai invertito la rotta

Un numero che è solo un numero per chi ritiene invece che Venezia accolga ben più abitanti di quelli iscritti all'anagrafe. "Non vogliamo arrenderci, ma constatiamo che, al di là del colore politico, nessuna amministrazione è mai riuscita a invertire la rotta", spiega Matteo Secchi, portavoce di Venessia.com, l'associazione di cittadini che da anni denuncia lo spopolamento e che venerdì terrà una conferenza stampa per annunciare quello che viene considerato un punto di non ritorno. "Sembra che il profitto abbia avuto sempre la meglio dato che Venezia è usata come un Bancomat e intanto si sta spegnendo. Se si vuole trovare una soluzione bisogna impegnarsi davvero e non usare la città come vetrina".

Il diritto alla residenzialità: chiesto da più parti

E dire che negli anni un coro di voci veneziane, dal Gruppo 25 Aprile all'associazione Generazione 90 all'osservatorio indipendente per la casa Ocio, ha ricordato più volte il diritto alla residenzialità e chiesto misure urgenti alle amministrazioni. Insomma, tutto si può dire, tranne che la notizia arrivi all'improvviso, come ricorda Marco Vidal, imprenditore veneziano di quarta generazione nel settore dei profumi. "Il numero è una soglia simbolica che fa riflettere su un problema gravissimo denunciato da decenni e che la politica ogni volta promette di risolvere e non lo fa", spiega. "Venezia ha un grandissimo potenziale e potrebbe essere un modello di vivibilità se si riuscisse a bloccare la speculaziona legata alla monocultura turistica. Chi si laurea qui ha pochi sbocchi in altri settori, senza contare il fatto che mancano le case per i residenti. Ci vuole un piano di rilancio con uno statuto speciale per Venezia in modo che possa tornare a essere produttiva". Per Vidal il valore della città è intrinseco a quello dei suoi abitanti. "È un valore legato all'artigianato veneziano, alla sua lingua e a chi vive in questa città anfibia, in un contesto unico. Svuotare Venezia dei suoi residenti sarebbe un delitto".

Per l'amministrazione è un falso allarme

Per l'amministrazione questo numero sarebbe un falso allarme: "L'anagrafe non tiene conto di chi dimora in città per motivi di studio o di lavoro, ma non ha la residenza", replica l'assessora ai Servizi al cittadino Laura Besio. "Il sindaco Luigi Brugnaro ha già annunciato di aprire la quota ai domiciliati, anche in previsione del contributo di accesso che dovrà tenere conto di chi Venezia la vive ogni giorno nonostante non sia ufficialmente residente. Inoltre stiamo lavorando con le università per raddoppiare il numero degli studenti e la recente norma di legge sulla regolamentazione delle affittanze turistiche potrebbe essere un volano per rimettere nel mercato nuove residenze stabili".

Il residente senza anagrafe

Su questa linea è anche la contessa e avvocata Chiara Modica Donà Dalle Rose che ritiene che si debba cambiare vocabolario: "Il residente non è più quello iscritto all'anagrafe perché ci sono tante persone che vivono qui gran parte dell'anno o tanti ex stranieri che scelgono Venezia per trascorrere la loro seconda giovinezza. Venezia è molto viva, ma bisogna cambiare i parametri per valutarla e trovare un nuovo termine per indicare chi ci abita e decide di stare qui". L'attrice Ottavia Piccolo riconosce che lo spopolamento è un problema di molte città d'arte. "Venezia è una città perfetta per incentivare la nascita di start up con giovani".

Oltre al problema casa, quello del lavoro

"Penso sia chiaro che non ci siano politiche per trattenere noi giovani a Venezia" dice Sebastiano Cognolato dell'associazione Venice Calls. "Ancora prima della difficoltà di trovare una casa con un prezzo accessibile, c'è il problema del lavoro. Oltre al settore turistico, non ce n'è. Perché il Comune non mette a disposizione degli spazi gratuiti di coworking? Si favorirebbe una socialità diversa dal bere l'aperitivo e sarebbe di grande stimolo. Inoltre, la città dovrebbe domandarsi quanti universitari rimangono dopo gli studi perché sarebbe evidente, come dimostrato nella ricerca di Massimo Strozza, che la maggior parte se ne va per l'impossibilità di sostenere i costi e di trovare un'occupazione". Per Orazio Alberti di Ocio (Osservatorio indipendente sulla residenza) all'origine dello spopolamento c'è lo sconvolgimento del mercato immobiliare causato dalle piattaforme e dalle locazioni turistiche: "In entrambe le indagini serie sull'abbandono di Venezia commissionate dal Comune nel 1998 e nel 2008 emerge come le persone, in particolare giovani e neo famiglie, se ne siano andate perché non potevano permettersi una casa e che, se ci fosse stata la possibilità di trovarla a un prezzo accessibile, sarebbero tornate. Lo stesso accade oggi perché il boom turistico ha destabilizzato la struttura demografica della città".

La voce di Cassandra

L'urbanista Paola Somma, autrice del libro andato a ruba Privati di Venezia, sostiene che per qualcuno lo spopolamento è un'impresa ben riuscita dato che i fondi che investono nel settore alberghiero continuano a fare affari. "Qualche residente serve perché i turisti vogliono vedere un po' di fauna locale, ma non raccontiamoci fiabe, chi decide le sorti della città è il denaro e i fondi di investimento, non più i cittadini". Un'analisi lucida e disincantata che merita ascolto per non diventare tra anni la voce di un'altra Cassandra.

 




Autore

immagine A3M

Visite, contatti P&D

Nel mese di Marzo 2022, Persona&Danno ha servito oltre 214.000 pagine.

Libri

Convegni

Video & Film