-  Peron Sabrina  -  07/01/2016

APPUNTI SU PERSONA E LIBERTÀ - Sabrina PERON

Sommario: 1.- Libertà: le premesse; 2.- Libertà il catalogo è questo; 3.- La Libertà nella Carta Costituzionale

 

1.- Libertà: le premesse

Domanda: cosa si intende? Cos"è una "persona"?

E ancora – allarghiamo i confini – come si pone la persona nei suoi rapporti con

-          esistenza

-          libertà

Esistenza (da ex-sistere nel suo significato di "levarsi fuori, apparire") della persona e coesistenza della molteplicità delle persone, stanno l"una all"altra come invalicabilità dei diritti della persona e radicale autoconsapevolezza dei correlativi doveri. La persona da intendersi, dunque, come:

  1. individuo (esistente nella singolarità irripetibile della sua situazione materiale e spirituale;
  2. individuo che fa la sua comparsa nel mondo; e quindi
  3. individuo che si relaziona con il mondo (coesistenza con la molteplicità dell"Altro e della realtà che la circonda).

Per il diritto – che distingue le persone fisiche da quelle giuridiche - la persona (fisica) viene a esistenza nel momento della nascita dell"essere umano e, più precisamente, quando il medesimo nasce vivo.

Il concetto di «persona» (prima intesa come «maschera», poi come «individuo», funge da scriminante tra

-          l'uomo, in senso naturalistico (biologico-psicologico); e

-          l"uomo nell'ordinamento giuridico,

non perché la persona sia una particolare specie di uomo, ma perché i due concetti rappresentano due unità diverse, pur se - a volte - sovrapponibili.

Il concetto giuridico di persona o di soggetto di diritto esprime l'unità di una pluralità diritti, di obblighi e di autorizzazioni (cioè l'unità d'una pluralità di norme che stabiliscono obblighi e autorizzazioni).

Ma non è stato sempre così.

Storicamente, molti ordinamenti hanno creato diverse categorie di persone dal punto di vista giuridico: gli uomini liberi e gli schiavi (distinzione questa presente non solo del diritto romano ma anche delle civiltà giuridiche dell"ottocento, ad esempio il diritto Statunitense Statunitensi, o ancora il diritto canonico che attribuisce capacità giuridica solo ai battezzati, o ancora la distinzione tra cittadini / sudditi, giù, giù sino alle discriminazioni razziali).

Dal suo apparire persona ha fronteggiato (e fronteggia): il totalitarismo, il nichilismo, il dominio della tecnica e, ciononostante, la persona ha resistito.

In quanto la persona – e qui viene in rilievo l"intreccio persona/libertà - si fonda sulla sua irriducibilità ad ogni istanza, valore (sia esso storico, biologismo, razza eletta progettualità ideologica) che non sia la persona stessa. Perché l"uomo non è un"idea, ma è una persona e persona è il soggetto in carne e ossa, unità vivente di pensiero, esperienze, attività, relazioni.

 

Dunque, la persona, ogni persona, consiste nella sua irriducibilità ad «ogni valore (Storia, biologia, pianificazione ideologica, normatività dell"Assoluto) che non sia la persona stessa. La persona si fonda sulle proprie condizioni intrinseche e interiori, la prima delle quali è l"ego vitale, il soffio o respiro o eros che è tensione al mantenimento e superamento dell"esistenza verso un"esistenza piena». Esistenza individuale che si pone tuttavia in un incessante dialogo e in una molteplicità di rapporti con l"esistenza altrui. Difatti, la vita activa della persona si realizza nelle sue relazioni a rete aperta, la cui «legge fondamentale è quella che definisce, attua e fa rispettare Giustizia e Libertà. Giustizia, sono i diritti di tutti; Libertà, quelli della persona». Il rapporto tra la libertà del singolo individuo e quella dell"intera collettività implica il correlativo concetto di responsabilità.

La radice del termine libertà, leuth o leudh «da cui provengono eleutheria greca e libertas latina – sia il radicale sanscrito frya, cui fanno invece capo l"inglese freedom e il tedesco Freiheit», rimanda a «qualcosa che ha a che fare con una crescita, un dischiudimento, una fioritura (…). Se poi si considera la doppia catena semantica che ne discende – vale a dire quella dell"amore (Lieben, lief, love, nonché diversamente, libet, e libido) e quella dell"amicizia (friend, Freund) – si può presumere non solo una conferma di questa primigenia connotazione affermativa, ma anche una peculiare valenza comunitaria: il concetto di libertà, nel suo nucleo germinale, allude a una potenza connettiva che cresce e si sviluppa secondo la propria legge interna, a un"espansione, o a un dispiegamento, che accomuna i suoi membri in una dimensione condivisa».

Ma la libertà prima ancora di essere un diritto è un bisogno ontologicamente connaturato ad ogni essere (umano e non), «normalmente si dice che io sono libero nella misura in cui nessun individuo o gruppo di individui interferisce con la mia attività (…). Nella misura in cui mi si impedisce di fare qualcosa che altrimenti potrei fare, io non sono libero; e se l"area in questione viene ristretta oltre un certo limite minimo, si può dire che io sia coartato, o magari ridotto in schiavitù».

La libertà, tuttavia, non prescinde dal regno della necessità (anzi con esso si misura) e procede di pari passo con dignità e uguaglianza, diventando così una questione politica. Con la dignità perché «anche nelle sue forme più anonime, la vita dell"uomo gode di "dignità" e impone "rispetto"», tant"è che oggi si ritiene che «la dignità umana costituisce un valore supercostituzionale nei confronti delle libertà positivamente protette e degli stessi diritti inviolabili dell'uomo». Con l"uguaglianza perché l'uguaglianza giuridica fra gli «uomini è il fondamento della loro indipendenza, è il motivo per cui nessuno può e deve essere posto alle dipendenze, sotto il comando, di un altro o di altri». Libertà che va" riferita alle persone nella materialità della vita, alle persone nel fare della loro esistenza e non ad un oggetto astratto.

Nell"età moderna, tuttavia, il termine persona ci dice che i diritti fondamentali sono anzitutto legati ad una cittadinanza che individua in una persona il titolare di un patrimonio di diritti. La cittadinanza è quindi qualcosa che non solo unifica ma anche esclude: «la disgrazia degli individui senza status giuridico non consiste nell"essere privati della vita, della libertà, del perseguimento della felicità, dell"eguaglianza di fronte alla legge e della libertà di opinione (…), ma nel non appartenere più ad alcuna comunità». Poiché la perdita dalla comunità politica esclude il soggetto (o intere categorie di soggetti) dalla stessa umanità, «qualcosa di molto più essenziale della libertà e della giustizia, che sono diritti dei cittadini, è in gioco quando l"appartenenza alla comunità in cui si è nati non è più una cosa naturale». Per tale ragione, ad esempio, «l"apolidia costituisce dunque una sorta di capitis deminutio, ponendo l'individuo in una situazione giuridica, in generale, di sfavore e di inferiorità rispetto a tutti coloro che posseggono una cittadinanza».

 

 clicca sul file PDF per leggere l'intero articolo





Autore

immagine A3M

Visite, contatti P&D

Nel mese di Marzo 2022, Persona&Danno ha servito oltre 214.000 pagine.

Libri

Convegni

Video & Film