Deboli, svantaggiati  -  Paolo Cendon  -  22/03/2023

Carlo Gilardi, un uomo strano, creativo, umile, religioso, appagato

Il prof. Carlo Gilardi mi ha fatto una dedica speciale nella pagina interna del suo libro autobiografico, che mi ha fatto avere qui a Trieste, nei giorni scorsi, e che racconta appunto la storia della sua vita ‘’Airuno terra mia – Appunti di vita di un semplice airunese’’.

La dedica, in inchiostro blu, caratteri piccoli e gradevoli, assai giovanili, dice semplicemente ‘’Ella mai avrà letto un testo tanto misero, come il presente libercolo. Con deferenza, Carlo Gilardi’’.

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Colpisce subito il fatto che le iniziali, sia del nome che del cognome, siano in lettere minuscole.

In questa stessa pagina di Facebook, in un altro post, ho pubblicato prima la copertina del libro di Gilardi ‘’Erbette -volume II’’, che è una raccolta di poesie.

E qualche giorno fa avevo postato la foto della festa che si è svolta nella casa di riposo di Airuno, per la presentazione di questi due libri. Si vedeva Giraldi al centro di un gruppo, seduto sorridente, accanto alla sorella, dietro il sindaco di Airuno, intorno varie altre persone e autorità locali; nel video rinvenibile su Google lo si sente parlare allegro, vivace, spiritoso.

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Carlo Gilardi è quel signore che, tempo fa, era stato al centro di un paio di trasmissioni TV delle Iene, che tentavano di accreditare l’ipotesi di una clausura forzata, di una serie di abusi da parte dei giudici di Lecco e dell’Amministratrice di sostegno.

Per quello che poi ho capito io – con un’inchiesta privata, molto rapida, ma assai ricca, tra AdS, giudici e avvocati di Lecco, lettura di giornali, presa d’atto di alcuni video, lettura di vari documenti processuali - la verità era ed è molto diversa.

Chi vuol sapere la verità basta del resto che consulti Google, che abbonda di materiali, ad esempio per quanto concerne il processo, con tanto di condanna, a carico di uno dei giovani badanti che avevano imbrogliato e assillato Gilardi per anni.

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Oggi, per quel che posso vedere e capire, il professor Gilardi (ultranovantenne) è un uomo sereno. Sempre arguto, spiritoso, quando parla, fin troppo modesto, si prende in giro, sorride, fa battute su se stesso, è pieno di vita, mai aspro, non tormentato, sempre riconoscente verso chi gli è stato vicino.

Consiglio senz’altro la lettura di questi due libri giraldiani. L’autobiografia la farei leggere nei libri di scuola, ora di storia: com’è cambiata la Lombardia del Nord in quasi cent’anni, con tantissimi episodi di vita vissuta, un affresco brulicante, mai raccontato in modo noioso, sempre toni freschi, acuti, illuminanti. Anche le poesie sono belle, nella loro semplicità, sembra un po’ Giovanni Pascoli, in rima, nessun ermetismo, nessuna pretenziosità, molto varie, gradevoli, immediate.

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Come ‘’padre’’ dell’Amministrazione di Sostegno (legge  n.6 del 2004) vengo spesso chiamato in causa, anche su Facebook, da persone che mi rivolgono le accuse più infamanti, che mi augurano di morire presto, di finire io stesso sotto le grinfie di qualche amministratore di sostegno orrendo e crudele, che  mi imputano di essere un nazista, o comunque uno scemo, che avrebbe inventato un meccanismo spaventoso, portatore solo di male e di dolore.

Ovviamente mi dispiacciono queste accuse, anche perché a volte so anch’io che l’AdS non funziona, in concreto, come dovrebbe. Comunque non me la prendo mai più di tanto, perché so bene quanto spesso viene spontaneo - a chi è sfortunato o maltrattato dalla vita - di dare la colpa a qualcun altro o a qualcos’altro. E che ci sia da cambiare e da migliorare qualcosa nella legge in questione è del resto vero.

So anche però che se l’abrogassimo, come qualche ingenuo propone a volte, le cose andrebbero assai peggio: abbandono di tanti infelici, solitudine, irresponsabilità, disastri per i bisognosi, degrado, inciviltà.

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La storia di Carlo Gilardi è per me consolante, esemplare. Avevo ragione un anno fa a non credere alle Iene, a non firmare appelli, a non gridare subito allo scandalo. Bisogna aver fiducia nei giudici, invece, negli amministratori, come piano inclinato istintivo, fino a prova contraria: immaginare cioè che, se vien deciso qualcosa, ci sono sotto verosimilmente delle ragioni molto serie. Ragioni che non si possono magari rivelare, perché il rispetto della riservatezza lo vieta, ma che esistono.

Così almeno in linea di principio.

Aver visto e constatato con quanta accortezza, con quanto spirito di servizio, coraggio, onestà, libertà di pensiero, fedeltà allo spirito dell’AdS,  si siano mossi tutti i chiamati a fare il loro dovere nel caso Giraldi – per primi la Giudice tutelare Paganini, l’Amministratrice di sostegno Barra, il Presidente del Tribunale di Lecco Secchi – è per me, come ‘’madre’’ della legge, tanto più o dopo questi due libri rasserenanti del prof. Gilardi, di cui vi ho parlato, un motivo in più per continuare a fare il mio lavoro

 




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