Di, ventidue anni, ragazzo sfortunato come pochi: c’è stato un incidente stradale, quella volta, ne è uscito con gravi disabilità fisiche; unica parente al mondo la zia Silvia, commercialista, parente di sua madre. È stata nominata sua amministratrice di sostegno, in via provvisoria, col compito di provvedere a tutto; prelievi in banca, volturazioni, rapporti con l’agenzia delle entrate, gestione dei fondi.
Viene raggiunto un accordo con l’assicuratore, per l’incidente: duecentomila euro sul conto corrente. Si conferma che Aligi, col passare delle settimane, non ha riportato conseguenze di tipo psichico; è solo fisicamente che accusa mancanze.
Passano i mesi, un giorno Aligi - tarda mattinata, bel tempo, acacie in fiore - decide di andare lui in banca a ritirare mille euro.
Il cassiere, “Non posso”.
Aligi, “I soldi ci sono, mi appartengono”.
Il cassiere apre un cassetto, “Qui c’è scritto che è zia Silvia quella incaricata dei prelievi”.
E Aligi – sapendo di aver ragione - “Lei sì, anch’io però se voglio”.