-  Rega Ilaria  -  19/08/2014

BAMBINI E ORRORI DEI NOSTRI TEMPI - Ilaria REGA

Ormai da decenni cybernauta, mai come negli ultimi anni ho visto un triste quanto preoccupante aumento delle violenze sui bambini a tutte le latitudini e perpetrate in ambienti familiari quanto in teatri di guerra, filmate e diffuse sui principali social, come fossero acqua fresca.

Bambini abusati, torturati, uccisi, per le più disparate motivazioni, dalla follia alla mercificazione, alla strumentalizzazione, ma a pagarne le conseguenze sono sempre loro. Fiumi di parole buttati al vento per  comprendere quale sia il limite per considerare tale un bambino nelle varie culture e società, come se l"alzarsi, o meno, dell"asticella:" meno di tredici, più di sedici", renda più o meno efferato, l"inaudito scempio.

Paesi in cui nascono partiti politici pro-pedofilia..., oppure mostre pedo-pornografiche, come quella esposta al Maxxi a Roma, con l'opera contestata firmata dai due fratelli Chapman, maestri della BritArt, in cui sono rappresentate bambine nude con falli in bocca e per cui la Melandri è finita recentemente nell"occhio del ciclone.

Comprendiamo che l"arte sia immagine della società che rappresenta, probabilmente però dovremmo farci qualche domanda, come, ad esempio, se non sia il caso di proteggere e rispettare i bambini e più in generale l"essere umano, esaltando le virtù più che i vizi di quest"ultimo. Nell"epoca dei reality e del turpiloquio e della TV spazzatura, sembra che tutto ciò che faccia scandalo (e che possibilmente sia osceno) sia degno d"interesse e che la normalità sia sinonimo di noia.

Novelli dittatori, emuli dei peggiori integralisti, che la Storia ci ha consegnato nel corso dei millenni, rinascono, in un continuo alternarsi tra vittime e carnefici….e come sempre, bambini utilizzati: come scudi, come scusa, come vittime.  La voglia di gridare BASTA! È forte.

Sembra che non si conosca il limite del peggio e dell"osceno.

Le conclusioni di un recente studio Onu, molto contestato da alcuni, sulla violenza contro i bambini, fa emergere che:

"La violenza sui bambini si verifica ovunque, in ogni nazione, società e gruppo sociale. 

Le violenze efferate sui bambini possono fare notizia, ma sono gli stessi bambini ad affermare che anche piccoli e ripetuti atti di violenza e di abuso, commessi su base quotidiana, provocano loro sofferenze, intaccando la loro autostima, serenità e senso di fiducia nel prossimo. 

Sebbene alcune violenze si verifichino in modo imprevedibile e isolato, la maggior parte di quelle sui bambini sono commesse da persone in cui dovrebbero poter riporre la loro fiducia: genitori, fidanzati o fidanzate, sposi o partner, compagni di scuola, maestri e datori di lavoro. 

Il grosso delle violenze sui bambini rimane nascosto; i bambini sottoposti a violenze, così come quelli che vi assistono, spesso restano in silenzio, per timore di punizioni e a causa della riprovazione sociale che la violenza comporta tanto per chi la subisce quanto per chi la commette. 

Molte persone, e tra queste i bambini, accettano la violenza come un aspetto inevitabile della vita. Spesso, i bambini che hanno subito violenze o che ne sono a conoscenza restano in silenzio, perché non ci sono modi sicuri o affidabili per denunciarle o per chiedere aiuto".

Basta farsi un giro su YouTube,  per trovare centinaia di filmati con violenze, di ogni tipo e genere, a danno dei bambini, consumati in famiglia, nelle scuole, per motivi politici o di guerra.

Sempre dall"rapporto dell"Onu si può leggere che: "La violenza ha un effetto devastante sui bambini, esponendo chi vi sopravvive al rischio di danni permanenti per la salute, lo stato emotivo, cognitivo e sociale. La violenza genera violenza: in età adulta, i bambini vittime di violenza hanno maggiori probabilità di ricaderne vittima o diventarne loro stessi autori

La violenza perpetua povertà, analfabetismo e mortalità precoce. I segni fisici, emotivi e psicologici della violenza derubano i bambini dell'opportunità di sfruttare a pieno le loro potenzialità. Moltiplicata su scala maggiore, la violenza priva l'intera società del suo potenziale di sviluppo. Porre termine alla violenza significa accrescere le opportunità di crescita e di sviluppo. 

Solo un piccolo numero di bambini sono protetti da leggi che vietano punizioni corporali in tutti e cinque i contesti specifici analizzati dallo Studio:  Almeno 106 Paesi non vietano punizioni corporali a scuola; 145 Paesi non vietano punizioni corporali negli istituti di assistenza; Le punizioni corporali sono ammesse come provvedimenti disciplinari in 78 Paesi e come parte di sentenze penali in 31 Paesi".

Esistono antidoti a una tale follia diffusa  in vari strati della nostra società?

Ricerche recenti dell'OMS hanno individuato i fattori che rafforzano le capacità di recupero dei bambini che hanno subito violenze. Tra questi vi sono un saldo attaccamento ad un membro familiare adulto; grandi attenzioni e cure da parte dei genitori; una relazione stretta e di sostegno con genitori non coinvolti in abusi e relazioni di reciproco aiuto e sostegno con i propri coetanei.

Quindi la risposta è: maggiore attenzione e cura verso i bambini, di cui la famiglia continua ad essere il perno centrale, ma dove anche le istituzioni e gli organi di Polizia, non devono scordarsi di fare il loro dovere. Attenzione, non dimentichiamo che i bambini sono il nostro futuro e quello del nostro pianeta!




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